La tragica situazione di Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli, si tinge di dolore e speranza a seguito del crollo di un ponte-ballatoio. Un accadimento che ha provocato la morte di due persone e ha lasciato tredici feriti, alcuni dei quali in condizioni critiche. Questo incidente, che riporta l’attenzione sui problemi strutturali e sociali della zona, è avvenuto in un contesto già segnato da tensioni familiari e da una costante richiesta di riforme abitativi.
crollo tragico in una periferia dimenticata
La sera del fattaccio è segnata da uno scandalo a Scampia. Un litigio tra famiglie, testimoniato da alcuni presenti, precede il crollo del ponte-ballatoio situato al terzo piano della Vela Celeste. Questo storico palazzo degli anni ’60, simbolo del degrado urbano, ha visto la sua struttura cedere sotto il peso di quindici persone, tra cui otto adulti e sette minorenni. I residenti, accalcati su quella struttura già danneggiata, si sono trovati all’improvviso a precipitare da un’altezza notevole, con esiti devastanti.
Roberto Abbruzzo, un giovane di 29 anni, è morto sul colpo, mentre Margherita Della Ragione, di 35 anni, ha perso la vita poco dopo l’arrivo all’ospedale, colpita da un arresto cardiaco. Oltre alle vittime, le condizioni di saluto dei tredici feriti sono critiche: sette delle vittime sono minorenni, e due di loro, di soli 4 e 7 anni, sono state sottoposte a operazione d’urgenza per gravi lesioni al cranio. Il quadro sanitario è reso ancor più grave dalla presenza di sei adulti ricoverati, due dei quali versano in condizioni molto serie.
evacuazione e emergenze abitative
A seguito dell’incidente, circa 800 persone hanno dovuto evacuare l’edificio. Tra loro, 300 sono minorenni costretti a cercare rifugio presso amici e parenti, scuole e palestre. La situazione ha sollevato preoccupazioni tra gli sfollati, che chiedono sistemazioni più dignitose piuttosto che alloggi temporanei. Alcuni di loro, in un gesto di protesta, hanno deciso di occupare alcuni locali della vicina Università Federico II, chiedendo interventi immediati e duraturi per le esigenze delle famiglie.
Il comitato “Vele di Scampia”, da tempo in contatto con le istituzioni, ha spronato a trovare soluzioni rapide e risolutive per gli sfollati. Le richieste si concentrano sull’accesso a case requisiti alla camorra, un sostegno che i residenti ritengono fondamentale in questa fase critica.
indagini e reazioni dalle istituzioni
In risposta alla tragedia, la Procura di Napoli ha avviato un’indagine per accertare le cause e le eventuali responsabilità legate al crollo. Le prime ipotesi di reato includono il crollo colposo e l’omicidio colposo, mentre molti residenti esprimono preoccupazioni legate alla manutenzione dell’immobile in questione, paventando una possibile correlazione tra i lavori di ristrutturazione e il cedimento della struttura.
Le reazioni alle drammatiche circostanze non si sono fatte attendere. Le suore del quartiere, il sindaco Manfredi e altri leader politici locali e nazionali hanno esternato il loro cordoglio, promettendo sostegno alle famiglie colpite. La Camera dei Deputati, peraltro, ha osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime. In particolare, il sindaco ha garantito che l’amministrazione non abbandonerà gli abitanti di Scampia e che i lavori di riqualificazione della Vela Celeste riprenderanno a breve, segnando così un rinnovato impegno per il miglioramento della zona, ormai da tempo in attesa di una rinascita.
una comunità in cerca di speranza
La tragicità del crollo nella Vela Celeste porta alla luce non solo dolori personali ma anche una questione sociale più ampia riguardante la situazione abitativa a Scampia. I residenti, nonostante il trauma subito, mostrano una solidarietà notevole, unendosi nelle richieste di riforme strutturali e di housing che possano garantire una vita dignitosa per tutti. L’infezione di speranza e desiderio di cambiamento è palpabile, con la comunità che prova a rinascere da un evento che ha segnato un nuovo, triste capitolo della sua storia.