Una straordinaria scoperta archeologica ha sorpreso la comunità di Viterbo: un cunicolo sotterraneo di decine di chilometri è emerso nel sottosuolo, rivelando un possibile collegamento diretto tra la città laziale e Roma. La galleria, rimasta nascosta per secoli nel tufo della Tuscia, è stata scoperta nei giorni scorsi durante dei lavori di scavo, generando grande curiosità tra gli esperti e la cittadinanza. Questo misterioso passaggio potrebbe offrire nuove intuizioni sulla storia e l’urbanistica del territorio, nonché su antiche vie di comunicazione.
La scoperta casuale nel sottosuolo di Viterbo
La nascita di questa scoperta eccezionale risale a un intervento ordinario nei sotterranei del centro storico di Viterbo. Durante le operazioni, alcuni tecnici si sono imbattuti nell’imbocco del cunicolo e hanno subito segnalato la questione alla Soprintendenza archeologica. Gli esperti, giunti prontamente sul posto, hanno confermato la rilevanza del ritrovamento, sorprendendosi per la sua portata. Un archeologo dell’Università della Tuscia ha dichiarato di non aver mai visto nulla di simile in Italia. Per tutelare la scoperta da atti vandalici e furti, l’ingresso del cunicolo è stato mantenuto riservato, mentre un gruppo di speleologi volontari ha iniziato a esplorarne i tratti iniziali in sicurezza.
Le analisi preliminari suggeriscono che il tunnel si sviluppi verso sud-est, indirizzandosi verso la capitale. I primi esploratori hanno percorso alcuni chilometri di galleria, osservando un passaggio di considerevoli dimensioni, circa tre metri di altezza e due di larghezza, con pareti in ottimo stato. Attraverso una telecamera filoguidata, si è potuto documentare che il cunicolo continua per diverse distanze oltre i limiti abitati, raggiungendo già la zona di Sutri e con la possibilità di arrivare fino a Prima Porta, alle porte di Roma. Se confermato, questo passaggio rappresenterebbe un sistema sotterraneo continuo di oltre 80 chilometri, un fatto davvero inedito nel contesto italiano.
L’interesse e la curiosità della cittadinanza
La notizia della scoperta ha innescato un’ondata di curiosità e ironia tra i residenti di Viterbo, che hanno iniziato a speculare divertiti le possibili applicazioni pratiche di un tunnel sotterraneo per i viaggi quotidiani verso Roma. Infatti, da anni i pendolari locali affrontano lunghe code e ritardi sul traffico della via Cassia. Uomini e donne, stanchi dalla routine quotidiana, hanno iniziato a scherzare sull’utilizzo del cunicolo come scorciatoia per i loro spostamenti, con frasi del tipo: “Magari alla fine faccio prima a camminare sottoterra piuttosto che in macchina.” Un commento social ha catturato l’attenzione, evocando l’idea di recarsi al lavoro con un caschetto minerario. Seppur le battute siano innumerevoli, l’idea che Viterbo possa vantare un collegamento nascosto con la capitale ha acceso l’immaginazione di molti cittadini.
Indagini archeologiche e classificazione del cunicolo
Ora tutta l’attenzione è focalizzata sulle indagini archeologiche, per determinare l’età e la funzione originale di questo passaggio sotterraneo. Le osservazioni iniziali hanno dimostrato che il cunicolo è stato scavato nel caratteristico banco di tufo della Tuscia. Le modalità di scavo e le dimensioni suggeriscono collegamenti con altri cunicoli etruschi rinvenuti in loco, utilizzati in tempi antichi come acquedotti o vie di fuga. Secondo il direttore degli scavi, alcuni tratti presentano segni di lavorazione che potrebbero risalire all’epoca etrusca. Tuttavia, parti del tunnel mostrano muri in mattoni e archi in pietra, indicando possibili ristrutturazioni successive in epoche romane o medievali.
Il mistero sulla funzione di questo lungo cunicolo rimane quindi aperto. Tra le supposizioni vi è quella che possa trattarsi di un antico tunnel consolare mai documentato ufficialmente oppure di un passaggio di comunicazione utilizzato da messi papali nel Medioevo, epoca in cui Viterbo era sede di vari papi. Incontri tra storici locali suggeriscono che in passato alcune città etrusche utilizzassero gallerie simili per scopi militari, come nel caso di Veio, lasciando aperta la possibilità che il tunnel potesse avere una funzione strategica.
Prossimi passi e cooperazione istituzionale
Le autorità competenti stanno ora avviando le prime operazioni di tutela dell’area e collaborando con l’Università della Tuscia per una mappatura dettagliata del cunicolo. L’obiettivo è utilizzare il georadar per verificare la continuità del tunnel fino a Roma, predisponendo anche scavi mirati in collaborazione con gli enti capitolini. Gli esperti stanno sottolineando la necessità di procedere con cautela per garantire sia la sicurezza sia la salvaguardia dei reperti archeologici.
I prossimi giorni potrebbero vedere una piccola spedizione di archeologi e speleologi equipaggiati per un’analisi diretta del cunicolo, un’iniziativa che promette di scoprire ulteriori segreti sepolti nel tempo. L’ammontare di ciò che è stato rinvenuto finora non ha precedenti, destando un rinnovato interesse e setacciando il confine tra realtà e leggenda che da sempre circonda le antiche gallerie della nostra storia. Se la connessione tra Viterbo e Roma sarà confermata, avremmo un’opera sotterranea in grado di riscrivere l’immagine della storia e dell’urbanistica della regione.