La controversa questione delle concessioni balneari in Italia si fa sentire con decisione. Dopo l’assenza di risposte concrete da parte del governo durante le pause estive, gli stabilimenti balneari si preparano a un’azione di mobilitazione in programma per il 9 agosto. L’obiettivo è quello di ottenere un intervento normativo riguardante le concessioni che sembrano essere rimaste nel limbo giuridico. Ma la comunità dei balneari è sparsa: alcune associazioni hanno deciso di partecipare attivamente alla manifestazione, mentre altre si distaccano, definendo l’iniziativa poco più che simbolica.
mini-serrata degli stabilimenti: la mobilitazione
L’annuncio della protesta e la spaccatura del settore
A pochi giorni dallo sciopero, le locandine pubblicitarie della protesta sono state affisse in modo evidente presso gli stabilimenti, accompagnate da un chiaro avviso tramite altoparlanti: gli ombrelloni resteranno chiusi fino alle 9.30 anziché aprire come di consueto. L’assenza di risposte tangibili da parte del governo ha spinto SIB-Confcommercio e FIBA-Confesercenti a unirsi in una mobilitazione, mentre altre associazioni, come Assobalneari e Federbalneari, si sono dissociate, accusando le istituzioni di dare vita a “iniziative spot” senza un reale impatto.
Dalla sua parte, il vicepremier Matteo Salvini ha assicurato che se dall’Europa arriverà il via libera, il governo sarà in grado di regolarizzare la situazione. Ha dichiarato che il negoziato in corso dovrà affrontare dettagli importanti come la prelazione per le uscite, gli indennizzi per chi sceglierà strade alternative e una proroga che permetterebbe di organizzare meglio il settore. Queste riflessioni cercano di far luce su un tema da tempo irrisolto che coinvolge migliaia di lavoratori e aziende.
La postura differente di Assobalneari e Cna
I presidenti di Assobalneari e La Base Balneare, Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, hanno espresso il loro dissenso verso la decisione di scioperare, ritenendo che sia sbagliato penalizzare i turisti che scelgono stabilimenti italiani per le loro vacanze. Entrambi ritengono invece che il governo abbia svolto un buon lavoro nel redigere una mappatura delle coste, su cui il 67% sarebbe aperto al libero mercato. Marco Maurelli, presidente di Federbalneari, sottolinea le difficoltà del governo nel cercare di ripristinare la situazione, mettendo in evidenza l’importanza di una riforma efficace che eviti ulteriori problematiche legali.
il dialogo come alternativa alla protesta
La necessità di trovare un compromesso
Cristiano Tomei, coordinatore di Cna balneari, ha lanciato un’appello a considerare il dialogo come strumento privilegiato rispetto alla protesta. Tomei critica la divisione interna della categoria e invita all’unità , mentre Antonio Capacchione, presidente del SIB, chiarisce che il loro sciopero sarà pacifico e “gentile”. Per quanto riguarda le opinioni contrastanti dalle associazioni dei consumatori, egli sottolinea l’importanza del gesto di protesta che avrà penali minime per i turisti, decidendo di offrire, ai pochi presenti, colazioni composte da brioche e frutta.
Maurizio Rustignoli della FIBA conferma che la manifestazione non è un simbolo di vanità , ma un tentativo di difendere gli interessi collettivi. Secondo le stime, si prevede una partecipazione dell’80% da parte degli operatori balneari, mantenendo comunque attivi tutti i servizi, come quelli di salvataggio, per garantire sicurezza e igiene.
La questione delle concessioni balneari
Uno dei temi fondamentali che gravita attorno alla protesta è la procedura di infrazione europea. L’Italia è accusata di non aver rispettato la direttiva Bolkestein, che prevede la riassegnazione delle concessioni balneari. Mentre i colloqui con Bruxelles proseguono, la pressione aumenta e il governo sta cercando di risolvere la situazione. Fonti vicine all’esecutivo hanno annunciato che questo importante dossier sarà discusso durante uno dei prossimi Consigli dei ministri, con l’ipotesi di una proroga delle concessioni fino al 2030 in aree dove l’occupazione delle spiagge è sotto il 25%.
una questione di rilevanza europea
L’attenzione internazionale sulla protesta
La mobilitazione degli stabilimenti balneari ha rapidamente guadagnato attenzione anche a livello internazionale. La stampa estera ha riportato le notizie riguardanti la protesta, con i rappresentanti del settore che affermano di aver acceso un faro su questo tema cruciale. Le esperienze passate, come nel caso di JESOLO, dove i vecchi concessionari hanno dovuto cedere il passo a nuovi operatori, portando a un aumento delle tariffe, sono ora al centro del dibattito. La tensione e i cambiamenti nella gestione delle concessioni balneari continuano a rappresentare una sfida significativa per il settore, che si trova all’incrocio tra l’esigenza di riforma e la salvaguardia dell’industria turistica italiana.
L’evento del 9 agosto è un chiaro segno della determinazione della categoria e della complessità della questione, elementi che continueranno a mantenere alta l’attenzione pubblica e mediatica nelle prossime settimane.