Nel contesto di un dibattito intenso sulla protezione degli animali e la salute pubblica, le organizzazioni LNDC Animal Protection e Vita da Cani stanno lottando per salvare un gruppo di maiali che vive liberamente a Intermesoli, frazione del comune di Pietracamela, in provincia di Teramo. L’argomento ha preso piede dopo che il sindaco ha ordinato l’uccisione dei suini, considerati non identificabili dal punto di vista sanitario. Le due associazioni hanno quindi intrapreso una serie di iniziative per evitare una misura ritenuta iniqua e immotivata.
Le azioni intraprese dalle associazioni
Dopo aver ricevuto l’ordinanza che minacciava la vita dei maiali, LNDC Animal Protection e Vita da Cani hanno contattato il Comune di Pietracamela per proporre di prendersi carico dei suini, evitando così il destino tragico che gli era stato riservato. Le associazioni hanno chiesto l’intervento dell’ASL per effettuare i test sanitari necessari, volte a garantire che i maiali non portassero malattie infettive e potessero essere accolti in rifugi sicuri. Questa richiesta si è basata sull’obiettivo di garantire la salute degli animali destinati a entrare nei rifugi, proteggendo al contempo la diffusione della Peste Suina Africana , che in questo periodo mette in allerta il settore.
La situazione, però, ha subito una battuta d’arresto quando il servizio veterinario pubblico ha negato l’autorizzazione ai test, fare riferimento a un’ordinanza del Commissario Straordinario alla PSA che impone l’abbattimento di suini non identificati su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla presenza della malattia. Tale disposizione ha sollevato interrogativi sulla sua applicazione, soprattutto nei casi specifici in cui i maiali non rappresentano una fonte di contagio.
Richiesta di deroga al Ministero della Salute
Per affrontare questa inaspettata reversibilità , LNDC Animal Protection e Vita da Cani hanno deciso di scrivere direttamente al Ministero della Salute e al Commissario alla PSA, Giovanni Filippini. Nella lettera, le associazioni hanno sollecitato una deroga al punto 10 dell’ordinanza, il quale rischia di portare a una condanna iniqua di questi maiali, che hanno vissuto liberamente per lungo tempo. Le associazioni hanno messo in risalto un documento del Ministero della Salute, il quale stabilisce che la macellazione di suini destinati a fini diversi dalla produzione alimentare è derogabile, a condizione che vengano seguite misure rigorose di biosicurezza.
In aggiunta, è stata richiamata anche una sentenza recente del TAR del Lazio, che riconosce che l’uccisione di suini ospitati in rifugi non è giustificata. Le associazioni hanno espresso la loro posizione, ponendo l’accento su quanto la salute pubblica e il benessere animale non debbano essere in contrapposizione, ma piuttosto, debbano coesistere nel rispetto delle normative.
Il contesto locale e la responsabilità delle istituzioni
In mezzo a questo scenario, le associazioni hanno sottolineato come, a livello locale, ci sia piena consapevolezza sulla provenienza di questi maiali. Nonostante siano privi di identificazione formale, i cittadini conoscono la loro storia e il loro habitat. Questa situazione ha portato a suggerire che l’applicabilità dell’articolo 10 dovrebbe essere rivista, dato che sarebbe possibile risalire agli proprietari in modo chiaro. La responsabilità , secondo le associazioni, non risiede solo nel benessere animale, ma anche nell’operato delle istituzioni che non hanno agito tempestivamente per evitare questa crisi.
Piera Rosati e Sara D’Angelo, Presidenti delle rispettive associazioni, hanno concluso evidenziando la strictezza della loro posizione nel voler mantenere in vita questi animali così a lungo trascurati. Secondo loro, la soluzione non può essere lo sterminio indiscriminato, ma piuttosto ricercare alternative che tengano conto della vita e della salute di animali già vulnerabili. La questione rimane aperta, attendendo una risposta dal Ministero della Salute e dalla comunità più ampia sul ruolo della protezione degli animali in questa epoca di incertezze sanitarie.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Sofia Greco