La polizia stradale di Genova ha fatto luce su un’operazione illegale di traffico di auto di lusso rubate, con un giro d’affari di circa un milione e mezzo di euro. Questa indagine ha rivelato connessioni con organizzazioni criminali, con attività svolte non solo in Italia, ma anche in diversi paesi, tra cui il Marocco e la Serbia. Le forze dell’ordine hanno arrestato due persone e sottoposto altre quattro a obbligo di firma e dimora, accertando ben venti furti su scala nazionale, in particolare nel Lazio.
L’indagine ‘Tangeri Express’
L’operazione, denominata ‘Tangeri Express’, è stata coordinata dalla procura di Genova e ha avuto origine nel 2023. L’impulso è arrivato dall’arresto in Spagna di due italiani, di 41 e 35 anni, sorpresi a bordo di una Maserati Grecale risultata rubata. La complessità dell’indagine ha messo in luce un sistema collaudato per esportare auto rubate, soprattutto nei paesi del Nord Africa.
Le auto rubate venivano spedite principalmente in Marocco e Mauritania, ma anche in Est Europa, toccando paesi come Serbia e Albania. Il meccanismo di approvvigionamento era ben strutturato: le vetture venivano prelevate da società di leasing, per poi subire una trasformazione radicale. L’organizzazione alterava i dati identificativi dei veicoli, modificando i numeri di telaio e applicando targhe false, insieme a documenti falsificati che occultavano la vera provenienza delle auto. Questo procedimento avveniva nel porto di Genova, da dove le vetture venivano imbarcate su traghetti diretti verso il Nordafrica.
Corridoi illeciti e complici
Non si limitava a un unico canale di esportazione il traffico scoperto. Un secondo corridoio illecito serviva per instradare le auto verso il porto di Sete, in Francia, da dove in seguito avvenivano i passaggi verso il Marocco. Questo sistema complesso dimostra come ci fosse una rete ben articolata di complici e intermediari, tutti coinvolti in varie forme di crimine, che andavano dal riciclaggio di denaro all’appropriazione indebita.
Oltre ai due arrestati, sono stati identificati circa 24 individui coinvolti attivamente in questa operazione criminale. Le accuse nei loro confronti sono molteplici: si va dal riciclaggio all’autoriciclaggio, dalla ricettazione a vari reati legati alla falsificazione di documenti. Un elemento centrale nella rete era un uomo di 35 anni, originario della provincia di Roma, già detenuto per precedenti legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso, il quale si trovava al vertice dell’organizzazione.
La scoperta di questo traffico di auto rubate evidenzia non solo la bravura delle forze dell’ordine nel seguire le tracce del crimine, ma anche l’importanza di rinsaldare la cooperazione tra diverse agenzie europee per contrastare attività illecite che nascono e si sviluppano al di fuori delle frontiere nazionali.
Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Sara Gatti