Scoperte pratiche illegali per ottenere permessi di soggiorno a Marsala: indagini in corso

Scoperte pratiche illegali per ottenere permessi di soggiorno a Marsala: indagini in corso

Un’inchiesta della Procura di Marsala svela una rete di matrimoni combinati e assunzioni fittizie per ottenere permessi di soggiorno in Italia, coinvolgendo cinque persone accusate di favoreggiamento.
Scoperte pratiche illegali per Scoperte pratiche illegali per
Scoperte pratiche illegali per ottenere permessi di soggiorno a Marsala: indagini in corso - Gaeta.it

Un’inchiesta della Procura di Marsala ha portato alla luce un caso di presunti matrimoni combinati e assunzioni fittizie, organizzati per facilitare l’ottenimento di permessi di soggiorno in Italia. Le indagini, condotte dalla Digos della Questura di Catania, hanno preso avvio nel 2020, con un focus specifico sui fenomeni migratori e sulle eventuali infiltrazioni di cellule terroristiche. Adesso, cinque persone, tra cui due stranieri e tre italiani, sono state accusate di favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri e falsità ideologica.

Le indagini e il contesto

Le indagini della Digos sono scaturite da un monitoraggio mirato sugli sbarchi irregolari lungo le coste siciliane, un’operazione necessaria per garantire la sicurezza pubblica e contrastare possibili attività criminose legate all’immigrazione clandestina. L’inchiesta ha portato alla luce una rete complessa che sarebbe stata orchestrata da un tunisino di 52 anni, attualmente ricercato per vari reati, tra cui l’associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione illegale. Questo individuo, in un tentativo di regolarizzare la propria posizione in Italia, ha avviato un’insolita pratica per ottenere un permesso di soggiorno attraverso un matrimonio combinato.

L’organizzazione del matrimonio fittizio

Il tunisino, per evitare l’espulsione dall’Italia, ha contattato due marsalesi, di 37 e 33 anni, per aiutarlo a trovare una sposa disposta a unirsi in matrimonio per motivi burocratici. Dopo una ricerca, la scelta sarebbe caduta su una donna di 32 anni, identificata come affetta da patologie psichiatriche. La coppia ha ufficializzato il matrimonio con rito civile nel novembre del 2020, ma le indagini hanno rivelato che il legame era totalmente fittizio. Non solo i due coniugi non convivevano, ma il tunisino intratteneva anche una relazione con un’altra connazionale, compromettendo ulteriormente la veridicità del matrimonio.

Falsi contratti di assunzione per il rinnovo dei permessi

Parallelamente al caso del matrimonio, la Digos ha scoperto un’altra attività illecita collegata al rinnovo del permesso di soggiorno di un guineano di 26 anni. Questo giovane, per facilitarsi la permanenza in Italia, ha ottenuto un’assunzione fittizia tramite un imprenditore agricolo di 52 anni, con il quale ha concordato un pagamento in cambio di una falsa comunicazione di assunzione. Questa operazione ha dimostrato come il mercato del lavoro possa essere manipolato per ottenere benefici illeciti, esponendo così le falle nel sistema di controllo dei permessi di soggiorno.

In sintesi, le indagini in corso evidenziano le problematiche legate alla gestione dell’immigrazione in Italia, sottolineando la necessità di un monitoraggio costante delle pratiche legate alla regolarizzazione degli stranieri. I cinque indagati sono attualmente stati notificati con un avviso di conclusione indagini da parte della Procura. La situazione continuerà a essere seguita con attenzione da parte delle autorità giudiziarie.

Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Armando Proietti

Change privacy settings
×