Sciopero di Natale alla Ericsson di Genova: dipendenti protestano contro otto licenziamenti

Sciopero di Natale alla Ericsson di Genova: dipendenti protestano contro otto licenziamenti

Protesta dei dipendenti di Ericsson contro otto licenziamenti durante la festa natalizia, evidenziando un clima di incertezza e malessere dopo anni di ridimensionamenti e tagli occupazionali.
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Sciopero di Natale alla Ericsson di Genova: dipendenti protestano contro otto licenziamenti - Gaeta.it

La giornata di festa in casa Ericsson si tinge di malinconia con un’agitazione che ha coinvolto i dipendenti. Quattro ore di sciopero e un presidio davanti alla sede di Erzelli hanno segnato la protesta contro il licenziamento collettivo di otto lavoratori. Questo incontro, che avrebbe dovuto essere dedicato alla celebrazione natalizia, è diventato un’occasione per esprimere disappunto e indignazione nei confronti di una condizione lavorativa già pesantemente segnata da anni di ridimensionamenti e tagli.

Licenziamenti e crisi occupazionale

Il sindacato Slc Cgil non ha nascosto il suo rammarico, evidenziando un quadro occupazionale già critico. Secondo le stime, dal 2012 il personale di Ericsson è passato da 900 a sole 390 unità, un significativo calo che ha impoverito non solo il numero dei dipendenti, ma anche il tessuto aziendale. La nota diffusa dal sindacato sottolinea che la decisione di procedere con ulteriori tagli, proprio durante una manifestazione di festa, rappresenta una contraddizione inaccettabile.

Sonia Montaldo, segretaria generale di Slc Cgil Genova, ha commentato la situazione dicendo: “Oggi si festeggia, mentre dall’altra parte si decidesse di licenziare.” La dualità di una celebrazione che coincide con l’annuncio di otto licenziamenti è un segnale forte e negativo. L’azienda ha giustificato le sue scelte con l’illecito argomento che il reparto in questione sarebbe stato automatizzato e digitalizzato, ma questa spiegazione non ha convinto i rappresentanti sindacali, che considerano il passaggio un vero e proprio colpo al lavoro umano.

Le contestazioni alle motivazioni di Ericsson

In risposta alle dichiarazioni aziendali, Massimo Dalla Giovanna, rappresentante sindacale dell’RSU Slc Cgil Ericsson, ha messo in dubbio la validità delle motivazioni presentate dall’impresa. “Non è vero che Ericsson non farà più questo lavoro,” ha affermato Dalla Giovanna. In effetti, i lavoratori rimasti sono stati incaricati di collaborare con i colleghi svedesi, suggerendo che le operazioni non saranno eliminate, ma piuttosto spostate. La percezione di questi trasferimenti ha colpito non solo i dipendenti coinvolti, ma ha sollevato interrogativi su un futuro incerto per l’intera struttura.

Il sindacato ha ribadito come questi licenziamenti siano ingiustificati, evidenziando che i lavoratori in questione sono professionisti esperti, con anni di servizio all’interno dell’azienda. Molti di loro potrebbero infatti essere ricollocati in altre mansioni, piuttosto che subire l’onta del licenziamento. Questo rende la situazione ancora più difficile da accettare per i dipendenti, che si sentono abbandonati e poco valorizzati.

Un clima di incertezza all’interno dell’azienda

Il clima che si respira in Ericsson è carico di preoccupazione e sfiducia. La protesta non è solo una reazione immediata a questi otto licenziamenti; è rappresentativa di un malessere più profondo, radicato in anni di instabilità e incertezze lavorative. I dipendenti che attendono il Natale in un clima di conflitto e di scontento denunciano come scegliere di ridurre la forza lavoro possa avere ripercussioni negative non solo sull’ambiente lavorativo, ma anche sulla qualità dei servizi prestati dall’azienda stessa.

Responsive alle istanze di chi lavora lì, Ericsson rappresenta un microcosmo di sfide che molte altre aziende in Italia e nel mondo si trovano ad affrontare. I lavoratori chiedono un confronto diretto con la dirigenza; si torna a parlare di dialogo e di nuove strategie per affrontare un’era di profondi cambiamenti tecnologici e culturali, che richiedono un supporto deciso agli addetti del settore. La speranza è che queste richieste vengano ascoltate, per ricostruire un ambiente lavorativo sereno e produttivo, soprattutto nei momenti di festa, che dovrebbero rappresentare un’opportunità per unire e non dividere.

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Donatella Ercolano

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