Scandalo al cuore della Fondazione Corrado Alvaro: scioglimento e tensioni politiche

Scandalo al cuore della Fondazione Corrado Alvaro: scioglimento e tensioni politiche

Lo scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro, annunciato dalla Prefettura di Reggio Calabria, solleva preoccupazioni su trasparenza e legalità, evidenziando tensioni interne e sfide culturali a San Luca.
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Il recente scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro, annunciato dalla Prefettura di Reggio Calabria, ha sollevato polemiche per le tensioni interne e i legami di alcuni membri con la 'ndrangheta. Il futuro della Fondazione è incerto, con l'obiettivo di ripristinare trasparenza e funzionalità sotto la guida di un commissario straordinario, mentre si evidenziano le sfide delle istituzioni culturali nel sud - Gaeta.it

Il recente scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro ha sollevato interrogativi e critiche, mettendo in evidenza la complessità della situazione a San Luca, il paese natale dello scrittore. Questo evento, che coincide con il 130esimo anniversario dalla nascita di Alvaro, sembra rivelare tensioni interne alla Fondazione e con le autorità locali, portando alla luce una serie di questioni irrisolte.

La cronologia dello scioglimento

La Prefettura di Reggio Calabria ha annunciato il 22 marzo 2025 la decisione di sciogliere la Fondazione Corrado Alvaro, affidando l’incarico di commissario straordinario all’ex presidente della Corte d’appello del tribunale, Luciano Gerardis. Questo evento si iscrive in un contesto di difficoltà che ha caratterizzato l’operato della Fondazione negli ultimi anni. Tra il 2019 e il 2024, infatti, le iniziative promosse sono risultate sporadiche e poco significative, generando preoccupazioni circa la sostenibilità dell’organismo.

Le motivazioni ufficiali presentate dalla Prefettura indicano chiaramente tre punti critici: la scarsità di attività, le perdite economiche negli esercizi di bilancio e la presenza di amministratori con legami familiari inaccettabili. In particolare, alcuni membri del consiglio avevano parenti con rapporti noti con la ‘ndrangheta, un fatto che non poteva passare inosservato.

Le figure coinvolte e le reazioni

Aldo Maria Morace, ex presidente della Fondazione e stimato studioso di Corrado Alvaro, è al centro della polemica. Morace ha espresso la sua ferma opposizione alle manovre della Prefettura, sottolineando che la decisione di scioglimento non solo mina i fondamenti della Fondazione, ma rischia anche di offuscare la memoria di uno dei più importanti scrittori italiani. La sua contrarietà è emersa in modo chiaro, ma la Prefettura ha continuato a sostenere che le misure adottate sono necessarie per garantire la trasparenza e la legalità.

L’atmosfera si è fatta tesa, con Morace che ha dichiarato la sua intenzione di opporsi legalmente alle decisioni della Prefettura. Intanto, il prefetto Clara Vaccaro ha ricevuto minacce di querela da parte di uno degli amministratori, facendo emergere un clima di diffidenza e conflitto.

Lo stato attuale della Fondazione

Il futuro della Fondazione Corrado Alvaro appare incerto. Con l’incarico di un commissario straordinario, la Prefettura spera di ripristinare ordine e funzionalità, ma il cammino si preannuncia difficile. Le perdite accumulate negli ultimi anni potrebbero comportare una vera e propria crisi di identità per la Fondazione, che da sempre si è prefissa l’obiettivo di promuovere la cultura e l’eredità di Corrado Alvaro.

In un contesto più ampio, questa situazione fa emergere le sfide affrontate dalle istituzioni culturali nel sud Italia, dove la mancanza di risorse e la presenza di strutture poco efficienti possono compromettere il lavoro di valorizzazione del patrimonio storico e letterario. La Fondazione deve ora affrontare il compito di riacquistare la fiducia della comunità e di riavviare un progetto culturale che onori il valore della sua missione originaria.

La storia di questa Fondazione continuerà a essere monitorata, con la speranza che le azioni intraprese possano portare a una riforma reale e a un rilancio dell’attività culturale, distante da dinamiche che possano compromettere l’immagine di un’istituzione così importante per il territorio.

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