Un evento straordinario scuote la politica di Scalea: questa mattina, nove consiglieri comunali, di cui sette appartenenti all’opposizione e due ex rappresentanti della maggioranza, hanno formalizzato le loro dimissioni. Firmati davanti a un notaio, questi atti non solo sono un segnale della crisi interna al Consiglio comunale, ma mirano anche a sfociare nello scioglimento dello stesso, aprendo la strada a un nuovo scenario politico.
Le dimissioni: un atto di coordinamento politico
I consiglieri dimissionari hanno presentato il loro gesto “concordemente, contestualmente, con effetto immediato e irrevocabile”, evidenziando la riluttanza a proseguire un mandato che sembra essere giunto al termine. Fra le firme ci sono nomi noti come Eugenio Orrico e Francesco Silvestri, rappresentanti di gruppi che hanno lottato per il cambiamento all’interno dell’amministrazione. Una mossa che rimanda a vecchie rivalità e che testimonia un clima politico teso, dove alleati di ieri possono diventare antagonisti di oggi.
Con questa decisione, il numero di consiglieri in carica è drasticamente ridotto, ponendo le basi per un possibile scioglimento del Consiglio che resta ora nelle mani del prefetto di Cosenza. La situazione richiederà una rapida reazione da parte delle autorità locali, poiché la governabilità dell’ente è fortemente compromessa.
Chi sono i firmatari delle dimissioni
I dimissionari includono figure chiave della politica locale. Tra di loro troviamo Eugenio Orrico, Francesco Silvestri e Giovanna Versace, rappresentanti del gruppo “Scalea bene comune”, e membri di “Per Scalea” come Angelo Paravati e Raffaele D’Anna. Due ex membri della maggioranza, Giuseppe Angona e Giuseppe Torrano, si uniscono a questa iniziativa, segno di una fusione tra vecchi e nuovi dissidenti. Hanno firmato anche Annalisa Alfano e Giovanna Fiore, entrambe ex membri del gruppo di maggioranza, dimostrando come anche dentro le fila degli alleati ci sia stata una frattura profonda.
L’ex sindaco Giacomo Perrotta ha espresso il suo rammarico pubblicamente, postando su Facebook che “è stato un onore servire il mio paese”, ma chiaramente segna un confine tra il passato e un futuro incerto.
Un’amministrazione in crisi: le cause
Già da qualche tempo si susseguivano voci riguardo alla fragilità dell’amministrazione Perrotta. Gli avvenimenti recenti, tra cui le mosse politiche in vista delle elezioni regionali, hanno accentuato le tensioni all’interno della giunta. La decisione di Perrotta di transitare a Forza Italia ha alzato la temperatura politica locale, in particolare tra i consiglieri già presenti in aula legati ad altri partiti. Necessarietà di alleanze rinnovate e dinamiche politiche in gioco hanno alimentato malcontento e frustrazione.
Le dimissioni dei consiglieri sono l’epilogo di una crisi profonda, culminata anche con una mozione di sfiducia presentata solo dieci giorni fa, che se da un lato non ha raggiunto il quorum per passare, dall’altro ha chiarito le fragilità del governo locale. Otto consiglieri avevano votato a favore della sfiducia, contro sette, ma anche in quel contesto, il presidente del Consiglio comunale, Gaetano Bruno, alla fine ha abbandonato l’aula, segno di una situazione già compromessa.
Il futuro di Scalea: cosa aspettarsi
Con la crisi in corso e ora l’azzeramento del Consiglio comunale, Scalea si trova a un bivio cruciale. La situazione richiede interventi urgenti e misure immediate per garantire la governabilità della città. La possibile convocazione di nuove elezioni si presenta non solo come un’opzione, ma come necessità assoluta per il futuro amministrativo dell’ente.
La reazione delle autorità sarà decisiva per stabilire quanto tempo passerà fino a quando gli elettori di Scalea saranno nuovamente chiamati alle urne. Le prossime settimane saranno cruciali mentre la città attende segnali di stabilità e speranza per un nuovo inizio.