sciolti i comuni di casabona e badolato per infiltrazioni della 'ndrangheta negli enti locali

sciolti i comuni di casabona e badolato per infiltrazioni della ‘ndrangheta negli enti locali

Due Comuni calabresi, Casabona e Badolato, sciolti per infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle amministrazioni locali; arresti di sindaci e funzionari confermano il controllo mafioso su appalti e decisioni politiche.
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Due Comuni calabresi, Casabona e Badolato, sono stati sciolti per infiltrazioni della 'ndrangheta nelle amministrazioni locali, con arresti di sindaci e funzionari, a seguito di indagini antimafia coordinate dalla Dda di Catanzaro. - Gaeta.it

Due Comuni calabresi, Casabona e Badolato, sono stati sciolti su decisione del Consiglio dei Ministri dopo accertati condizionamenti della ‘ndrangheta nelle rispettive amministrazioni locali. La decisione è arrivata su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a seguito di approfondite indagini della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro .

Le indagini che hanno portato allo scioglimento hanno coinvolto direttamente i sindaci dei due Comuni, arrestati nell’ambito di operazioni antimafia coordinate dalla Dda. Le attività investigative hanno documentato la penetrazione della cosca Tallarico a Casabona e analoghi condizionamenti criminali a Badolato, tanto da compromettere l’autonomia amministrativa e la leale rappresentanza democratica.

il caso casabona e l’inchiesta nemesis di novembre 2024

A novembre 2024, l’operazione “Nemesis” ha rivelato i rapporti stretti tra la cosca Tallarico e il Comune di Casabona, in provincia di Crotone. Le accuse principali riguardano condizionamenti illegali nella gestione delle risorse comunali e nelle nomine politiche. Il sindaco Francesco Seminario, esponente del Partito Democratico, è stato arrestato e sospeso dalle sue funzioni.

La Dda di Catanzaro ha seguito questa inchiesta che ha evidenziato come le cosche abbiano imposto scelte e decisioni amministrative in diversi settori, dalla concessione di appalti pubblici all’orientamento del personale. I carabinieri hanno documentato incontri e pressioni esercitate su funzionari e amministratori locali per favorire interessi criminali.

particolare attenzione sulla gestione degli appalti

L’attenzione degli inquirenti si è concentrata soprattutto sulle dinamiche di gestione degli appalti, che secondo gli investigatori erano alterate per favorire soggetti vicini alla ‘ndrangheta. La gravità delle situazioni accertate ha motivato il ministro Piantedosi a proporre lo scioglimento del consiglio comunale, misura che il Consiglio dei Ministri ha quindi disposto.

gli arresti a badolato e la rete di influenze illecite

A gennaio 2025, un’altra maxi operazione della Dda di Catanzaro ha portato all’arresto del sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, eletto con una lista civica, insieme al vicesindaco Ernesto Maria Menniti e al presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo. Anche in questo caso, l’accusa riguarda pesanti condizionamenti della ‘ndrangheta nell’attività amministrativa.

Le investigazioni hanno documentato come la criminalità organizzata abbia condizionato scelte strategiche dell’amministrazione e controllato indirettamente spese e investimenti, alterando il libero esercizio delle funzioni pubbliche. Il quadro emerso ha spinto l’autorità centrale a adottare misure drastiche nei confronti del Comune.

arresti e operazioni coordinate

I carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Ros hanno eseguito 44 arresti complessivi nell’ambito di questa inchiesta, che ha portato a far luce su una rete di relazioni illecite fitta e ramificata all’interno delle istituzioni locali di Badolato.

i segnali per le amministrazioni locali calabresi e la lotta alla ‘ndrangheta

Il caso di Casabona e Badolato mette in evidenza la continuità della presenza della criminalità organizzata nelle istituzioni pubbliche calabresi. Le infiltrazioni della ‘ndrangheta continuano a compromettere la gestione dei comuni, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Le misure di scioglimento rappresentano un intervento pesante e una presa di posizione dello Stato, mirata a ripristinare il corretto funzionamento degli enti locali compromessi. Alle amministrazioni subentreranno commissari straordinari con il compito di garantire la normalità e la trasparenza fino a nuove elezioni.

Le forze dell’ordine e la magistratura continuano a seguire con attenzione le situazioni sui territori, anche per impedire il ripetersi di simili episodi. L’azione coordinata fra diversi apparati investigative conferma la strategia dello Stato volto a disarticolare le connessioni tra politica e mafia, così radicate in alcune aree della Calabria.

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