sciolto il comune di caserta per infiltrazioni camorristiche, altre tre amministrazioni coinvolte

sciolto il comune di caserta per infiltrazioni camorristiche, altre tre amministrazioni coinvolte

Sciolto il Comune di Caserta per infiltrazioni camorristiche, con indagini su appalti truccati e arresti; altre tre amministrazioni locali coinvolte in scandali mafiosi nel 2025.
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Il Comune di Caserta è stato sciolto nel 2025 per infiltrazioni della camorra, confermando gravi irregolarità negli appalti pubblici e legami tra amministratori e clan criminali. - Gaeta.it

La decisione di sciogliere il Comune di Caserta per infiltrazioni della camorra conferma gli allarmi emersi nelle indagini giudiziarie e amministrative degli ultimi mesi. Il provvedimento, notificato a metà 2025, si inserisce in una vasta azione contro infiltrazioni criminali nelle istituzioni locali, con altre tre amministrazioni coinvolte. Alla guida di Caserta dal 2016 c’era Carlo Marino, esponente del Pd, accusato di negligenze e legami opachi con gruppi imprenditoriali legati ai clan camorristici.

la commissione d’accesso e la decisione del governo

La base della scelta di sciogliere il consiglio comunale di Caserta è stata la relazione presentata dalla Commissione d’accesso inviata dal Ministero dell’Interno durante l’estate 2024. Questo organismo ha raccolto e valutato fatti e documenti legati alla presenza di influenze criminali all’interno dell’amministrazione comunale. I riscontri emersi hanno evidenziato che la gestione amministrativa era stata condizionata dall’intervento di esponenti della camorra.

Carlo Marino, sindaco e presidente regionale dell’Anci, ha contestato con fermezza questa decisione, definendola “atto politico e amministrativo anomalo”. Ha annunciato di voler accedere agli atti e di impugnare il decreto davanti al Tar del Lazio. La sua difesa sostiene che il provvedimento colpisce negativamente l’intera comunità casertana senza tenere conto delle iniziative prese per contrastare le infiltrazioni.

indagini e vicende giudiziarie che hanno segnato il comune di caserta

Il punto di partenza concreto della crisi amministrativa risale al dossier redatto dall’allora prefetto di Caserta, Giuseppe Castaldo. Nel giugno del 2024 emersero gravi accuse rivolte ad alcuni componenti della giunta guidata da Marino e a dirigenti di alto livello. L’accusa principale riguarda l’assegnazione di appalti comunali in cambio di favori, tangenti e consenso elettorale. A risultare coinvolti erano anche imprenditori collegati al clan Belforte, attivo a Marcianise, nella provincia di Caserta.

L’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni portò a una serie di arresti che coinvolsero amministratori, funzionari e dipendenti pubblici. Tra loro anche l’assessore ai lavori pubblici. Alcuni arresti furono in seguito annullati dal tribunale del Riesame, ma la situazione restò gravissima. Poco dopo, proprio per muoversi con maggiore efficacia, fu istituita la Commissione d’accesso al Comune, malgrado l’azzeramento della giunta da parte di Marino.

Il primo cittadino, intanto, finì sotto processo a Santa Maria Capua Vetere, insieme ad altri ex amministratori, per un’altra vicenda di appalti nel settore dei rifiuti, risalente al 2021. In quel caso un imprenditore accusato fungeva da intermediario tra la camorra e l’amministrazione pubblica.

processi in corso e nuovi scandali legati agli appalti comunali

Il Comune di Caserta è al centro di diversi procedimenti penali che riguardano soprattutto gli appalti pubblici. Uno dei casi più noti riguarda il parcheggio interrato in via San Carlo. Secondo le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, l’impresa che realizzò il parcheggio sarebbe riconducibile a un gruppo controllato dal boss Michele Zagaria. Nel processo è imputato Franco Biondi, dirigente del comune, già coinvolto nelle inchieste più recenti.

Nell’autunno 2024, mentre la Commissione d’accesso era al lavoro, è emerso un nuovo filone investigativo su appalti per il verde pubblico. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha indagato e di nuovo arrestato Biondi e altri dipendenti. Dopo le misure cautelari, tutti sono tornati in libertà, ma l’inchiesta continua ad approfondire le modalità con cui la camorra avrebbe manipolato la gestione degli appalti locali.

altri comuni sciolti per infiltrazioni mafiose nel 2025

Il governo, oltre alla decisione su Caserta, ha sciolto altre tre amministrazioni comunali. Aprilia, nel Lazio, è fra queste. L’ex sindaco Lanfranco Principi sarà giudicato il 10 giugno 2025 per accuse legate a infiltrazioni mafiose. L’inchiesta ha coinvolto anche altri diciotto imputati, con arresti riconducibili alle attività illecite nelle assegnazioni di appalti pubblici.

In Calabria, i comuni di Badolato e Casabona hanno subito lo stesso destino. Il sindaco di Casabona, Francesco Seminario, arrestato a ottobre 2024, è accusato di scambio politico-mafioso. A Badolato il primo cittadino Giuseppe Nicola Parretta venne fermato nel gennaio scorso con il vicesindaco e il presidente del consiglio comunale per violenze e favori legati alla ’ndrangheta. Entrambe queste amministrazioni erano gestite da commissari al momento dello scioglimento.

I comuni sciolti mostrano un quadro complesso di intrecci tra politica locale e organizzazioni criminali, diffusi nelle aree più vulnerabili del paese. Le misure prese mirano a interrompere queste dinamiche e a garantire una gestione più trasparente degli enti pubblici.

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