Nelle ultime settimane, il Mozambico è balzato agli onori della cronaca a causa di scontri violenti che hanno colpito il Paese. Le proteste sono scoppiate a seguito della ratifica da parte della Corte costituzionale dei risultati delle elezioni generali tenutesi il 9 ottobre, dove il partito Frelimo ha ottenuto la maggioranza, continuando la sua storica egemonia nel governo da oltre 50 anni. Le tensioni tra opposte fazioni politiche hanno provocato decine di morti e un clima di incertezza che ha messo a dura prova la già fragile situazione sociale del Mozambico.
Gli episodi di violenza
Negli ultimi giorni di dicembre, in particolare tra il 23 e il 24, centinaia di persone si sono mobilitate in numerose città, dando vita a manifestazioni che hanno rapidamente degenerato in violenti scontri. Le forze di polizia sono state costrette a intervenire con gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, i quali hanno eretto barricate e appiccato incendi a veicoli e cassonetti. Il governo del Mozambico, tramite il ministero dell’Interno, ha riferito di almeno 21 morti, tra cui due poliziotti, e circa 25 feriti a seguito di più di 250 episodi di violenza registrati.
Mentre il governo si impegna a contenere le manifestazioni, la situazione appare sempre più tesa, con i manifestanti che accusano il partito Frelimo di aver manipolato le elezioni. Le strade delle principali città del Mozambico, come Maputo e Beira, sono scene di caos, con gli affrontamenti tra cittadini e forze dell’ordine che stanno causando un forte senso di paura e insicurezza.
Le elezioni del 9 ottobre e le contestazioni
Le elezioni del 9 ottobre hanno segnato un importante capitolo per la politica mozambicana, con il partito Frelimo che si è aggiudicato il 61% dei voti, secondo quanto certificato dalla Corte costituzionale. Con questo risultato, Frelimo è riuscito ad ampliare la propria maggioranza parlamentare, passando da 184 a 195 seggi su un totale di 250. Tuttavia, il clima di consenso si è rapidamente deteriorato a causa delle accuse di irregolarità che sono emerse nei giorni seguenti.
Le principali forze di opposizione, il partito Renamo, storicamente uno dei più influenti in Mozambico, e il nuovo partito Podemos, hanno denunciato errori e irregolarità durante le elezioni. Osservatori internazionali hanno sollevato dubbi sulla trasparenza del processo elettorale, rafforzando le accuse di brogli. Queste contestazioni hanno generato un clima di grande instabilità, portando molti cittadini a scendere in piazza per far sentire la propria voce contro un governo, secondo loro, autoritario e incapace di gestire la democrazia.
La fuga del leader di opposizione
Uno degli eventi chiave che ha acceso ulteriormente le manifestazioni è stato l’omicidio di due funzionari del partito Renamo, avvenuto mentre stavano raccogliendo documenti per presentare un ricorso contro i risultati delle elezioni. Questo tragico evento ha spinto il leader del Renamo, Ossufo Momade, a lasciare il Paese, rifugiandosi in Sudafrica per paura di un possibile attentato. Dalla sua nuova base, Momade ha fortemente criticato le azioni del governo, dichiarando illegittimo il risultato delle elezioni e ribadendo la necessità di un processo elettorale equo e trasparente.
La sua fuga e le accuse rivolte al governo hanno alimentato i fuochi delle proteste, con moltissimi cittadini che si sono mobilitati per sostenere le istanze dell’opposizione. Oltre alla lotta contro i risultati delle elezioni, i manifestanti hanno messo in luce le crescenti tensioni economiche e sociali che affliggono la popolazione, rendendo la situazione ancor più complessa.
Il Mozambico si trova ora di fronte a una crisi profonda e multifattoriale, dove gli sviluppi futuri della situazione politica rimangono incerti. La comunità internazionale osserva attentamente, mentre il Paese lotta per trovare una via d’uscita da questo vortice di violenza e insoddisfazione popolare.
Ultimo aggiornamento il 24 Dicembre 2024 da Armando Proietti