Una scoperta sorprendente nel Mar Baltico, a breve distanza dalla cittadina tedesca di Rerik, sta suscitando interesse e curiosità nel mondo della ricerca archeologica. Un antico muro di pietra lungo circa 914 metri e risalente a oltre 10.000 anni fa è emerso dalle acque. Chiamato “Blinkerwall”, questo muro è posizionato a una profondità di circa 21 metri e potrebbe fornire nuovi spunti sulla vita delle prime comunità europee.
Descrizione del Blinkerwall e ricerche preliminari
La struttura del Blinkerwall è composta da circa 1.700 pietre, estendendosi con una larghezza che raggiunge i 2 metri e un’altezza massima che sfiora il metro. Le ricerche indicano che fu costruita durante il Mesolitico, un periodo che va da 10.000 a 8.500 anni fa. Si ritiene che la struttura sia stata abbandonata e poi sommersa a causa dell’innalzamento del livello del mare, che ha trasformato l’area in un fondale marino.
Questo ritrovamento sfida le convinzioni consolidate sulle abitudini delle comunità preistoriche, abitualmente considerate nomadi e prive di strutture complesse. La presenza di una costruzione di tali dimensioni suggerisce invece l’esistenza di una società meglio organizzata, in grado di realizzare opere architettoniche di grande respiro.
Il Blinkerwall offre la possibilità di rivedere le narrazioni relative alle società di cacciatori e raccoglitori, che fino a oggi erano viste come prevalentemente nomadi. Le scoperte iniziali sollevano interrogativi sull’organizzazione sociale e sulla vita quotidiana di queste comunità, inducendo i ricercatori a esplorare la complessità dei rapporti sociali e delle tecniche di sussistenza adottate.
Progetto di ricerca sul Blinkerwall
Per studiare più a fondo il Blinkerwall, un team di ricercatori guidato dal Leibniz Institute for Baltic Sea Research ha ricevuto un finanziamento di quasi un milione di euro. Il progetto, che avrà una durata compresa tra il 2025 e il 2027, sarà realizzato in collaborazione con il Leibniz Center for Archaeology e le università di Rostock e Kiel. Obiettivo delle ricerche è indagare sull’origine e il ruolo di questo muro nella vita delle comunità mesolitiche.
Una delle teorie più intriganti suggerisce che il Blinkerwall possa essere stato usato come un metodo per la caccia alle renne. Se tali ipotesi fossero confermate, ciò rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione nella comprensione del grado di stanzialità e delle abitudini delle popolazioni che abitavano quest’area durante l’epoca preistorica.
La tecnologia al servizio della ricerca archeologica
I ricercatori hanno realizzato un modello 3D del Blinkerwall per analizzare in dettaglio la sua struttura e comprenderne le caratteristiche. Questa innovazione tecnologica permette di avere una visione più chiara dell’antica costruzione, facilitando il lavoro degli archeologi e rendendo possibile una comunicazione efficace della scoperta al pubblico.
Le analisi preliminari escludono che il muro sia il risultato di fenomeni naturali come correnti oceaniche o movimenti glaciali, sostenendo ulteriormente l’ipotesi che si tratti di un manufatto umano. L’uso di modelli tridimensionali consente, infatti, di coinvolgere la comunità e riguardare con maggiore attenzione il patrimonio archeologico sommerso, spesso trascurato.
Una nuova prospettiva sulla Preistoria
La scoperta del Blinkerwall offre una visione diversa e più complessa delle civiltà europee nel periodo preistorico. La creazione di un’opera così grande richiedeva una comprensione profonda dell’ambiente, nonché una pianificazione sociale che va oltre le aspettative attuali sulle popolazioni paleolitiche e mesolitiche.
La presenza di un muro così elaborato non solo evidenzia un’organizzazione sociale avanzata, ma suggerisce anche che queste comunità avessero già adottato pratiche stanziali, contrariamente all’idea prevalente di nomadismo. Gli studiosi stanno ora approfondendo il contesto della scoperta per ridefinire le attuali conoscenze sulla vita quotidiana delle società antiche.
Mentre i ricercatori continuano a esplorare i misteri del Blinkerwall, il ritrovamento invita a una riflessione sulle prime comunità europee, promuovendo una rivalutazione delle nostre nozioni sulla Preistoria.
Ultimo aggiornamento il 7 Dicembre 2024 da Sara Gatti