Scampia: Un viaggio fotografico tra realtà e stereotipi

Scampia: Un viaggio fotografico tra realtà e stereotipi

Un workshop fotografico a Scampia, guidato da Mario Spada, esplora storie locali attraverso la fotografia stenopeica, culminando in una mostra che sfida pregiudizi e racconta trasformazioni sociali.
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Scampia: Un viaggio fotografico tra realtà e stereotipi - Gaeta.it

Il quartiere di Scampia, spesso associato a pregiudizi e narrazioni unilaterali, rappresenta un contesto ricco di storie da raccontare. L’associazione “Chi rom e… chi no”, in collaborazione con il fotografo Mario Spada, ha lanciato un workshop fotografico con l’intento di svelare la vera essenza di questo territorio. Utilizzando la fotografia stenopeica, Spada ha guidato un gruppo di giovani attraverso un percorso di scoperta che culminerà in una mostra, offrendo così una narrazione alternativa e profonda sulle trasformazioni sociali di Scampia.

La fotografia stenopeica come narrazione

La scelta della fotografia stenopeica da parte di Mario Spada non è casuale. Questo tipo di fotografia, che impiega una “scatola magica” attraverso la quale la luce entra e impressiona la pellicola, consente di catturare non solo le immagini, ma anche l’atmosfera di un luogo. La sua tecnica sfida le convenzioni visive, creando una sorta di distanza tra l’osservatore e ciò che è immortalato, invitandoli a riflettere su ciò che vedono.

Spada ha portato i partecipanti del workshop a esplorare Scampia in un momento storico delicato, in cui il crollo del ballatoio della Vela Celeste ha messo in evidenza le gravi difficoltà abitative del quartiere. Con l’intento di cristallizzare questi momenti unici, il fotografo ha immerso i giovani nelle storie degli ultimi abitanti di luoghi come la Vela Gialla, documentando scene di vita quotidiana che rischiavano di scomparire per sempre. I risultati di questo processo creativo si possono ammirare nella mostra “La scatola magica”, attualmente aperta al pubblico fino al 15 gennaio presso il centro Chikù.

Una mostra che racconta storie di persone

La mostra che ha preso piede nelle stanze del centro Chikù va oltre la mera esposizione di fotografie. È un’indagine sociale che si nutre di umanità, cercando di restituire volti e storie a chi spesso è relegato ai margini della cronaca. Gli scatti esposti raccontano di vite in transizione, di un contesto che sta memoriamente cambiando, con la speranza di infrangere pregiudizi e portare alla luce la verità. La presenza dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato al workshop arricchisce la mostra, creando una sorta di dialogo intergenerazionale tra le diverse visioni di Napoli.

La mostra “Spina Tremula”, che ha visto Mario Spada e Gaetano Ippolito collaborare, rappresenta un esempio perfetto di questa sinergia. Esporre i lavori di due diversi fotografi, uno con decenni di esperienza e l’altro all’inizio del suo percorso, offre ai visitatori la possibilità di sperimentare un viaggio temporale. Le immagini, che si intrecciano tra le storie quotidiane e l’arte contemporanea, raccontano una città vibrante, seppur nascosta.

Un laboratorio di esperienze condivise

Il workshop ha coinvolto un gruppo eterogeneo di partecipanti, portando insieme studenti, educatori e curiosi. Ogni sabato, dal 23 novembre al 14 dicembre, i partecipanti si sono radunati per esplorare Scampia, guidati dalla passione di Spada per la fotografia e dalla sua volontà di rivelare aspetti inediti del quartiere. Questo approccio ha permesso ai partecipanti di immergersi nei dettagli del loro ambiente, sviluppando un occhio critico e una maggiore sensibilità verso le storie degli abitanti.

“La fotografia richiede tempo per essere catturata,” sottolinea Mario Spada. Questo invito alla pazienza è fondamentale nel processo fotografico e artistico. Ogni foto richiede una riflessione profonda, dalla composizione all’esposizione. I partecipanti hanno iniziato a comprendere che dietro a ogni scatto vi è una narrazione più ampia, che va oltre la superficie. Al termine del workshop, l’analisi degli scatti ha portato a discussioni significative, consentendo a tutti di condividere le proprie scoperte e intuizioni.

Un futuro per Scampia attraverso la luce e l’arte

Attraverso corsi, workshop e mostre, l’impegno di “Chi rom e… chi no” e di Mario Spada illumina Scampia da una prospettiva nuova, suggerendo che ogni comunità ha storie da raccontare, anche quelle che sembrano dimenticate. Questo progetto rappresenta un passo significativo nel riconoscere il valore umano di un quartiere, abbattendo i muri dei pregiudizi e rendendo visibile ciò che si trova spesso nell’ombra della cronaca.

Scampia non è solo un luogo di difficoltà, è anche un crocevia di esperienze e speranze. La speranza è che iniziative come questa possano continuare a dare voce a chi vive lì, aiutando a costruire un’immagine più complessa e autentica di Napoli e dei suoi abitanti.

Ultimo aggiornamento il 17 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina

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