Un’operazione della polizia ha portato alla luce due call center utilizzati per truffare anziani, portando a 22 arresti e 77 indagati. Ad essere sequestrato un milione e settecentomila euro, considerati provento delle attività illecite di un’organizzazione ben struttura. Il lavoro delle forze dell’ordine si è concentrato su un fenomeno già noto, ma che ha raggiunto dimensioni preoccupanti, evidenziando la vulnerabilità delle fasce più deboli della popolazione.
Dettagli dell’operazione e arresti
Gli arresti sono avvenuti il 10 aprile 2025, sotto la direzione della squadra mobile di Genova, coordinata dalla locale procura e in collaborazione con i colleghi di Napoli e altre città italiane. I centri operativi per le truffe erano ubicati a Forcella, nel cuore di Napoli, e ad Aversa. Le operazioni hanno rivelato una rete di truffatori che non esitava a sfruttare la buona fede degli anziani, contattandoli telefonicamente per estorcere somme ingenti di denaro, oltre a gioielli e beni di valore.
L’organizzazione non solo ha dimostrato un’astuzia notevole nell’inganno, ma ha anche contato su un numero significativo di complici, fatta da esperti telefonisti e “trasfertisti”, che operavano a livello nazionale per ritirare i soldi estorti. Questo schema ha generato un allarmante aumento di segnalazioni da parte delle vittime, inclusi casi estremi.
Un modus operandi spietato
Il modus operandi dell’organizzazione era ben collaudato. L’anziano contattato riceveva una telefonata da un presunto agente di polizia o carabiniere, che lo informava di un incidente coinvolgente un famigliare, richiedendo immediatamente il pagamento di una somma per evitare conseguenze legali. Le chiamate, descritte come estenuanti, avevano lo scopo di destabilizzare psicologicamente le vittime e indurle a cedere i propri risparmi.
È emerso che sono state accertate 103 vittime, la più anziana delle quali ha raggiunto il centesimo anno di vita. Inizialmente, l’insolito caso era stato segnalato da una vittima a Genova, che aveva subito una perdita di 12 mila euro. Questo ha avviato le indagini, risalendo alle radici di un’organizzazione ramificata tra Napoli e Caserta.
La struttura dell’organizzazione
La complessità dell’organizzazione truffaldina ha stupito gli investigatori. Oltre ai telefonisti, che erano specializzati nell’arte dell’inganno e nell’instillare paura, c’erano trasfertisti che ritiravano i fondi dalle vittime, una rete orchestrata in modo tale da garantire l’efficienza delle operazioni. Gli operatori effettuavano tra le 600 e le 1200 chiamate al giorno, supportati da un’efficace distribuzione di risorse su diverse province italiane.
Grazie a questa organizzazione ben strutturata, si stima che il bottino totale possa superare i due milioni di euro. Gli arresti hanno colpito individui di diverse età , dimostrando come la criminalità possa abbracciare una vasta gamma di profili.
Lista degli arrestati
Ecco i nomi dei 22 arrestati nell’ambito dell’inchiesta:
- Anna Auriola, 29 anni
- Ciro Caiazza, 57 anni
- Beniamino Cipolletta, 35 anni
- Salvatore Cecere, 22 anni
- Giuseppe Cretella, 26 anni
- Giuseppe Desiato, 24 anni
- Stefano Di Guida, 19 anni
- Giuseppe Di Maio, 54 anni
- Diego Fabbraro, 43 anni
- Antonio Fedele, 26 anni
- Antonio Frattini, 34 anni
- Natascia Ferrone, 50 anni
- Giuseppe Esposito, 55 anni
- Luciano Treglia, 56 anni
- Giuseppe Marano, 22 anni
- Mario Monaco, 52 anni
- Villetta Muroz, 26 anni
- Pasquale Paolone, 32 anni
- Antonio Ponticelli, 37 anni
- Sonia Solia Buccini, 21 anni
- Gennaro Villone, 21 anni
- Rosario Vittorio, 52 anni
Questa operazione ha messo un freno a un meccanismo truffaldino che ha colpito senza pietà molte persone vulnerabili, riportando alla giustizia criminali che sembravano agire all’insegna dell’impunità .