Scanno si prepara a ospitare un workshop fotografico sui margini della narrazione

Scanno si prepara a ospitare un workshop fotografico sui margini della narrazione

Laboratorio fotografico “Sguardi dal margine” a Scanno, dal 11 al 13 ottobre, esplora il concetto di margine nella narrazione visiva, unendo storia e cultura della Valle del Sagittario.
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Scanno si prepara a ospitare un workshop fotografico sui margini della narrazione - Gaeta.it

A Scanno, pittoresco paesino dell’Aquila, si svolgerà un laboratorio fotografico dedicato all’esplorazione del concetto di margine attraverso l’arte visiva. Il workshop, dal titolo “Sguardi dal margine. Dalla ricerca alla visione”, avrà luogo da venerdì 11 a domenica 13 ottobre ed è organizzato dal Maxxi L’Aquila con la curatela di Claudia Pajewski. Il progetto si propone di analizzare come le prospettive fotografiche influenzino la nostra comprensione e rappresentazione dell’ambiente circostante.

Il margine nella narrazione fotografica

Il termine “margine“, preso in prestito dalla rinomata scrittrice Bell Hooks, svolge un ruolo centrale nel workshop. Claudia Pajewski, parlando con l’agenzia ANSA, ha spiegato che in un primo momento il margine era percepito come rappresentativo delle aree interne e dei luoghi remoti come Scanno, che nel Novecento ha attirato l’attenzione di illustri fotografi quali Henri Cartier-Bresson e Mario Giacomelli. Tuttavia, visitando Scanno, emerge un paradosso: ciò che si considera margine da un punto di vista esterno può essere concepito diversamente da chi vive in quel contesto. La Pajewski evidenzia come durante il workshop si avrà l’opportunità di mettere in discussione e ridefinire le linee di demarcazione tra centro e margine. Per esempio, la frazione di Frattura, in relazione a Scanno, potrebbe emergere come un’altra forma di margine.

La storia e le tradizioni della valle del sagittario

Il workshop non si limita a un’analisi filosofica dell’estetica fotografica. Si concentra anche sul contesto storico e culturale della Valle del Sagittario, descritta da Pajewski come “bellissima” e ricca di un patrimonio culturale affascinante. La valle non solo presenta paesaggi mozzafiato, ma è anche permeata da una lunga storia e vive tradizioni che meritano di essere raccontate. Pajewski intende allontanarsi dalla classica narrazione visuale che presenta le zone interne come luoghi di pura bellezza pittoresca. Al contrario, desidera portare alla luce storie meno visibili, che pur essendo marginali, offrono una visione più completa e autentica del territorio. La fotografa cerca quindi di sfuggire dalla superficie e di scavare nel profondo per scoprire quelle narrazioni che, normalmente, non sono incluse nei racconti ufficiali.

L’approccio della fotografa claudia pajewski

Claudia Pajewski, originaria dell’Aquila, porta con sé un heritage familiare ricco di significato e un background fotografico consolidato. Il suo nonno, polacco, giunse a Giulianova dopo la Seconda Guerra Mondiale per contribuire alla lotta contro il nazi-fascismo. Pajewski ha iniziato a dedicarsi alla fotografia all’età di 15 anni e ha affinato il suo talento studiando con la fotografa teramana Sebastiana Papa. La sua carriera si è arricchita grazie a collaborazioni con riviste di musica e a un’ampia gamma di lavori di fotogiornalismo e reportage. Tra i suoi progetti passati, si annovera un libro fotografico del 2016 sulle sfide degli operai migranti nella ricostruzione dell’Aquila, un tema che riflette il suo interesse per le storie non raccontate.

Pajewski riconosce che, venendo a Scanno, si confronta con un’eredità fotografica imponente, data dalla presenza di grandi maestri nella storia della fotografia. La sua ambizione è quella di scoprire e proporre una nuova narrazione che si distingua da quelle precedenti, cercando di trovare un’interpretazione originale e innovativa che riveli nuovi aspetti del luogo.

Un evento da non perdere

Sguardi dal margine” non è solo un laboratorio; è un’opportunità di riflessione e di crescita per i partecipanti. Attraverso un approccio esperienziale e pratico, il workshop promette di offrire strumenti preziosi per comprendere il significato e l’importanza di una narrazione visiva che comprenda anche gli angoli più remoti di una comunità. La collaborazione tra il Maxxi e Pajewski desterà sicuramente l’interesse di fotografi e appassionati, rendendo questo evento un punto di riferimento nell’ambito della fotografia contemporanea in una località che ha già molto da offrire in termini di cultura e storia.

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