Scoperto traffico di cocaina a Roma: sette arresti e un giro d'affari da 600 mila euro

Scoperto traffico di cocaina a Roma: sette arresti e un giro d’affari da 600 mila euro

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Scoperto traffico di cocaina a Roma: sette arresti e un giro d'affari da 600 mila euro - Gaeta.it

Un’indagine condotta dalla polizia ha portato alla luce un vasto traffico di sostanze stupefacenti a Roma, con un particolare focus su un’officina meccanica nella zona di Labaro. Questo articolo esplora i dettagli dell’operazione che ha portato a sette arresti e ha svelato un’inquietante rete di narcotraffico che si estende da Reggio Calabria al centro della Capitale.

Un’officina meccanica al centro del traffico

Il ruolo della ‘Lucky Garage’

Nel giugno di tre anni fa, gli agenti hanno scoperto un ritrovamento sorprendente all’interno di un’officina meccanica a Labaro, conosciuta come ‘Lucky Garage’. Questo luogo fungeva da deposito per cocaina, con un valore di mercato stimato attorno ai 600 mila euro. Le indagini hanno rivelato che l’officina non era solo un luogo di stoccaggio, ma rappresentava un nodo cruciale di un più ampio traffico di droga che coinvolgeva non solo cocaina, ma anche hashish e marijuana, transitando tra la Calabria e Roma.

Grazie a segnalazioni e investigazioni approfondite, le forze dell’ordine hanno potuto collegare la suddetta officina a una rete di narcotraffico che non esclude rapporti con la malavita organizzata. Gli arresti hanno portato alla luce un sistema ben organizzato di distribuzione di droga, con un’attenzione particolare alla zona nord della Capitale, dove i pusher rifornivano direttamente le principali piazze di spaccio.

Esito dell’operazione

L’operazione, condotta dalla Squadra mobile di Roma, ha portato all’arresto di sette individui, con conseguenti misure di custodia cautelare. Tra i fermati figura anche Cristian Canella, considerato il leader della consorteria criminale, assieme ad altri esponenti ritenuti cruciali nella gestione delle operazioni di traffico.

Le indagini hanno rivelato un giro d’affari notevole, con ingenti quantitativi di stupefacente sottoposti a sequestro e arresti che testimoniano l’impatto di questa operazione nella lotta contro il narcotraffico nella Capitale.

Gestione del traffico e contatti clandestini

Cristian Canella e la sua rete criminale

Al centro della rete di narcotraffico c’è Cristian Canella, un uomo di 36 anni che, nonostante fosse agli arresti domiciliari, continuava a gestire le operazioni con l’aiuto di telefonini criptati e altre comunicazioni sicure. La presenza di “scudi” informatici e crittografie ha ostacolato il lavoro delle forze dell’ordine, ma consentito ai membri della banda di mantenere i collegamenti attivi e operativi.

Secondo le indagini, Canella sarebbe un “professionista del settore”, ben radicato nel mondo del narcotraffico e in grado di mantenere una vasta clientela. Le autorità hanno raccolto prove di una gestione attiva della rete, con piani di investimento mirati che includevano l’apertura di un albergo a Roma, utilizzato per riciclare i proventi illeciti.

Trasferte e traffico interregionale

Le indagini hanno anche svelato come Canella e i suoi soci si recassero regolarmente in Calabria per rifornirsi di droga, dimostrando una rete di collegamenti estesi. Utilizzando mezzi di trasporto diversi, dai viaggi aerei a quelli in auto, l’organizzazione si muoveva agilmente per consolidare le proprie attività illecite.

Gli investigatori hanno tracciato numerose comunicazioni con fornitori, indicati con nomi in codice come “Escobar”, “Inter” e “Roma”, rendendo evidente la portata della rete concettuale e operativa di questi traffici, non solo a Roma, ma anche in altre città come Milano e Bari.

Impatto e sviluppo delle indagini

Misure preventive e arresti

Le autorità hanno implementato misure preventive per evitare il consolidamento della rete criminale, portando a nuovi arresti e sequestri di sostanze stupefacenti. Gli agenti hanno documentato una serie di viaggi e incontri tra membri dell’organizzazione, rafforzando le loro prove e aumentando il livello di sicurezza nazionale contro i narcotrafficanti.

Le ricerche a tutto tondo intendono fare chiarezza su eventuali legami con la criminalità organizzata e sui flussi di droga che continuano a minare la sicurezza e il benessere delle comunità. L’operazione “Pit Stop” dimostra come l’intensa attività di monitoraggio possa dare risultati concreti nel contrasto al narcotraffico, salvaguardando la società da ulteriori infiltrazioni.

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