Scandalo rimborsi alla regione piemonte: accuse di spostamenti impossibili e documenti falsi tra i 43 indagati

Scandalo rimborsi alla regione piemonte: accuse di spostamenti impossibili e documenti falsi tra i 43 indagati

Indagine su rimborsi pubblici nella regione Piemonte coinvolge 43 indagati, tra cui Roberto Cota e altri consiglieri, per spostamenti impossibili, false dichiarazioni e uso improprio di fondi pubblici.
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Scandalo rimborsi nella Regione Piemonte: 43 indagati, tra cui politici leghisti, accusati di peculato e truffa per spese false e viaggi inesistenti. - Gaeta.it

Lo scandalo che coinvolge la regione piemonte si apre come un caso di rimborsi pubblici contestati, con accuse di peculato e truffa rivolte a 43 indagati. I magistrati stanno esaminando documenti che sembrano contenere discrepanze e false dichiarazioni, tanto da far emergere spostamenti impossibili tra località lontane in tempi brevissimi. I controlli hanno coinvolto politici e consiglieri regionali, scoprendo richieste di rimborsi per viaggi e spese non effettivamente sostenute.

Le 115 contraddizioni di roberto cota tra ricevute e tabulati telefonici

Il presidente leghista della regione piemonte, roberto cota, si trova al centro di ben 115 contestazioni su presunte discrepanze tra gli spostamenti indicati nelle sue richieste di rimborso e gli effettivi dati telefonici rilevati dalla procura di torino. Le investigazioni hanno confrontato ricevute e scontrini con la posizione del suo telefono cellulare, evidenziando situazioni paradossali. Per esempio, in un caso il telefono risulta in lombardia mentre un pasto pagato dalla regione viene fatto risalire a torino. In un’altra circostanza cota avrebbe percorso in meno di due ore la distanza tra un bar nel centro di torino e una boutique a roma, un viaggio troppo rapido per essere reale. Queste incongruenze mettono in dubbio la veridicità delle spese dichiarate e suggeriscono una documentazione non affidabile.

Rimborso per viaggi inesistenti e residenze dichiarate false tra i consiglieri leghisti

Antonello angeleri, altro esponente leghista, è accusato di aver richiesto rimborsi chilometrici non spettanti per circa 20mila euro, dichiarando residenza in località diverse rispetto a quelle reali. Le verifiche delle forze dell’ordine hanno incrociato i dati degli scontrini con le celle telefoniche agganciate al suo dispositivo, scoprendo che in orari serali, notturni e mattutini la sua posizione era a torino e non ad incisa scapaccina, nel territorio dell’astigiano, dove invece risultava residente. Questi dati hanno permesso agli investigatori di evidenziare una falsa dichiarazione per ottenere rimborsi indebiti, con chiari elementi di frode ai danni della pubblica amministrazione.

Casi di spostamenti rapidissimi e rimborsi per spese mai saldate in piemonte

Le indagini hanno fatto emergere altre situazioni incredibili, come quelle di tullio ponso dell’idv, che tra luglio 2010 e marzo 2011 risulta in meno di un’ora in due città distanti centinaia di chilometri, da torino a roma, oppure da cuneo a torino, segnalando rifornimenti di benzina falsificati e consumazioni in luoghi lontani tra pochi minuti. Anche roberto tentoni di progett’azione è coinvolto in movimenti sospetti: avrebbe percorso 96 chilometri da novara a baldissero torinese in appena 18 minuti. Tentoni è inoltre accusato di aver caricato sulle spese della regione un conto da 500 euro al ristorante la baracca di settimo vittone, mentre la spesa era stata invece suddivisa tra gli ospiti. Questi casi dimostrano come le richieste di rimborso siano state spesso costruite su documenti infondati o alterati.

Vacanze in norvegia e uscite turistiche pagate dalla regione tra i sospetti sull’uso di fondi pubblici

Andrea buquicchio, consigliere dell’idv, figura in questa vicenda per una trasferta in norvegia durante la quale ha festeggiato il compleanno della compagna. Tuttavia la sua posizione risulta in contemporanea sia a oslo che a torino. Secondo le ricostruzioni dei pm, buquicchio avrebbe affermato di essere stato in norvegia per studiare le tecnologie energetiche locali, fondamentali per la sua attività politica. Ciononostante i dati dimostrano che ha noleggiato un’auto a sogndal, una zona nota per il turismo e non per impianti energetici o nucleari. Questo mette in dubbio la reale ragione del viaggio, facendo ipotizzare l’uso improprio di fondi pubblici per motivi personali, con evidenti discrepanze rispetto alle giustificazioni fornite.

Lo sviluppo di questo scandalo conferma come il controllo sulle spese pubbliche nella regione piemonte riveli situazioni sorprendentemente irregolari. I documenti e le testimonianze raccolte aprono una serie di interrogativi sulle richieste di rimborso presentate nel tempo, la cui attendibilità ora è sotto accusa. I magistrati continueranno a scavare nei dettagli per chiarire le responsabilità e le modalità con cui sono stati gestiti i fondi regionali.

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