La missione del rover Yutu 2, operativo sul lato nascosto della Luna dal 2019, ha svelato importanti novità riguardo la geologia lunare, rivelando la presenza di tunnel vulcanici. Queste scoperte non solo arricchiscono la nostra comprensione del satellite terrestre, ma offrono anche potenziali opportunità per future missioni umane. L’indagine, effettuata grazie a dati raccolti dal georadar del rover, ha permesso agli scienziati di esaminare più a fondo gli strati sottostanti la superficie, gettando luce su eventi vulcanici risalenti a miliardi di anni fa.
La missione Chang’e 4 e il rover Yutu 2
Il rover Yutu 2 è parte della missione Chang’e 4, atterrato il 2 gennaio 2019 nel cratere Von Kármán, un’area di 186 chilometri che rappresenta uno dei luoghi più difficili da studiare del nostro sistema solare. Questa missione ha avuto un obiettivo ambizioso: esplorare e raccogliere dati sul lato lontano della Luna, che rimane in gran parte inesplorato. Il successivo lavoro del rover ha permesso di esaminare non solo il suolo ma anche gli strati geologici sottostanti, aprendo un’importante finestra sulle dinamiche della Luna.
In questi anni, il rover ha coperto circa 1.000 metri, raccogliendo informazioni cruciali, che ora vengono analizzate dal team di ricerca internazionale. Soprattutto, il georadar di Yutu 2 ha giocato un ruolo fondamentale, consentendo agli scienziati di ricostruire un’immagine dettagliata delle formazioni geologiche sotto la superficie lunare. Questo studio rappresenta una pietra miliare nella comprensione della storia frazionata della Luna e delle sue complessità geologiche.
Scoperte geologiche: tunnel e strutture vulcaniche
L’analisi dei dati raccolti dal rover ha portato alla luce tracce di tunnel vulcanici, suggerendo che il sottosuolo lunare ha registrato attività vulcanica considerevole. Questi tunnel, composti per la maggior parte da basi basaltiche, potrebbero risalire a eruzioni vulcaniche antiche, risalenti a miliardi di anni fa. Questo è significativo in quanto indica un’attività geologica che potrebbe aver influenzato la configurazione e lo sviluppo della superficie lunare come la conosciamo oggi.
Lo studio guidato Jianqing Feng del Planetary Science Institute di Tucson ha identificato ben cinque strati principali nei dettami della geologia lunare, con almeno tre di questi contenenti una predominanza di basalto. Ciò fornisce indizi sulle modalità di raffreddamento e solidificazione della lava, riflettendo l’energia termica che una volta esisteva e che ha continuato ad alimentare attività vulcanica. Attraverso il confronto tra gli strati superficiali e quelli più profondi, i ricercatori ipotizzano che l’intensità delle eruzioni possa essere diminuita nel tempo, segnalando una progressiva estinzione del calore interno.
Implicazioni per future missioni umane
Le scoperte del rover Yutu 2 potrebbero non solo arricchire la nostra conoscenza della Luna, ma potrebbero anche avere un impatto significativo sulle future missioni umane. La presenza di tunnel vulcanici potrebbe offrire rifugi naturali per astronauti, proteggendoli dalle radiazioni e dalle temperature estreme della superficie. Questa informazione rappresenta una risorsa strategica per l’esplorazione futura e l’estensione della presenza umana oltre la Terra.
I dati raccolti tra gennaio 2019 e gennaio 2022 offrono ora un’importante base di partenza per ulteriori esplorazioni lunari. Con l’atteggiamento sempre più intraprendente delle agenzie spaziali di tutto il mondo, comprendere la geologia lunare e le sue caratteristiche strutturali diventa cruciale. Queste ricerche possono anche ispirare investimenti e attività imprenditoriali legate all’esplorazione spaziale e alla preparazione per investire risorse nel nostro satellite naturale, creando un futuro più luminoso e informato per le generazioni a venire.
Ultimo aggiornamento il 16 Novembre 2024 da Sofia Greco