Sanremo 2025: le pagelle dell'Accademia della Crusca anticipano la kermesse musicale

Sanremo 2025: le pagelle dell’Accademia della Crusca anticipano la kermesse musicale

L’Accademia della Crusca analizza i brani del Festival di Sanremo 2025, evidenziando punti di forza e debolezza degli artisti, con critiche a nomi noti e apprezzamenti per proposte più originali.
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Sanremo 2025: le pagelle dell'Accademia della Crusca anticipano la kermesse musicale - Gaeta.it

Mentre l’attenzione cresce in vista del Festival di Sanremo 2025, l’Accademia della Crusca ha già iniziato a valutare le canzoni in gara, fornendo un’analisi dei testi e relatando i punti di forza e di debolezza di alcuni dei Big della musica italiana. Le pagelle stilate dai linguisti, in particolare dal professor Lorenzo Coveri dell’Università di Genova, pongono l’accento su significato e originalità, suscitando tanto entusiasmo quanto delusione tra gli appassionati.

Le valutazioni dei big della musica italiana

Il professor Lorenzo Coveri ha dedicato tempo e attenzione per esaminare i brani presentati al Festival, esprimendo con decisione i suoi giudizi. Tra i più criticati si trovano nomi noti come Fedez, Elodie, Giorgia e Massimo Ranieri, che sembrerebbero non rispettare le aspettative del pubblico. Fedez, recentemente sotto i riflettori per la sua relazione con Chiara Ferragni, ha visto la sua proposta sul tema della salute mentale classificata come sufficiente, con un voto di 6.

Le critiche si sono concentrate su alcune delle scelte lessicali del rapper. Nonostante il suo tentativo di trattare argomenti delicati, Coveri ha messo in luce alcune rime costrittive e un uso poco efficace del linguaggio. Elodie non se la cava meglio: il suo brano “Dimenticarsi alle 7” ha ricevuto una severa critica, ritenuto banale e privo di slancio. La Crusca ha descritto le sue parole come una “prosa di banalità sconcertante”, mentre il pubblico social la vedeva tra gli artisti più amati.

Le proposte più apprezzate

In netta contrapposizione, Brunori Sas e Lucio Corsi hanno conquistato i favori degli esperti, guadagnandosi un punteggio di 9. In particolare, il brano “L’albero delle noci” di Brunori ha catturato l’attenzione per la ricchezza delle immagini e delle figure retoriche, risultando fresco e poetico. Oltre a lui, Lucio Corsi ha lasciato un segno con “Volevo essere un duro”, un pezzo che si distingue per l’uso originale del linguaggio giovanile e per la freschezza narrativa.

Un gran numero di temi, dalle riflessioni personali alla critica sociale, si intrecciano nelle canzoni di questi due artisti, dimostrando una padronanza del testo rara tra i colleghi. Un altro pezzo che ha ricevuto una buona valutazione è “La mia parola” del rapper Shablo, che si è posizionato tra il 7 e l’8, notevole per la sua originalità e incipit fresco.

Le delusioni tra le proposte musicali

Oltre ai promossi, non mancano però le delusioni. “Non ti dimentico” dei Modà ha ottenuto un voto deludente a causa delle liriche prolisse, mentre “Pelle diamante” di Marcella Bella è stata criticata per immagini fuorvianti. Elodie, dopo aver ricevuto già una stroncatura, si è di nuovo vista relegata nella fascia bassa della classifica con il suo brano, che ha deluso gli ascoltatori per la sua mancanza di ritmo.

Altri artisti, come Francesco Gabbani, hanno visto la loro musica definita da una mediocrità imbarazzante, mentre le canzoni di Giorgia e Massimo Ranieri, pur tutto il loro talento, sono state etichettate come “canzonette sottotono”. Per Gabbani, la sua risintonizzazione dal successo di “Occidentalis Karma” a un brano senza infamia e senza lode ha lasciato l’amaro in bocca. Purtroppo, tra i testi sanremesi emerge una tendenza a utilizzare un linguaggio uguale, piatto e privo di idee innovative.

L’analisi generale delle canzoni in gara

In sintesi, la valutazione delle canzoni di Sanremo 2025 da parte dell’Accademia della Crusca sembra suggerire una direzione preoccupante per la musica al festival. I brani, sebbene ben conosciuti grazie ai volti illustri degli artisti, appaiono privi di quella carica emotiva e di raffinatezza che ci si aspetta da una kermesse di tale prestigio. La scarsa originalità potrebbe essere un fattore determinante per il futuro della musica italiana, portando artisti e autori a riflettere su un rinnovamento dello stile e del contenuto.

La speranza è che le critiche recepite dagli esperti possano fungere da stimolo per una riscoperta della creatività e dell’innovazione. Mentre il festival è alle porte e le attese si intensificano, sarà interessante osservare se il pubblico risponderà in modo diverso rispetto a quanto prevedono i critici.

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