Scarpe ecologiche e competenze digitali: il futuro del calzaturiero marchigiano

Scarpe ecologiche e competenze digitali: il futuro del calzaturiero marchigiano

Il progetto europeo “Tween transformation” sostiene l’industria calzaturiera marchigiana, promuovendo competenze digitali e sostenibilità per affrontare le sfide del mercato globale e garantire un futuro competitivo.
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Scarpe ecologiche e competenze digitali: il futuro del calzaturiero marchigiano - Gaeta.it

L’industria calzaturiera delle Marche è in prima linea nel perseguire la sostenibilità e l’innovazione. Un progetto europeo chiamato “Tween transformation” si propone di supportare le aziende del settore nell’acquisizione di competenze digitali, ambientali e di cyber security. Questa iniziativa coinvolge Paesi come Italia, Turchia, Spagna e Portogallo, creando un’opportunità unica per le aziende marchigiane di confrontarsi e integrare pratiche sostenibili nel proprio modello di business.

Il progetto “Tween transformation”

Il progetto “Tween transformation” rappresenta un congiunto sforzo europeo per supportare gli imprenditori calzaturieri e i loro dipendenti, promuovendo la formazione nelle aree più richieste dai contesti attuali. Presentato ad Ankara alla presenza delle associazioni di rappresentanza dei Paesi partner, l’incontro ha visto la partecipazione di Riccardo Battisti, responsabile del dipartimento Relazioni sindacali della Cna Marche, insieme a Elmo de Angelis, esperto di progettazione europea. Insieme, hanno illustrato le potenzialità del progetto, che mira a rafforzare le competenze in un settore in continua evoluzione.

La realtà del settore calzaturiero marchigiano

Il comparto della calzatura nelle Marche riveste un ruolo cruciale nell’economia locale. Con oltre 2.580 imprese attive, di cui 2.301 dedicate alla produzione di calzature e 279 alla pelletteria, il settore è un importante datore di lavoro, impiegando 21.863 lavoratori. La provincia di Fermo emerge come leader nel campo, con 11.407 addetti, seguita da Macerata con 6.678 e Ascoli Piceno, che conta 1.234 lavoratori nel settore.

Nonostante la solidità del comparto, Riccardo Battisti ha evidenziato come il settore calzaturiero stia affrontando sfide significative. L’anno passato ha portato a un cambiamento profondo nei consumi e nelle dinamiche di mercato. Questo ha costretto molte aziende a rivedere le proprie strategie e a cercare nuove modalità per rispondere alle richieste di una clientela sempre più attenta alla sostenibilità.

Sfide e opportunità nella sostenibilità

In un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale, è fondamentale che le imprese del settore calzaturiero si adattino a queste nuove esigenze. Battisti ha sottolineato l’importanza di investire in innovazione per trovare nuovi mercati, sfruttando le competenze digitali e le vendite online. Questi fattori possono costituire un vantaggio competitivo cruciale in un mercato globale sempre più affollato.

Il confronto con gli operatori del settore turco ha messo in luce altre dinamiche interessanti. Sebbene la Turchia possa competere sul piano dei prezzi, c’è un crescente interesse ad apprendere dallo stile e dalla tecnologia italiana, elementi distintivi della produzione marchigiana. Questa collaborazione potrebbe evolvere in una sinergia proficua, sfruttando al meglio le peculiarità di ciascun mercato.

Verso un futuro più green e digitale

Il futuro del settore calzaturiero nelle Marche appare pieno di potenzialità, a patto che le aziende adottino un approccio proattivo verso le nuove competenze richieste. L’integrazione della sostenibilità nella produzione e un maggiore focus sulla digitalizzazione non sono solo trend temporanei, ma veri e propri imperativi strategici. Le aziende devono essere pronte a rispondere a queste sfide per mantenere la loro competitività nel panorama internazionale.

La partecipazione a iniziative come “Tween transformation” potrebbe rivelarsi decisiva per la crescita e l’evoluzione delle imprese marchigiane, contribuendo non solo a rafforzare la loro posizione nel mercato, ma anche a garantire un contributo maggiore alla sostenibilità del settore calzaturiero in generale.

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