Le autorità italiane puntano a completare entro la fine della primavera del 2025 la riforma dei porti nazionali, un intervento che riguarda tutte le 16 autorità portuali presenti lungo le coste del paese. Matteo Salvini, vicepresidente del consiglio e ministro delle infrastrutture, ha visitato Genova per fare il punto sulla situazione e tracciare le prossime mosse del governo.
L’obiettivo della riforma e il coordinamento tra ministeri
Durante la visita a Genova Matteo Salvini ha chiarito che il governo intende far diventare norma la nuova legge che riforma la gestione dei porti entro la fine della primavera. La progettazione della norma sta procedendo a stretto contatto con il ministero dell’economia, e i lavori sono a uno stadio avanzato. L’idea è quella di evitare sprechi e coordinare gli investimenti pubblici impiegando al meglio le risorse. Gli investimenti previsti ammontano a miliardi di euro distribuiti su tutte le autorità portuali nazionali. La finalità è trovare una linea comune, perché porti moderni e funzionanti costituiscono un asset fondamentale per lo sviluppo economico, vista l’importanza strategica del mar mediterraneo.
Il ruolo strategico del mar mediterraneo
Questo mare, infatti, rappresenta un corridoio di traffici internazionali e di scambi commerciali decisivo per l’economia italiana. Salvini ha sottolineato che la gestione capillare e ben organizzata degli interventi pubblici eviterà dispersioni di fondi e vedrà coinvolte tutte le 16 autorità in un progetto complessivo di rilancio infrastrutturale. La riforma punta a dotare ogni porto di infrastrutture e attrezzature capaci di garantire movimentazioni più veloci, sicure e a basso impatto ambientale.
La gestione pubblica e il ruolo del viceministro rossi in liguria
L’intervento del ministro ha ribadito la preferenza per una governance pubblica e trasparente nell’amministrazione portuale. La supervisione sarà affidata a una “cabina di regia” centrale che coordinerà i lavori, monitorerà l’uso delle risorse e indirizzerà gli investimenti nei porti. Salvini ha citato il viceministro Rixi, originario di Genova e con esperienza diretta nel settore marittimo, che sta già seguendo con attenzione il dossier, occupandosi degli aspetti tecnici e politici della riforma.
Il legame con la regione ligure
Il coinvolgimento di Rixi si lega alle caratteristiche della regione ligure, con il porto di Genova che ha un ruolo di primo piano nel traffico merci e nei collegamenti mediterranei. La presenza di un esperto “marittimo” nel governo assicura una migliore comprensione delle esigenze logistiche e commerciali dei porti italiani, fondamentali per lo sviluppo dell’industria e del commercio. La volontà del governo è garantire le risorse necessarie e le condizioni operative per rendere i porti italiani più moderni, sicuri e competitivi nel contesto internazionale, utilizzando i fondi pubblici nel modo più trasparente e responsabile possibile.
Investimenti e impatto dei lavori sui porti italiani
I finanziamenti gestiti dalle autorità portuali si concentreranno sulle infrastrutture di base e sugli interventi di miglioramento tecnologico. Sono previste opere per l’ampliamento degli spazi operativi, il potenziamento delle banchine e l’implementazione di sistemi digitali a supporto delle operazioni di carico e scarico. La riforma mira a rafforzare la capacità dei porti di adattarsi all’evoluzione delle rotte commerciali e delle dimensioni delle navi, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale.
Sicurezza e efficienza portuale
Una delle priorità è il miglioramento della sicurezza sia per i lavoratori sia per le merci, limitando rischi e incidenti. La maggiore efficienza delle attività portuali dovrebbe inoltre favorire una diminuzione delle tempistiche nelle operazioni, riducendo le attese e aumentando la competitività rispetto ad altri scali europei e mediterranei. La realizzazione completa del piano di riforma avrà un impatto diretto sul sistema economico locale e sulle filiere logistiche nazionali, considerate l’ossatura del commercio estero italiano.
Il governo riconosce il valore strategico del mar mediterraneo per i traffici e la posizione geografica dell’Italia che, nell’ambito europeo, rappresenta il punto di accesso privilegiato ai mercati del sud Europa, del nord Africa e del medio oriente. Il miglioramento dei porti contribuisce anche a diffondere sviluppo nelle aree costiere, generando opportunità di lavoro e crescita economica.
Equilibrio tra uniformità e specificità
L’attenzione sui dettagli della riforma, dal controllo pubblico alla distribuzione dei fondi, conferma l’intenzione di limitare le disparità di gestione tra le diverse autorità portuali e di proporre una visione unitaria mantenendo però autonomia funzionale ai singoli scali. In effetti, ogni porto ha caratteristiche proprie e ruoli diversi nel sistema dei traffici nazionali, motivo per cui la normativa deve bilanciare uniformità e specificità.