Un’improvvisa ondata di maltempo ha messo a rischio la sicurezza di gruppi di escursionisti che, impegnati nell’ascesa al CIVETTA nel bellunese, hanno richiesto assistenza al 118. La complessità delle operazioni di soccorso effettuate dai professionisti del Soccorso alpino ha messo in luce le difficili condizioni meteorologiche e l’importanza della preparazione e della prudenza in montagna.
Maltempo e condizioni di difficoltà
I fattori scatenanti del soccorso
Nella giornata di ieri, verso il tardo pomeriggio, le condizioni meteorologiche si sono drasticamente deteriorate mentre i due gruppi di escursionisti si trovavano ad un’altitudine di circa 2.500 metri. La pioggia incessante ha creato piccole cascate lungo il percorso, rendendo il sentiero estremamente scivoloso e difficile sia in ascensione che in discesa. A tale scopo, le due coppie, di cui una composta da due bresciani di 25 e 26 anni e un’altra da una donna di 31 anni proveniente da Oderzo e un uomo di 44 anni originario di Granze , hanno deciso di contattare il 118.
In situazioni analoghe di emergenza, il maltempo rappresenta una delle principali cause di incidenti in montagna, dove la tempesta può rendere i percorsi impraticabili in breve tempo. Pertanto, è fondamentale che gli escursionisti siano sempre consapevoli delle previsioni del tempo e si preparino adeguatamente per affrontare eventuali imprevisti.
Operazioni di soccorso complesse
Ricevuta la chiamata d’emergenza, il personale del Suem 118 si è prontamente attivato per rispondere alla richiesta di soccorso. Un elicottero è stato inviato a stabilire un campo base presso Palafavera, da dove sono iniziate le operazioni di recupero. I soccorritori, sfruttando l’elicottero, sono riusciti a trarre in salvo i due gruppi già citati, ma durante le manovre di recupero, hanno attirato l’attenzione su un altro gruppo di escursionisti che, a quanto pare, non aveva inizialmente segnalato la propria difficoltà.
Questa ulteriore scoperta ha ampliato l’operazione di soccorso, richiedendo l’intervento di un secondo elicottero proveniente da Trento. La situazione si è rapidamente complicata quando è emersa una nuova richiesta d’aiuto da parte di un gruppo di otto escursionisti polacchi, di età compresa tra i 19 e i 28 anni. Alcuni di loro mostrava segni di ipotermia, una condizione che richiede un intervento immediato.
Il recupero finale degli escursionisti
Esecuzione del piano di soccorso
Il secondo intervento ha visto l’elicottero di Trento emergenza effettuare due rotazioni per imbarcare i tre escursionisti in difficoltà, mentre gli altri membri del gruppo erano già riusciti a mettersi in sicurezza. Le operazioni, condotte con professionalità dal personale di soccorso, hanno garantito un recupero efficiente, portando i ragazzi polacchi a valle, dove attendeva una squadra di soccorritori pronta a fornire assistenza medica, se necessaria.
La rapidità di intervento e la capacità dei soccorritori di operare in un contesto di emergenza hanno messo in evidenza non solo l’importanza della tempestività nei salvataggi in montagna, ma anche l’addestramento dei professionisti coinvolti, in grado di gestire situazioni ad alte pressioni e a rischio elevato. Ogni soccorso comincia con una chiamata d’emergenza, che, in simili condizioni, può fare la differenza tra la vita e la morte.
La responsabilità degli escursionisti
Questo evento sottolinea anche un messaggio cruciale per tutti coloro che praticano escursionismo: la responsabilità di pianificare l’escursione e informarsi sulle condizioni meteo è fondamentale. Indossare l’abbigliamento adeguato e avere con sé l’equipaggiamento corretto può ridurre notevolmente i rischi in montagna. Pertanto, è opportuno fare sempre una valutazione realistica dei propri limiti e delle condizioni del percorso.
La determinazione e l’impegno del Soccorso alpino sono stati fondamentali per riportare in sicurezza tutti gli escursionisti coinvolti nell’incidente, un successo che riflette il valore del lavoro di squadra e della preparazione necessaria per affrontare le sfide della montagna.