La recente scoperta di un bagno rituale ebraico risalente all’epoca romana, avvenuta ad Ostia Antica, rappresenta una svolta significativa nelle ricerche archeologiche legate alla presenza ebraica in Italia e in Europa. Questo ritrovamento, il primo del suo genere al di fuori di Israele, si inserisce in un contesto che evidenzia la ricca storia della comunità ebraica nel Mediterraneo. L’area archeologica è in fase di scavi da sei mesi e ha portato alla luce strutture e reperti che danno nuovo impulso alla conoscenza storica della cultura ebraica in Italia.
Il complesso archeologico di Ostia Antica
La scoperta è avvenuta in un’area centrale di Ostia Antica, mai indagata prima d’ora, a pochi passi dal noto piazzale delle Corporazioni. Gli archeologi hanno portato alla luce un sistema di corridoi decorati con mosaici, che conducono a un grande vano ipogeo. Le scale, scolpite nei mattoni, scendono verso una vasca circolare, un elemento cruciale dal punto di vista rituale. Questo ambiente, destinato ai bagni rituali, è caratterizzato da intonaco impermeabile e un sistema di approvvigionamento idrico, pensato per sfruttare le falde acquifere locali, sottolineando l’importanza della purezza rituale nella pratica ebraica.
Reperti eccezionali e il loro significato
La vasca ha restituito reperti di notevole rilevanza, tra cui una lucerna decorata con una menorah e un ramo di palma, e un bicchiere in vetro quasi integro. Questi oggetti, databili tra il V e VI secolo d.C., non solo offrono informazioni sulla vita quotidiana ma anche sull’aspetto rituale della comunità ebraica di Ostia. Secondo il rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, questo mikveh rappresenta una testimonianza straordinaria della presenza ebraica nell’Occidente, in un periodo in cui tali strutture erano maggiormente concentrate in Israele.
Le lucerne e i bicchieri rinvenuti rinforzano l’idea che Ostia fosse un centro vivace e in contatto con tradizioni culturali e religiose diverse. Questa scoperta non è solo un’importante aggiunta al patrimonio archeologico romano, ma anche un contributo alla comprensione dell’interazione tra le culture nel contesto dell’Impero Romano.
Un patrimonio archeologico da valorizzare
Alessandro D’Alessio, direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, ha messo in evidenza l’importanza storica della scoperta, che testimonia la presenza continua della comunità ebraica a Ostia sin dai tempi dell’impero. Oltre alla storica sinagoga di Ostia, che è una delle più antiche del Mediterraneo occidentale, questo bagno rituale si aggiunge a un insieme di luoghi di culto significativi per la cultura ebraica.
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sottolineato come questa scoperta confermi Ostia come un crocevia di culture e scambi, un luogo dove la tolleranza religiosa si manifestava nella vita quotidiana. Ostia non è semplicemente una replica di Roma, ma ne anticipa e amplia le dinamiche sociali e culturali, come dimostrano i venti mitrei, i luoghi di culto legati al culto di Mitra, e altri monumenti.
Il futuro degli scavi e la valorizzazione del patrimonio
Il progetto di scavo, denominato Ops – Ostia Post Scriptum, nasce dalla collaborazione tra il Parco Archeologico e alcune università italiane ed è sostenuto da finanziamenti stanziati dal Ministero della Cultura. L’obiettivo è quello di rendere il sito accessibile al pubblico il prima possibile, per favorire una migliore comprensione delle radici storiche e culturali della regione.
La valorizzazione di questi reperti e strutture porta anche l’aspettativa di un maggiore interesse turistico e scientifico. D’Alessio ha manifestato l’intento di rendere fruibile questo patrimonio in tempi brevi, mentre Di Segni ha espresso la speranza di condividere stimoli educativi della presenza ebraica ad Ostia con il mondo intero. La scoperta del bagno rituale porta con sé la catena di scoperte che ulteriormente svilupperanno la nostra comprensione della vita e delle tradizioni dell’antica comunità ebraica a Ostia.