Scoperta una vasta rete di truffe agli anziani: 15 arresti a Napoli, tra cui il capo Giuseppe Esposito

Scoperta una vasta rete di truffe agli anziani: 15 arresti a Napoli, tra cui il capo Giuseppe Esposito

Arrestata una gang di truffatori capitanata da Giuseppe Esposito, responsabile di estorsioni a danno di anziani in tutta Italia, con un bottino mensile vicino al milione di euro.
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Scoperta una vasta rete di truffe agli anziani: 15 arresti a Napoli, tra cui il capo Giuseppe Esposito - Gaeta.it

Un’operazione della Procura di Napoli nord ha portato alla luce una gang di truffatori che, negli ultimi anni, ha estorto ingenti somme di denaro da anziani in tutta Italia. La banda, capitanata da Giuseppe Esposito, soprannominato ‘o zio, ha raccolto un bottino che si avvicina al milione di euro al mese. La cronaca di questa operazione rivela le dinamiche di un fenomeno allarmante che colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione.

I colpi della banda: truffe sistematiche a danno degli anziani

L’inchiesta ha svelato un modus operandi collaudato, caratterizzato da truffe mirate agli anziani. La banda operava su scala nazionale, cercando di colpire le vittime in contesti quotidiani. Le intercettazioni telefoniche rivelano dettagli operativi, con Esposito che si vantava delle sue capacità criminali, paragonandosi addirittura a Diego Maradona. In un’intercettazione del 4 settembre, mentre parlava con il complice Giuseppe Barretta, Esposito affermava: “Non stai discutendo con degli sprovveduti. Stai parlando con uno che questo mestiere l’ha inventato. Io sono come Maradona.”

Questo evidenzia l’arroganza e la presunzione che caratterizzavano il loro operato. La gang non si limitava a piccoli furti, ma pianificava attentamente ogni truffa, studiando le vittime e creando situazioni di confusione per disorientarle. Un esempio di questa strategia è il caso di un’anziana del rione Traiano, dalla quale Barretta aveva già sottratto 2.700 euro, ritenendo fosse pronto a esigere ulteriori somme.

Le intercettazioni: uno sguardo sulla mentalità criminale della gang

Le intercettazioni telefoniche, da sole, raccontano una storia di cinismo e spregiudicatezza. Un’altra conversazione tra Cristian Tammaro, uno degli arrestati, e suo padre rivela l’assenza di moralità nel loro operato: “Non devo guardare in faccia a nessuno. Come hanno fatto loro.” Queste frasi mettono in luce un ambiente familiare che perpetua comportamenti delinquenziali. La gang si era strutturata in una rete ben organizzata, in cui ogni membro ricopriva un ruolo specifico, dal reclutamento delle vittime allo svolgimento materiale delle truffe.

La testimonianza di un’anziana di Caivano, che ha denunciato la truffa ai carabinieri, mostra quanto fosse difficile difendersi da tali insidie. “Ti abbiamo fatto la truffa,” affermavano i membri della banda, deridendo la vittima e facendola sentire impotente. Tali approcci psicologici non solo miravano a derubare, ma anche a umiliare le vittime, creando un senso di impotenza e confusione.

La risposta delle autorità: un intervento deciso contro il crimine organizzato

Il blitz che ha portato all’arresto di 15 membri della banda è stato frutto di un’inchiesta complessa durata mesi, in cui gli investigatori hanno raccolto prove schiaccianti attraverso intercettazioni e atti di indagine. La decisione del giudice Mariangela Guida del Tribunale di Napoli Nord, che ha firmato l’ordinanza cautelare, evidenzia la gravità delle accuse e la necessità di intervenire con urgenza per proteggere la comunità.

Questi arresti rappresentano un duro colpo per le attività illecite in corso. Le forze dell’ordine si trovano ora a dover affrontare un fenomeno criminale che, sebbene smantellato in parte, potrebbe continuare a riprodursi in altre forme. La lotta al crimine organizzato è lunga e richiede un impegno costante da parte delle autorità, affinché le vittime, spesso fragili e vulnerabili, possano trovare protezione e giustizia.

Ultimo aggiornamento il 4 Dicembre 2024 da Sofia Greco

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