Nel gennaio scorso, un evento straordinario ha catturato l’attenzione della comunità ambientalista in Italia. Nella provincia di Caserta, una giovane cicogna nera , una specie migratrice considerata a rischio di estinzione, è stata trovata gravemente ferita a causa di un colpo di arma da fuoco. Questo episodio ha messo in luce le sfide che affronta la fauna selvatica e ha sottolineato l’importanza delle operazioni di recupero e ricezione di animali in difficoltà.
L’intervento di soccorso e la riabilitazione
Immediatamente dopo il rinvenimento, la cicogna, una femmina di un anno, è stata trasportata al Centro di Recupero Animali Selvatici “Federico II”, operante all’interno del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali. Qui, è stata avviata una serie di trattamenti da parte di un team di veterinari specializzati in fauna selvatica, in collaborazione con l’ASL Napoli 1 Centro. Gli sforzi di recupero si sono dimostrati intensi e impegnativi, ma grazie alle competenze accumulate nel tempo, il personale è stato in grado di stabilizzare le condizioni dell’animale.
A seguito delle cure, la cicogna ha intrapreso un lungo percorso di riabilitazione, durante il quale è stata monitorata attentamente. Questo lavoro è stato effettuato con il supporto del Gruppo Carabinieri Forestale di Caserta, che ha gestito anche gli aspetti giuridici dell’accaduto. La cicogna ha finalmente mostrato segni di miglioramento sostanziale e, alla fine di luglio, era pronta per tornare nel suo habitat naturale.
Il rilascio controllato e il monitoraggio
Il rilascio della cicogna nera avvenne con grande attenzione e sotto vigile controllo. Gli esperti del Centro di Recupero, insieme al personale dell’ASL Napoli 1 e dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale , hanno pianificato un rilascio graduale. Questa fase delicata è stata caratterizzata da un allontanamento spontaneo dell’animale, che ha potuto riabituarsi al suo ambiente naturale senza un’immediata pressione.
Questa cicogna fa parte di un progetto europeo che mira a monitorare le cicogne nere tramite un sistema di inanellamento e tracciamento GPS. Al momento del rilascio, è stato applicato un dispositivo GPS all’animale, permettendo il monitoraggio continuo dei suoi spostamenti. Grazie a questa tecnologia, è possibile raccogliere informazioni preziose su come gli esemplari interagiscono con l’ambiente e conducono le loro migrazioni verso regioni più calde, come quelle africane.
I risultati del monitoraggio GPS
Il monitoraggio della cicogna tramite GPS fornisce dati approfonditi sui suoi spostamenti, contribuendo a un quadro più ampio delle abitudini migratorie della specie. Fino a oggi, le informazioni raccolte indicano un recupero soddisfacente dell’animale, documentato attraverso vari spostamenti di medio raggio. È interessante notare che l’area occupata dalla cicogna in Italia meridionale ha attualmente registrato la presenza di altri giovani esemplari, contribuendo così alla rinascita della popolazione locale.
Questa iniziativa non solo è fondamentale per la cicogna nera, ma rappresenta anche un passo significativo per la conservazione della biodiversità in Italia. Grazie a sforzi congiunti tra enti e istituzioni, il futuro di questa specie migratoria appare un po’ più luminoso, segnalando l’importanza di proteggere e assistere la fauna selvatica in pericolo. I successi ottenuti nel recupero e reintroduzione della cicogna nera costituiscono un esempio virtuoso di intervento per la salvaguardia della natura e per il ripristino degli equilibri ecologici.
Ultimo aggiornamento il 2 Novembre 2024 da Elisabetta Cina