Una mobilitazione imponente ha caratterizzato il sciopero generale di venerdì 29 novembre, con i sindacati che hanno annunciato la partecipazione di circa 500mila persone in 43 piazze italiane. I manifestanti chiedono una revisione della legge di bilancio e incrementi salariali, puntando il dito contro il governo per la carenza di attenzione ai temi fondamentali come lavoro, salute e educazione. Questo articolo esplora i dettagli dell’evento, le posizioni espresse dai leader sindacali e governativi, e l’impatto reale della protesta sulle varie categorie di lavoratori.
La partecipazione e le reazioni
I sindacati principali, Cgil e Uil, raccontano di un’affluenza straordinaria con una partecipazione che supera il 70%, mentre il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, offre una visione contrastante. Secondo lui, i dati sulle adesioni alle varie categorie lavorative non giustificherebbero le stime sindacali e afferma che solo il 4% del personale postale ha partecipato allo sciopero, evidenziando un divario profondo tra le percezioni sindacali e governative. Salvini, nel suo intervento radiofonico, riconosce il diritto di esprimere dissenso, ma pone l’attenzione sulla maggioranza silenziosa dei lavoratori che hanno scelto di non aderire. Il ministro ha osservato come nonostante la mobilitazione, la vita di molti italiani è proseguita regolarmente grazie alla sua decisione di precettare lo sciopero.
Inoltre, Salvini ha commentato anche le tensioni registrate durante le manifestazioni, in particolare a Torino, dove alcuni manifestanti hanno bruciato foto della premier Meloni e di altri ministri. Le sue parole suggeriscono che provocazioni simili potrebbero essere lette come un invito all’azione violenta e che i leader sindacali avrebbero bisogno di essere più responsabili nel loro linguaggio. Allo stesso tempo, Salvini ha difeso il sacrosanto diritto allo sciopero, ponendo però sul piatto l’argomento che un numero crescente di manifestazioni anticipa una deriva politica anziché una reale aggressione ai diritti dei lavoratori.
Le richieste dei sindacati
La protesta è stata guidata da rivendicazioni chiare e articolate. I sindacati affermano che la legge di bilancio attuale non risponde adeguatamente ai problemi economici e sociali del paese, lasciando indietro temi cruciali come salari e servizi pubblici. A Bologna, il leader sindacale Landini ha esortato direttamente il governo, affermando che “la piazza non si precetta”, segnalando che i lavoratori stanno facendo sentire la propria voce contro le misure che considerano inadeguate.
Bombardieri, altro leader sindacale, ha ribadito la necessità di un intervento significativo per garantire aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro, contrastando la posizione più moderata di altri sindacati, come la Cisl, che ha avuto una visione più positiva sulla manovra economica. Questo disaccordo all’interno del movimento sindacale è stato interpretato da Landini come un tentativo governativo di dividere le organizzazioni, minando la coesione della lotta per i diritti dei lavoratori. La lotta dei sindacati non si ferma solo agli stipendi, ma si estende anche sull’importanza di garantire una rappresentanza collettiva forte e unita.
L’adesione nei vari comparti
Analizzando più a fondo i numeri, i dati forniti da Cgil e Uil segnalano percentuali significative di adesione in diversi settori. Nel settore metalmeccanico, per esempio, le adesioni variano dal 95% nello stabilimento Ast di Terni all’85% in Ducati di Bologna e al 74% in Bosch di Bari. Il settore agroalimentare ha visto partecipazioni sorprendenti, con un’adesione totale nei grandi stabilimenti del gruppo Heineken a Taranto, così come nelle sedi di Sammontana a Firenze e Citterio a Parma.
Nel trasporto, l’adesione è stata particolarmente elevata nei porti ma ha risentito della precettazione, con risultati variabili nel trasporto pubblico locale. Le città di Torino e Cagliari hanno registrato importanti adesioni, con più dell’80% dei lavoratori che ha incrociato le braccia. Questo è stato evidenziato dalla chiusura di molte linee di trasporto e dalla cancellazione di numerosi voli da parte della compagnia Ita Airways.
Nel settore educativo, nonostante i sindacati parlino di molte scuole chiuse, il Ministero dell’Istruzione fornisce stime nettamente inferiori, suggerendo che la partecipazione tra il personale scolastico si attesti sotto il 6%. Questi scostamenti nei dati indicano una polarizzazione crescente tra i punti di vista sindacali e governativi sul livello di mobilitazione espresso dai lavoratori in questo giorno di sciopero.
Ultimo aggiornamento il 30 Novembre 2024 da Donatella Ercolano