Scandalo in casa Milan: l’ex leader ultrà racconta i suoi legami con il club

Scandalo in casa Milan: l’ex leader ultrà racconta i suoi legami con il club

Luca Lucci, ex leader della curva Sud del Milan, rivela legami inquietanti con il club durante un’udienza a Milano, sollevando interrogativi su sicurezza e rapporti con i dirigenti.
Scandalo In Casa Milan3A Le28099Ex L Scandalo In Casa Milan3A Le28099Ex L
Luca Lucci, ex leader della curva Sud del Milan, ha rivelato dettagli inquietanti durante un'udienza a Milano riguardo ai suoi legami con il club e i suoi dirigenti, affermando di aver avuto rapporti diretti con presidenti come Silvio Berlusconi. Attualmente in carcere per associazione a delinquere, Lucci ha cercato di difendersi dalle accuse, sostenendo di non aver tratto benefici economici dalla curva e - Gaeta.it

Le rivelazioni shock di Luca Lucci, ex leader della curva Sud del Milan, stanno scuotendo il mondo del calcio. In un’udienza che ha avuto luogo a Milano, Lucci ha esposto dettagli inquietanti riguardo ai suoi legami con il club e i suoi dirigenti attuali. Già in carcere dall’autunno scorso, Lucci risulta uno dei principali imputati nel maxi processo che segue un blitz contro le curve, effettuato per presunti reati di associazione a delinquere.

l’interrogatorio di luca lucci

Durante l’udienza tenutasi il 27 marzo, Luca Lucci ha avuto modo di difendersi dalle accuse durante l’interrogatorio condotto dalla giudice Rossana Mongiardo. Davanti al legale Alessandro Diddi, ha cercato di confutare i sospetti di un suo ruolo attivo in un gruppo violento, evidenziando come il Milan sembrerebbe essere consapevole dei suoi legami con la dirigenza. “È impossibile che il Milan si consideri parte lesa,” ha detto Lucci, convinto di avere rapporti consolidati con i vertici del club.

Il club rossonero, insieme all’Inter e alla Lega Serie A, è stato ammesso come parte civile in questo processo. Le parole di Lucci anch’esse hanno trasmesso l’importanza storica delle sue connessioni con il Milan: “Ho avuto rapporti con tutti i presidenti del Milan,” ha affermato. Lucci ha fatto specifico riferimento ai suoi incontri con l’ex presidente Silvio Berlusconi, sottolineando i numerosi scambi di opinioni che avrebbero avuto sul calciomercato e sulle questioni calcistiche in generale.

un passato controverso e i suoi legami con il club

Lucci ha affermato di aver avuto la necessità di instaurare rapporti con i dirigenti del Milan per poter gestire la curva e prevenire conflitti all’interno dello stadio. Ha raccontato di avere, in diverse occasioni, visitato la casa di Berlusconi per discutere di calcio. “Per quanto le nostre idee politiche fossero distinte, riuscivamo a parlare di calcio in modo profondo,” ha detto Lucci, chiarendo che sebbene si siano verificati periodi di tensione, era fondamentale mantenere un dialogo aperto.

Sebbene il suo passato non sia privo di ombre, Lucci ha insistito sul fatto di non aver mai guadagnato economicamente dall’attività della curva. Ha ammesso gli errori della sua vita, legati principalmente a fatti di droga, ma ha enfatizzato che gestire una curva non è affatto facile. Questo tentativo di dissociarsi da accuse gravi è stato centrale nel suo operato nell’Aula bunker.

relazioni con le forze dell’ordine e dinamiche interne

Durante l’udienza, Lucci ha parlato anche del suo rapporto con le forze dell’ordine, descrivendo un sistema di interazione che avviene quotidianamente. Da un lato, egli ha confermato che “nelle partite calde ci si organizza” con la polizia, ma al contempo ha sottolineato la complessità dei rapporti, definendoli di “amore e odio.” Ancora, ha smentito la pratica del bagarinaggio da parte della curva Sud, discutendo invece i guadagni derivanti dal merchandising come magliette e sciarpe.

Le dichiarazioni più clamorose hanno riguardato le pratiche di sicurezza a Milanello. Lucci ha indicato che nel passato la gestione della sicurezza era in parte affidata alla curva, affermando che spesso venivano riportati i giocatori che facevano tardi nelle discoteche milanesi. Queste affermazioni pongono interrogativi non solo sul controllo all’interno del club, ma anche sulla storicità di rapporti poco trasparenti.

la richiesta di chiarimenti e il futuro del processo

Mentre proseguivano le domande da parte del suo avvocato, Lucci ha espresso la volontà di essere interrogato direttamente dal pubblico ministero Paolo Storari. “Aspettavo da sei mesi di parlare con lei,” ha rivendicato, evidenziando il suo desiderio di portare alla luce la verità dei fatti. Con questa tesi, Lucci cerca di mettere in discussione non solo le accuse nei suoi confronti, ma anche la percezione pubblica riguardante il suo operato e le sue interazioni nel mondo del calcio. Domani, il pm Storari avrà l’opportunità di porre le proprie domande, mentre il processo continua a rivelare dettagli controversi sul mondo ultrà e sulle sue connessioni ai vertici del calcio italiano.

Change privacy settings
×