Sanità abruzzese: scontro tra centrodestra e centrosinistra sul futuro del servizio pubblico

Sanità abruzzese: scontro tra centrodestra e centrosinistra sul futuro del servizio pubblico

Il conflitto politico in Abruzzo sulla sanità pubblica evidenzia il fallimento bipartisan nella gestione dei servizi, con crescenti preoccupazioni per la privatizzazione e le lunghe attese per le visite specialistiche.
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Sanità abruzzese: scontro tra centrodestra e centrosinistra sul futuro del servizio pubblico - Gaeta.it

Recentemente, l’Abruzzo è diventato il palcoscenico di un acceso conflitto politico riguardante le condizioni del servizio sanitario pubblico. Il dibattito tra centrodestra e centrosinistra si intensifica, mentre entrambe le parti si scambiano accuse sul deterioramento della sanità nella regione. Le critiche mosse dal Partito Comunista Italiano Abruzzo indicano che il problema non risiede solo nelle divergenze politiche, ma nell’approccio condiviso di entrambi nel gestire una risorsa fondamentale come la salute pubblica. Negli ultimi anni, i cambiamenti apportati hanno portato a una crescente privatizzazione che preoccupa la popolazione.

La gestione della sanità: un fallimento bipartisan

Il Pci Abruzzo evidenzia che tanto il centrodestra quanto il centrosinistra hanno contribuito al declino dei servizi sanitari, abbandonando il sistema pubblico in favore di investimenti privati. Questo processo di smantellamento ha portato a un allontanamento da un sistema di assistenza sanitaria accessibile per tutti. Durante il mandato dell’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, la sanità era già sotto il controllo di un commissariamento, aumentato nei costi a carico dei cittadini. Attualmente, l’amministrazione di Marco Marsilio si prepara a un ulteriore inasprimento delle tasse, programmando di colpire circa 300.000 abitanti con redditi medio-alti.

L’aspetto più problematico di questa situazione è l’assenza di azioni connesse rispetto ai guadagni delle strutture private accreditate. Queste ultime, infatti, riceverebbero annualmente centinaia di milioni di euro da fondi pubblici, senza che nessun intervento reale venga intrapreso per regolare i flussi monetari verso questi enti, che in alcuni casi superano il 40% delle prestazioni erogate in ambito riabilitativo e specialistico.

L’inefficienza del sistema pubblico e l’attesa dei cittadini

La frustrazione dei cittadini cresce in risposta ai tempi d’attesa per le visite specialistiche nel settore pubblico, che possono superare i 120 giorni per avere un appuntamento cardiologico o ortopedico. Mentre si fanno sempre più pressanti le denunce riguardo a questa insoddisfazione, i fondi pubblici destinati alla sanità privata si accumulano, alimentando il sistema privatistico che sembra prosperare sugli sprechi del settore pubblico. L’Agenas, l’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ha reso noto che oltre 500 milioni di euro vengono destinati annualmente dalle casse della regione verso le strutture private accreditate.

Questa situazione va contro il principio di equità e accessibilità che dovrebbe caratterizzare il servizio sanitario provinciale, lasciando un senso di impotenza tra i cittadini abruzzesi, costretti a navigare in un labirinto burocratico e inefficiente che sembra premiare chi ha i mezzi per accedere alla sanità privata.

Proposte per una sanità pubblica rinnovata

Di fronte a questo scenario complesso, il Pci Abruzzo non si limita a criticare, ma avanza proposte concrete per il futuro della sanità regionale. L’idea di un contributo di solidarietà sanitaria a carico delle strutture private accreditate rappresenta un modo per ridistribuire le risorse e finanziare nuove assunzioni nella sanità pubblica. La proposta include l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa e garantire il ritorno dei presidi locali, accompagnata da investimenti per l’acquisto di strumentazione diagnostica.

Tali misure mirano a riportare l’attenzione sull’importanza della salute pubblica come bene comune, piuttosto che un’opportunità commerciale. Il messaggio cruciale che emerge è chiaro: non è più tempo di aspettare che la situazione migliori da sola; è necessario agire con decisione. La richiesta di una sanità universale e gratuita trova terreno fertile nei bisogni dei cittadini, che oggi si sentono più che mai abbandonati.

L’appello del Pci esorta gli abruzzesi a svegliarsi e non permettere che il dibattito politico si trasformi in vere opportunità per chi ha fatto profitti sulla salute. La ricostruzione di un sistema sanitario potente trova solida giustificazione nella lotta per una salute collettiva, un diritto di tutti i cittadini.

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