Una recente operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce un’imponente fabbrica di sigarette contraffatte situata a Rodano, un Comune in prossimità di Milano. Inizialmente utilizzato come deposito di fuochi d’artificio, il sito è stato trasformato in un’opificio clandestino per la lavorazione del tabacco di contrabbando. Undici persone sono state trovate all’interno, tutte coinvolte in una realtà segnata dallo sfruttamento e da violazioni della legge.
La scoperta dell’opificio clandestino
L’intervento delle forze dell’ordine
Nei giorni scorsi, un intervento mirato della Guardia di Finanza ha portato al sequestro di diverse strutture a Rodano, grazie all’intuizione degli inquirenti che hanno monitorato l’area per sospette attività illecite. Alla luce di precise indagini, i militari hanno scoperto un’infrastruttura dotata di macchinari professionali, allestita per la produzione e confezionamento di sigarette contraffatte con marchi noti come “Marlboro” e “Winston”. Strutture simili, ma destinate originariamente a ben altro utilizzo, rivelano l’adattamento del sito per scopi criminosi.
Condizioni di lavoro e sfruttamento
All’interno di questi capannoni, gli inquirenti hanno trovato 11 persone, tra cui dieci operai bielorussi, reclutati tramite un annuncio online per lavori stagionali. Questi lavoratori, al loro arrivo a Rodano, hanno scoperto di essere stati tratti in inganno. Avevano ricevuto promesse di guadagni mensili compresi tra i 2.500 e i 3.000 euro, ma si sono trovati rinchiusi in un ambiente di sfruttamento e debolezza. Una volta giunti sul posto, infatti, i loro telefoni sono stati sequestrati e le loro libertà limitate.
L’organizzazione criminale
Struttura dell’organizzazione
L’inchiesta ha evidenziato la presenza di un’organizzazione criminale transnazionale che sfrutta la vulnerabilità di lavoratori immigrati. Le autorità hanno fatto emergere una rete ben architettata, che non solo gestiva la produzione illegale di sigarette, ma controllava anche ogni aspetto della vita dei lavoratori, compromettendo gravemente i diritti fondamentali.
Le testimonianze dei lavoratori
Le testimonianze raccolte dai lavoratori bielorussi parlano di una vita di costante sorveglianza. Il sito era dotato di un circuito di videosorveglianza per monitorare i movimenti dei dipendenti, mentre il cancello di uscita era chiuso con chiavi non accessibili agli operai. Questo clima di paura e isolamento ha contribuito a mantenere il controllo su di loro, rendendo difficile la loro fuga o la richiesta di aiuto.
Il sequestro e gli arresti
Le operazioni della giustizia
Gli arresti e il sequestro della fabbrica clandestina sono avvenuti martedì scorso, convalidati dal giudice Fabrizio Filice. Il Pm Giovanni Tarzia ha ordinato il sequestro dell’opificio, dove sono stati rinvenuti oltre 3.510 chili di tabacco lavorato e 52.000 sigarette, tutte pronte per il mercato illegale. Questo intervento ha reso evidente la gravità delle attività illecite che si stavano svolgendo nell’area.
Reati e responsabilità
Mentre i 10 lavoratori bielorussi sono stati arrestati e successivamente rilasciati, si cerca di bilanciare il loro coinvolgimento nei reati di contrabbando e contraffazione con la loro condizione di vittime di sfruttamento. Questa dualità è stata riconosciuta dal gip Filice, il quale ha sottolineato come i lavoratori siano stati costretti a partecipare a queste attività sotto minaccia e coercizione.
La situazione a Rodano è un promotore di riflessioni sulle modalità di sfruttamento dei lavoratori immigrati in Italia e sulle gravi violazioni dei diritti umani che possono verificarsi in contesti di illegalità.