L’ultimo tragico crollo della Vela Celeste di Scampia ha nuovamente messo sotto i riflettori le controversie legate alla manutenzione degli edifici nel quartiere napoletano. La situazione, già segnata da gravi preoccupazioni di sicurezza, si aggrava con la rivelazione di ordinanze che avrebbero dovuto tutelare le famiglie residenti nell’edificio, ma che sono rimaste lettera morta. Le indagini rivelano documenti del Comune di Napoli che risalgono a diversi anni fa, portando alla luce decisioni mai attuate e responsabilità da chiarire.
Ordinanza di sgombero del 2015: un provvedimento ignorato
Il contenuto dell’ordinanza
Nel 2015, l’allora sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, firmò un’ordinanza di sgombero coatto per la Vela Celeste, un provvedimento che mirava a garantire la sicurezza di un totale di 600 residenti, pari a 159 famiglie. Il documento, pubblicato nell’ottobre dello stesso anno sull’albo pretorio del Comune, evidenziava la gravità della situazione strutturale dell’edificio.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno, la decisione di de Magistris si basava su una dettagliata relazione di un dirigente comunale, che illustrava i rischi collegati alla strutturazione dei ballatoi e segnalava un potenziale crollo. Nonostante l’urgenza del provvedimento, l’ordinanza non fu mai implementata, lasciando le famiglie residenti esposte a un rischio imminente.
La tutela delle famiglie e il contesto sociale
L’ordinanza di sgombero non rappresentava solo una questione di sicurezza abitativa, ma anche un intervento per proteggere una comunità vulnerabile. Le famiglie residenti nella Vela Celeste si trovano già in una situazione di disagio economico e sociale, rendendo ancora più drammatico il contesto nel quale vivevano. Ignorare questo provvedimento significa non solo trascurare la sicurezza fisica, ma anche dimostrare una certa indifferenza verso le condizioni di vita di queste persone.
Il quartiere di Scampia ha attraversato negli anni sfide notevoli, dovute a fenomeni di degrado urbano e problematiche sociali. L’inefficacia dell’azione amministrativa accentua ulteriormente il senso di abbandono, alimentando ulteriormente il malcontento tra i residenti. Dopo il crollo, la richiesta di risposte è diventata ingestibile: in tanti si chiedono come sia stato possibile che un’ordinanza così chiara non sia stata mai messa in atto.
Il crollo della Vela Celeste: una tragedia annunciata
Il tragico evento e le sue conseguenze
Il crollo della Vela Celeste, avvenuto in un lunedì sera drammatico, ha causato la morte di tre persone e ha lasciato una dozzina di feriti. L’evento ha scosso profondamente la comunità locale e ha riportato la questione della sicurezza abitativa e della manutenzione degli edifici al centro del dibattito pubblico. La tragedia ha suscitato un’ondata di solidarietà per le vittime e le loro famiglie, ma ha anche sollevato interrogativi sull’effettiva gestione del patrimonio edilizio della città .
Il crollo, avvenuto nonostante le segnalazioni di pericolo, mette in luce grossi limiti nella gestione della sicurezza pubblica. Alla luce della relazione del dirigente comunale, che già nel 2015 aveva avvertito dei rischi, risulta particolarmente inquietante come non siano state prese misure preventive né comunicati avvisi di evacuazione.
La risposta della comunità e delle istituzioni
Dopo il disastro, la comunità di Scampia ha risposto organizzando manifestazioni di commemorazione per le vittime del crollo. Fiaccolate e riunioni pubbliche sono state indette per esprimere la solidarietà e chiedere giustizia per quanto accaduto. La richiesta di trasparenza nei confronti delle istituzioni è diventata una priorità , spingendo i residenti a cercare risposte certe sulle responsabilità politiche e amministrative.
Inoltre, dopo il crollo, le istituzioni locali hanno avviato un piano di ispezione degli edifici della zona, per prevenire ulteriori tragedie. Tuttavia, l’efficacia di queste misure viene rimessa in discussione, dato che gli avvisi e le ordinanze precedenti erano già esistenti, ma di fatto inattuati. Restano molte domande sul futuro di Scampia e sulla sicurezza delle sue abitazioni, domande per le quali la comunità richiede risposte concrete e tempestive.