Il Festival di Sanremo 2025 si è aperto con una prima serata che ha fatto discutere per le sue scelte artistiche e per il tono relativamente modesto rispetto alle aspettative. Selvaggia Lucarelli, giornalista e blogger, ha analizzato l’evento durante il Dopofestival, sottolineando come la manifestazione sia risultata, per tanti versi, insolita. Tra le note di colore spicca l’audacia di Marcella Bella, unico momento di rottura. La serata ha rivelato tante attese ma anche delusioni, lasciando gli spettatori in cerca di qualcosa di più avvincente.
Le aspettative da superare
Selvaggia Lucarelli ha commentato il Festival con occhio critico, definendolo “lineare” e suggerendo un’atmosfera di prevedibilità. Gerry Scotti ha presentato il suo solito mix di simpatia e professionalità, mentre Antonella Clerici ha mantenuto un profilo più basso. «Ci siamo aspettati un ritmo più frizzante – scrive Lucarelli – e invece abbiamo visto una serata che ha faticato a decollare». In questo contesto, spicca il nome di Marcella Bella, che ha portato un tocco di trasgressione sul palco con una parolaccia che ha sorpreso il pubblico. Questo episodio ha evidenziato un’assenza di momenti che avrebbero potuto accendere il coinvolgimento degli spettatori.
Elodie, attesa come una delle protagoniste, ha deluso le aspettative con una performance che Lucarelli ha descritto come “modesta”. La giornalista ha messo in discussione anche l’atteggiamento di Tony Effe, previsto come un artista “aggressivo”, ma che ha mantenuto un approccio più soft. La mancanza di originalità e il ridotto impatto di queste performance hanno alimentato la sensazione di una serata che non è riuscita a sorprendere come ci si aspettava.
Un ritorno alla tradizione
Nel suo intervento, Lucarelli ha notato un curioso ritorno dei “vecchi sovrani” del palcoscenico di Sanremo, ossia artisti con una lunga carriera, che stanno riaffermando il loro dominio. L’analisi della giornalista va oltre la semplice cronaca di eventi, toccando un aspetto culturale dell’intero festival. “Amadeus è il Napoleone del Festival; Fiorello il Robespierre” ha scherzato, suggerendo una sorta di restaurazione delle figure storiche della musica italiana, a scapito dei nuovi talenti. Questa autoironia ha aggiunto un tocco di leggerezza a una critica serrata alla manifestazione, riflettendo una frustrazione palpabile.
La presenza di questi artisti consolidati ha creato l’effetto di una serata poco innovativa, diversa da quella che tanti speravano. Mentre le nuove generazioni di artisti faticano a trovare spazio, le star di un tempo continuano a calcare le scene, contribuendo a un’atmosfera di nostalgia. La domanda che sorge è se una simile predominanza possa rappresentare una risorsa o un limite per il futuro del Festival.
Polemiche e battute
Non sono mancati momenti di tensione e battute nei confronti di Lucarelli, che ha commentato il proprio ruolo in modo scherzoso. Rivolgendosi al conduttore Alessandro Cattelan, ha espresso la sua delusione per non essere stata scelta per “fare la stronza in prima fila”, solo per scoprire che Alessandra Celentano le aveva rubato il posto. Questo scambio di battute ha animato il Dopofestival, dando un’idea della dinamica ironica tra i protagonisti. La Celentano ha risposto con altrettanta ironia, sottolineando la loro complicità.
La conversazione tra le due donne ha contribuito a stemperare le tensioni e a rendere più frizzante un’analisi altrimenti severa. Questa interazione ha ricordato al pubblico che, nonostante la serietà del contesto, c’è sempre spazio per l’autoironia e il divertimento. Tali momenti di leggerezza rappresentano una parte cruciale del festival, ma non possono mascherare le esigenze e le aspettative di un pubblico che cerca un equilibrio tra tradizione e innovazione.