Il 25 aprile 2025 a Trieste ha visto una manifestazione per gli 80 anni della liberazione, che ha registrato momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine. Il corteo è partito dal quartiere di San Giacomo, aperto da uno striscione con la scritta “l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo”, ma si è presto trasformato in un confronto acceso.
Il corteo partito da san giacomo e i primi momenti di tensione
La manifestazione è iniziata questa mattina dal quartiere di San Giacomo, con un gruppo di partecipanti che portavano avanti l’antifascismo come tema centrale. Dopo poche centinaia di metri, la situazione si è fatta tesa. Alcuni antagonisti hanno avuto uno scontro diretto con polizia e carabinieri, sfociato in uno scambio di colpi e manganellate. Le forze dell’ordine sono intervenute per cercare di contenere i disordini, anche se per breve tempo ci sono stati momenti di paura tra i passanti e le attività commerciali nella zona.
Le tensioni non sono durate a lungo, grazie al rapido intervento degli agenti che hanno riportato la calma. Non sono stati segnalati feriti gravi, ma le immagini e i racconti sui social mostrano gli attimi di concitazione vissuti durante gli scontri. Gli antagonisti, legati a posizioni più estreme, hanno cercato di far sentire la loro voce in modo aggressivo, ma la situazione è stata contenuta entro pochi minuti.
La protesta e le motivazioni degli antagonisti
Nel corso del corteo, tra le urla e gli slogan, si sono distinti i cori che ripetevano “siamo tutte antifasciste, siamo tutti antifascisti”. Questi slogan hanno scandito il desiderio di riaffermare un antifascismo attivo e senza deleghe a rappresentanti o istituzioni. All’interno del corteo sono stati distribuiti volantini in cui si celebrava la Resistenza ma si criticava apertamente l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni.
Il materiale distribuito sottolineava la necessità di un ripensamento sulle politiche nazionali e una presa di posizione più netta contro quello che i manifestanti hanno definito un crescente rischio di autoritarismo e revisionismo storico. La presenza di questi messaggi ha caratterizzato in modo netto il corteo, che ha puntato molto su un richiamo forte alla memoria storica e alla partecipazione attiva.
La prosecuzione del corteo e la cerimonia alla risiera di san sabba
I manifestanti, dopo la partenza turbolenta da San Giacomo, sono attesi a unirsi alla manifestazione principale organizzata dalla Cgil. Questo raduno si svolgerà davanti al monumento ai caduti di Servola, Sant’Anna e Coloncovez. Da lì, i cortei proseguiranno insieme lungo un percorso che culminerà al complesso della Risiera di San Sabba.
Il sito storico della risiera, con la sua memoria legata agli orrori della seconda guerra mondiale, ospiterà la cerimonia più significativa della giornata. Qui si svolgeranno i discorsi ufficiali e gli omaggi ai partigiani e alle vittime del nazifascismo. La manifestazione vede la partecipazione di istituzioni, sindacati e rappresentanti della società civile, accanto a gruppi più radicali come quelli che hanno preso parte al corteo di San Giacomo.
L’importanza storica e sociale dell’evento a trieste
L’80esimo anniversario della liberazione ha sempre un peso significativo nel calendario di Trieste. La città, a lungo contesa durante e dopo la guerra, conserva una memoria vivida di quegli anni e delle lotte partigiane. La Risiera di San Sabba, unico campo di concentramento nazista in Italia, rappresenta un luogo di memoria imprescindibile.
Quest’anno la manifestazione si è svolta in un contesto segnato da tensioni politiche e sociali. La presenza di movimenti antagonisti ha portato in strada una voce critica verso il governo e la percezione di un ritorno di posizioni estremiste. Nonostante i momenti di tensione, l’evento ha mantenuto un filo conduttore legato alla commemorazione dei sacrifici fatti durante quel periodo.
I cittadini e le autorità locali hanno risposto con attenzione alle criticità emerse, con l’obiettivo di conservare lo spirito della giornata. Le forze dell’ordine hanno assicurato la sicurezza generale, cercando di evitare che gli scontri degenerassero e disturbassero le celebrazioni ufficiali. Trieste conferma così la sua dedizione alla memoria della resistenza e la lotta contro ogni forma di fascismo.