Il 28 luglio si avvicina, una data significativa che celebra la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. In questa cornice, il Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica ha condiviso la toccante testimonianza di Simonetta Cesarini, consacrata dell’Ordo Virginum e medico geriatra. Attraverso i suoi canali social, Simonetta invita a riflettere sull’importanza della relazione e della cura nella vita di ogni anziano. Le sue parole risuonano forti, evidenziando come, al di là delle limitazioni fisiche, le persone anziane meritano attenzione e amore.
La celebrazione dei santi Gioacchino e Anna
La memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria, rappresenta un momento di riflessione non solo sul legame familiare ma anche sull’importanza della dignità degli anziani, quasi “nonni” di Gesù. Questo giorno assume una significanza particolare, poiché coincide con la Giornata mondiale dedicata a una delle fasce più vulnerabili della popolazione: gli anziani. La Penitenzieria apostolica ha già annunciato l’indulgenza plenaria per coloro che parteciperanno alle celebrazioni, sottolineando l’importanza di fare visita a chi vive in solitudine o difficoltà. È proprio attraverso queste azioni concrete che si può iniziare a colmare un divario che spesso appare insormontabile.
La dottoressa Cesarini, che lavora in una casa di riposo a Perugia, ricorda la valenza di esperienze vissute: “Ho condiviso anni di vita con anziani soli in una casa di accoglienza,” dice. Queste esperienze l’hanno portata a comprendere che la vera povertà non è solo quella economica, ma si manifesta anche nell’assenza di relazioni significative. La sua testimonianza è un appello a considerare gli anziani non solo come destinatari di cure, ma come portatori di storie e saggezza.
Il fenomeno della solitudine tra gli anziani
La solitudine è uno dei problemi più gravi che colpiscono gli anziani, specialmente durante il periodo estivo, quando le città si svuotano e i ritmi quotidiani rallentano. Questo è il tema centrale della quarta edizione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, voluta da Papa Francesco nel 2021. La frase “Nella vecchiaia non abbandonarmi” si fa portavoce delle fragilità di molti, sottolineando come l’abbandono possa acuirsi in una fase della vita in cui il bisogno di connessione e sostegno è più elevato.
Papa Francesco ha scritto nel suo messaggio in vista della Giornata che “Dio non abbandona mai i suoi figli,” enfatizzando l’importanza della presenza e della dignità umana in tutte le fasi della vita. Per molti anziani, l’estate rappresenta un periodo di isolamento, accentuato dalla diminuzione delle interazioni sociali che normalmente si verificano in altre stagioni. Le parole del Papa sono un invito alla comunità a prendersi cura dei più fragili, ricordando che ognuno ha un ruolo significativo, indipendentemente dall’età o dalle capacità.
L’importanza della comunità e delle relazioni generazionali
Simonetta Cesarini, forte del suo impegno decennale nella geriatria, sottolinea come le relazioni tra generazioni diverse possano “contaminare” le vite di tutti, creando un legame indissolubile tra giovani e anziani. La sua esperienza la porta a riflettere sull’importanza del dono reciproco: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere,” afferma citando Gesù. Non si tratta solo di un approccio professionale alla geriatria, ma anche di una missione iniziata ben prima della sua specializzazione.
Il suo lavoro ha sempre incluso l’approccio attivo con i giovani, incoraggiandoli a stabilire contatti con gli anziani per scoprire l’immenso valore che si cela nelle loro storie e nelle loro esperienze. La consapevolezza del valore che ogni generazione porta è fondamentale per creare un ambiente favorevole a un’integrazione profonda. Ella evidenzia come lo scambio di conoscenze e affetti possa arricchire entrambi i lati, contribuendo a costruire un futuro migliore, più inclusivo e solidale.
Un impegno quotidiano per il futuro
La consacrata dell’Ordo Virginum si impegna non solo nella cura fisica, ma anche nella promozione di una cultura della dignità per gli anziani. Rivela infatti che la sua esperienza di fede si riassume nella frase del Vangelo che afferma: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.” Al centro del suo operato c’è la volontà di trasformare le esperienze in gesti concreti, come la formazione del personale dedicato all’assistenza, per garantire che i bisogni invisibili degli anziani vengano riconosciuti e affrontati.
Le sue parole si riflettono nell’esempio di Ruth, che resta accanto a sua suocera Noemi. Il messaggio forte è quello di non abbandonare mai, nonostante le sfide quotidiane. Per Simonetta, il riconoscimento della fragilità degli anziani richiede una risposta collettiva, dove ci si oppone all’egoismo con un “non ti abbandonerò!” Il suo impegno, sebbene costante e talvolta difficile, è ricolmo di speranza: è “bello sapere, almeno ogni tanto, che oggi va un po’ meglio di ieri.” Questa testimonianza rappresenta un faro di luce in un mondo che ha bisogno di più connessione e umanità.
Ultimo aggiornamento il 26 Luglio 2024 da Elisabetta Cina