La Sardegna continua a far parlare di sé per il suo tasso di natalità in costante diminuzione, con un numero sempre più ridotto di nuove nascite. Anche nel 2023, la regione ha raggiunto un record negativo, facendo emergere scenari preoccupanti per il futuro demografico. Le ultime statistiche hanno rivelato che il tasso di fecondità della Sardegna è tra i più bassi in Italia, con conseguenze tangibili per la società e l’economia isolana.
Un calo costante delle nascite
In un contesto nazionale in cui la natalità mostra segni di diminuzione, in Sardegna il tasso di natalità persiste su un trend negativo inesorabile. Nel 2023, sono solo 7.242 i bambini nati sull’isola, una cifra in forte calo rispetto agli 11.473 nati del 2014. Questo significa che negli ultimi dieci anni, la Sardegna ha registrato una diminuzione di oltre 4.000 neonati. In particolare, nell’ultimo anno ci sono stati circa 500 nati in meno. Questo dato fotografato dall’Istat è emblematico della flessione della natalità, che sembra perdurare nel tempo, con un decremento annuale costante di circa 400-600 nascite.
Il tasso di natalità complessivo per il 2023 si attesta a 4,6 neonati ogni mille abitanti, ben al di sotto della media nazionale. Inoltre, il dato è addirittura di 3,6 punti inferiore rispetto al triennio 2008-2010, quando si registrava un indice di 8,2 per mille. Questa contrazione è tale da far riflettere sulle dinamiche sociali attuali e sulla necessità di politiche appropriate per risollevare questa situazione.
L’età media al parto in crescita
L’età delle madri al momento del parto è un altro indicatore significativo. Nel 2023, l’età media delle donne sarde che diventano madri ha raggiunto i 33,2 anni, il valore più alto in Italia. Questo dato sottolinea un trend di maggiore posticipazione della maternità, influenzato da fattori socioeconomici e culturali. Sono le donne siciliane a ottenere il record per l’età media più bassa al parto, pari a 31,7 anni. L’aumento dell’età media al parto si inserisce nel contesto di una popolazione che fa sempre più fatica a costruire famiglie numerose.
Un’analisi storica mostra un’evidente crescita dell’età media, che nel 1995 si attestava a 30,5 anni, contrassegnando un cambiamento sistematico nelle abitudini delle donne sarde. Anche a livello nazionale, l’età media è cresciuta, passando dai 29,8 anni del 1995 ai 32,5 del 2023. Questo spostamento generazionale potrebbe riflettere i cambiamenti nelle priorità individuali e nelle opportunità lavorative.
Un futuro incerto per la fecondità
Con un tasso di fecondità che nel 2023 si colloca a 0,91 figli per donna, la Sardegna si posiziona in una situazione allarmante. Gli ultimi anni hanno evidenziato una flessione costante. Risalendo nel tempo, il tasso di fecondità in Sardegna era superiore a tre figli per donna negli anni ’70, si è attestato sotto i due negli anni ’80 e, a partire dal 1998, ha superato per la prima volta il valore di uno.
Oltre a guardare le province, Cagliari detiene il valore più basso con 0,85, ma anche tutte le altre province sono sotto la soglia critica di uno. Questa situazione pone interrogativi seri sui cambiamenti sociali ed economici che gli abitanti delle regioni stanno affrontando, e su come le scelte di vita influenzino i numeri demografici.
Un cambiamento nelle dinamiche familiari
Un trend rilevante è l’aumento delle nascite al di fuori del matrimonio. Nel 2023, il 55% dei bambini nasce in contesti di coppie non vincolate da matrimonio, mentre questo valore era ben superiore al 90% nel 2000, a segnalare un cambiamento nel modo di intendere la famiglia. Quasi il 50% dei neonati in Sardegna proviene da coppie mai sposate, mentre oltre il 45% nasce all’interno di relazioni regolarmente sancite.
L’evoluzione di questa statistica è un indicatore di come le tradizioni stiano mutando e, di conseguenza, come la società stia affrontando la questione della famiglia in maniera più fluida. La crescente accettazione delle famiglie non tradizionali può influenzare anche le scelte prettamente legate alla natalità.
La crisi demografica e le risposte delle politiche regionali
Il preoccupante calo delle nascite ha destato l’allerta delle autorità locali, spingendo la Regione Sardegna a mettere in campo iniziative specifiche per sostenere la natalità. Con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dello spopolamento, in particolare nei Comuni più piccoli, è stata approvata una legge regionale per offrire agli abitanti un contributo mensile per ogni neonato.
Dal 2024, i genitori potranno beneficiare di 600 euro al mese, e ulteriori 400 euro per ogni figlio successivo al primo. Parallelamente, il programma “Nidi gratis,” confermato per il triennio 2024-2026, mira a ridurre i costi per le famiglie, incentivando così le nascite.
In un contesto complicato, la Sardegna ha bisogno di un piano concreto per affrontare la crisi demografica. Le prossime scelte politiche potrebbero rivelarsi determinanti per il futuro della regione, soprattutto di fronte a un aumento della popolazione anziana e a una consistenza giovanile sempre minore.
Ultimo aggiornamento il 16 Novembre 2024 da Sofia Greco