Gli astronomi hanno registrato un segnale radio potente, chiamato megamaser, proveniente da una distanza di circa 5 miliardi di anni luce dalla Terra. Questo tipo di fenomeno, prodotto da galassie in collisione, è stato osservato per la prima volta grazie al telescopio MeerKAT, installato nella regione del Karoo, in Sudafrica. Il segnale ha percorso un tragitto immenso prima di raggiungere il nostro pianeta, aprendo nuove possibilità di studio sull’universo lontano.
la genesi dei megamaser nelle collisioni galattiche
I megamaser si formano in momenti molto particolari dell’evoluzione cosmica, quando due galassie si scontrano. Durante questi eventi, le enormi quantità di gas presenti nelle galassie si comprimono fino a diventare molto dense, creando le condizioni ideali per emissioni luminose intense nelle frequenze delle onde radio. Le radiazioni emesse sono amplificate nello spazio, producendo fasci di luce comparabili a laser, ma in microonde o onde radio: per questo sono definiti megamaser.
In termini più concreti, le collisioni di galassie attivano processi fisici che provocano la formazione di maser naturali, ma molto più potenti dei maser osservati nella nostra galassia. La luce che questi megamaser irradiamo viaggia per miliardi di anni prima di poter essere captata, come è accaduto nel recente rilevamento da parte del team di astronomi con il telescopio MeerKAT.
il ruolo fondamentale di MeerKAT nelle osservazioni radio
MeerKAT è un radiotelescopio appartenente al Sudafrica, operativo dal luglio 2018. Si compone di 64 antenne distribuite nel Karoo, una zona remota scelta proprio per la sua bassa interferenza radio. Questa struttura permette di raccogliere segnali nell’onda radio anche molto deboli e distanti, rendendo possibile l’osservazione di fenomeni come i megamaser.
L’architettura del telescopio, basata sull’interferometria radio, svolge un ruolo cruciale nel migliorare la risoluzione e la sensibilità delle misure. Il segnale captato riguarda onde che hanno percorso una distanza di circa 58mila miliardi di miliardi di chilometri, equivalente a 5 miliardi di anni luce, prima di arrivare al radiotelescopio. Questo traguardo garantisce un’impronta unica e dettagliata degli eventi di collisione tra galassie in epoche lontane.
il futuro con il progetto square kilometer array
MeerKAT rappresenta un tassello importante entro un progetto più ambizioso, lo Square Kilometer Array . Attualmente in fase di costruzione tra Sudafrica e Australia, l’SKA sarà composto da migliaia di parabole e fino a un milione di antenne a bassa frequenza. La sua superficie raccolta supererà un chilometro quadrato, consentendo di raccogliere una quantità di dati radio senza precedenti.
Questa rete globale di antenne, dislocate in più continenti, lavorerà in sinergia per scansionare l’intero cielo notturno. Gli astronomi potranno così studiare fenomeni celesti come la formazione galattica, le onde gravitazionali e i buchi neri con un dettaglio molto più ampio e rapide sessioni di osservazione. Lo SKA promette di rivoluzionare l’astronomia radio rendendo possibili scoperte impossibili con gli strumenti attuali.
impatto scientifico della scoperta e nuovi orizzonti per l’astronomia
Il rilevamento dei megamaser a grande distanza fornisce informazioni dirette su come si sviluppano le interazioni galattiche nell’universo primordiale. Questi segnali permettono di studiare la composizione del gas, la dinamica delle collisioni e la produzione di nuove stelle in ambienti estremi.
Osservare direttamente la luce di un megamaser scaturito da galassie in collisione apre nuove possibilità anche nella misura delle distanze cosmiche, utilizzando i megamaser come indicatori precisi. Il rilevamento con MeerKAT segna un passo avanti per capire come la materia si muove e si trasforma nel cosmo profondo.
Gli studi recenti indicano che eventi del genere, in cui le galassie si mescolano e cambiano il loro aspetto, sono comuni e cruciali per la storia dell’universo. Le osservazioni continue di megamaser aiuteranno a chiarire i meccanismi che governano la formazione delle strutture a larga scala e l’evoluzione delle galassie stesse.