Scoperta choc in Thailandia: 73 cadaveri trovati in monasteri buddisti, si indaga su usi rituali

Scoperti 73 cadaveri in templi buddisti thailandesi, avviate indagini su pratiche di meditazione non convenzionali e sulla legalità delle donazioni. La comunità buddista è in allerta per le implicazioni etiche.
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Scoperta choc in Thailandia: 73 cadaveri trovati in monasteri buddisti, si indaga su usi rituali - Gaeta.it

Un inquietante ritrovamento è avvenuto in Thailandia, dove le autorità hanno rinvenuto 73 cadaveri in due templi buddisti. L’inchiesta è partita dopo la scoperta iniziale di 12 corpi in un monastero della provincia di Kamphaeng Phet. Le indagini adesso si soffermano sulle pratiche non convenzionali di meditazione legate all’uso di questi resti umani, mentre emergono dubbi sulla legalità delle donazioni effettuate.

Ritrovamento e avvio delle indagini

La macabra scoperta è stata fatta domenica presso il tempio di Pak Nakhon Chaibovorn, situato nella provincia di Phichit. Le autorità hanno avviato delle ricerche dopo la segnalazione della prima serie di cadaveri i cui corpi sono stati precedentemente rinvenuti in un monastero vicino. La polizia ha subito attivato le procedure necessarie per identificare i defunti e verificare le circostanze della loro morte, ponendo particolare attenzione al fatto che vi siano state donazioni consapevoli da parte dei familiari.

Inizialmente, i monaci coinvolti hanno presentato certificati di morte e autorizzazioni per la donazione degli organi, raccolte che sono state ora sottoposte a scrutinio per assicurarsi che i cadaveri non siano stati prelevati illegalmente. L’inquirente ha puntualizzato che la priorità è comprendere se i corpi derivano da persone che si sono effettivamente offerte al monastero prima di decedere. I resti, provenienti appunto da seguaci del monastero, vengono cremati dopo essere stati utilizzati per pratiche di meditazione. Attualmente, il tempio è stato chiuso al pubblico in attesa delle verifiche necessarie.

Le pratiche di meditazione associate ai resti

Il capo del monastero di Pak Nakhon Chaibovorn, Phra Ajarn Saifon Phandito, ha rilasciato un’intervista dove spiega che l’impiego dei corpi fa parte di una particolare tecnica di meditazione che ha ideato. In base alle dichiarazioni del monaco, molti dei suoi studenti sono a loro volta sacerdoti che diffondono questa metodologia a un pubblico più ampio. Nella struttura, sono presenti bungalow dove gli studenti praticano meditazione tra bare contenenti resti umani. Queste rivelazioni hanno suscitato reazioni contraddittorie, e il direttore per il buddismo della provincia, Kom Pattarakulprasert, ha messo in dubbio la serenità dell’approccio.

Il responsabile aveva precedentemente chiesto se tali pratiche avessero luogo e gli era stato risposto negativamente. Tuttavia, una volta emersi i dettagli sugli 41 cadaveri, ha deciso di esaminare più approfonditamente la situazione, coinvolgendo altre autorità religiose per discutere dell’effettiva correttezza di tali pratiche meditativo-rituali. La preoccupazione è adesso cresciuta tra i membri della comunità buddista, che si chiedono se l’uso del corpo senza vita per fini meditativi possa essere considerato appropriato o meno.

Espansione delle indagini sulle pratiche in Thailandia

Mentre le indagini continuano, le forze dell’ordine stanno cercando di determinare se questa pratica di meditazione con relativo uso dei cadaveri possa essere diffusa in tutta la Thailandia. Fonti locali riferiscono che alcuni dei resti rinvenuti erano in avanzato stato di decomposizione o presentavano solo le ossa. Si è appreso che i monaci utilizzavano i resti a scopo educativo per insegnare ai bambini tecniche di concentrazione e meditazione, provocando un dibattito sulla moralità di tali esposizioni e sul rispetto dei defunti.

Questa scoperta struggente solleva interrogativi sulla fusione di tradizioni spirituali e pratiche contemporanee. Attualmente, c’è una necessità urgente di chiarire non solo la legalità delle azioni dei monasteri coinvolti, ma anche il contesto culturale e religioso in cui operano. La società thailandese e la comunità buddista si trovano ad affrontare una questione critica, che potrebbe influire sulle credenze tradizionali e sull’immagine del buddismo nel Paese.

Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Elisabetta Cina

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