Scoperte archeologiche in Campania: impronte di fuga risalenti all'età del bronzo

Scoperte archeologiche in Campania: impronte di fuga risalenti all’età del bronzo

Scoperte archeologiche in provincia di Salerno rivelano impronte umane e animali risalenti all’Età del Bronzo, offrendo nuove informazioni sulla vita quotidiana e le reazioni a catastrofi naturali.
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Scoperte archeologiche in Campania: impronte di fuga risalenti all'età del bronzo - Gaeta.it

Recenti indagini in provincia di Salerno hanno portato alla luce significative scoperte archeologiche che risalgono all’Età del Bronzo. Durante i lavori di potenziamento del metanodotto della Snam “Diramazione Nocera-Cava dei Tirreni”, sono emerse impronte umane e di animali in fuga a causa di un’eruzione del monte Somma-Vesuvio. Questi ritrovamenti forniscono informazioni preziose sulla vita e la paura degli abitanti di quel passato remoto, gettando nuova luce su un periodo della storia antica.

Le impronte in fuga: un segnale del catastrofico passato

Nel corso di circa due anni di indagini archeologiche, condotte da Sogearch sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino, sono state rinvenute impronte nel terreno vicino al torrente Casarzano. Queste impronte, rimaste impresse nei depositi piroclastici generati dalle eruzioni vulcaniche, narrano una storia di panico e fuga. Gli abitanti, uomini, donne e bambini, hanno cercato di salvarsi correndo a piedi nudi o con calzari rudimentali, accompagnati dai loro animali.

Ritrovamenti di questo tipo pongono domande su come una comunità possa affrontare scenari catastrofici. In un contesto di eruzione vulcanica, la risposta in termini di sopravvivenza sarebbe stata dettata dalla velocità di reazione e dalla presenza di vie di fuga. Le impronte raccontano non solo la drammaticità del momento, ma anche le dinamiche sociali di un villaggio che cercava di scampare a un pericolo imminente. Tale scoperta consente di riflettere su come le popolazioni di quel tempo interagissero con il loro ambiente e su come i disastri naturali abbiano influenzato la loro vita quotidiana e le loro scelte.

La vita quotidiana nell’età del bronzo

Le indagini hanno portato alla luce anche i resti di un villaggio risalente tra la fine dell’Età del Bronzo e gli inizi dell’Età del Ferro, attorno al 1200-900 a.C. I resti archeologici, tra cui fondazioni di capanne e frammenti di ceramica, testimoniano una comunità organizzata che abitava la regione. Questi resti non solo offrono uno spaccato della vita quotidiana, ma anche del modo in cui le persone interagivano, lavoravano e si divertivano.

La ceramica, in particolare, è un indicatore utile per comprendere le pratiche quotidiane e rituali di un popolo. I reperti rinvenuti, infatti, possono rivelare informazioni sulle tecniche di produzione, sui materiali utilizzati e sulle relazioni commerciali o sociali dell’epoca. Tali scoperte contribuiscono a ricostruire un quadro sempre più preciso delle abitudini di vita, delle tradizioni artigianali e delle interazioni tra diverse culture che si sviluppavano nel territorio.

Scoperte di un santuario e sepolture antiche

Le ricerche hanno anche rivelato l’esistenza di un santuario extraurbano databile tra il III e il II sec. a.C. Posizionato vicino a Nuceria Alfaterna, lungo una strada di grande importanza, il santuario rappresenta un luogo di culto dove probabilmente si svolgevano rituali e pratiche religiose. La presenza di manufatti ceramici, che molto probabilmente erano offerti come ex voto, suggerisce che il sito rivestisse un’importanza spirituale notevole.

La varietà di oggetti rinvenuti potrà fornire spunti significativi sulle divinità venerati e sulle pratiche mistiche dell’epoca. I reperti offriranno, infatti, l’opportunità di comprendere il mondo spirituale degli antichi abitanti e come questo fosse interconnesso con la loro vita quotidiana.

In aggiunta, sono stati individuati gruppi di sepolture risalenti al periodo di transizione tra l’epoca romana e la tarda antichità, caratterizzate da fosse rivestite da lastroni di tufo, alcuni decorati con incisioni. Queste sepolture, per lo più contenenti i resti di bambini, insieme ai corredi funerari, parlano di rituali di sepoltura che rivelano l’importanza data alla vita dopo la morte.

Tutti questi risultati, che rappresentano un’importante fonte di conoscenza e comprensione per la storia locale, verranno resi noti al pubblico attraverso una mostra dedicata e una pubblicazione scientifica che documenterà in dettaglio le scoperte e il loro significato. Attraverso questi studi, si potrà continuare a esplorare le ricchezze del nostro passato e comprendere come gli eventi naturali abbiano influenzato le vite di chi ci ha preceduto.

Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Sara Gatti

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