Secondigliano, rissa tra detenute: feriti e intervento della polizia penitenziaria

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Secondigliano, rissa tra detenute: feriti e intervento della polizia penitenziaria - Fonte: Cronachedellacampania | Gaeta.it

Un nuovo episodio di violenza ha scosso il carcere di Secondigliano, evidenziando il grave problema del sovraffollamento all'interno dell'istituto. La rissa che ha visto coinvolte diverse detenute ha costretto gli agenti di polizia penitenziaria a intervenire, lasciando sul campo feriti e rinnovate preoccupazioni. La vicenda ripropone il dibattito sulla recente chiusura della Casa Circondariale femminile di Pozzuoli e le conseguenze che questa ha avuto sulla struttura di Secondigliano.

Un episodio di violenza al carcere di Secondigliano

La mattina del giorno in questione, una tumultuosa rissa è scoppiata tra un gruppo di detenute nel carcere di Secondigliano, generando panico e disordine all'interno dell’istituto. L'intervento tempestivo degli agenti di polizia penitenziaria è stato necessario per sedare la sommossa, ma non senza conseguenze: diversi agenti e detenute sono rimasti feriti. La tensione all'interno del penitenziario napoletano è palpabile e l’episodio solleva interrogativi sull'efficacia della gestione della situazione da parte delle autorità competenti.

Testimonianze raccolte da fonti interne evidenziano come l'atmosfera all'interno di Secondigliano stia raggiungendo livelli di insostenibilità, accompagnata da un crescente sovraffollamento. Le recenti movimentazioni di detenute hanno portato a un incremento significativo della popolazione carceraria, aggravando ulteriormente un clima già teso. È evidente che le misure adottate per mantenere l'ordine all'interno della struttura sono sempre più difficili da implementare, con gli agenti sotto pressione.

La chiusura del carcere di Pozzuoli e le sue conseguenze

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha prontamente attribuito la causa dell'escalation di violenza allo scarico del carcere di Pozzuoli, chiuso poco meno di quattro mesi fa. Tiziana Guacci, segretaria regionale del SAPPE per la Campania, ha sollevato dubbi riguardo la decisione di chiudere la struttura, affermando che la scelta sia stata affrettata e priva di una giustificazione adeguata. Il trasferimento massiccio di detenute da Pozzuoli a Secondigliano ha amplificato una situazione di sovraffollamento già critica, rendendo il penitenziario un ambiente ad alto rischio.

Guacci ha espresso il rammarico di non aver ricevuto ascolto riguardo le preoccupazioni espresse nei mesi precedenti alla chiusura di Pozzuoli. “Già a maggio avevamo avvertito delle potenziali conseguenze di un trasferimento così massiccio. Le nostre segnalazioni sono state ignorate e ora ci troviamo a fronteggiare le conseguenze,” ha dichiarato, sottolineando come le autorità avrebbero potuto considerare un approccio più graduale e programmato.

La sicurezza degli agenti e delle detenute a rischio

La recente rissa è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che dimostrano la fragilità della situazione all'interno del carcere di Secondigliano. Gli agenti di polizia penitenziaria si trovano a operare in condizioni estremamente difficili, con un carico di lavoro che supera le capacità operative della struttura. La loro incolumità è messa quotidianamente a rischio, esposti a situazioni di violenza che potrebbero essere evitate con una gestione più attenta e soluzioni a lungo termine.

A fronte di queste problematiche, il SAPPE ha lanciato un appello alle istituzioni affinché intervenissero prontamente per affrontare l’emergenza del sovraffollamento. È necessario trovare strategie efficaci che non solo alleggeriscano la pressione sugli agenti, ma garantiscano anche la sicurezza delle detenute. La richiesta è quella di un intervento chiaro e deciso da parte delle autorità competenti, per prevenire ulteriori episodi di violenza e garantire un ambiente più sicuro all'interno dell'istituto penitenziario di Secondigliano.

Ultimo aggiornamento il 16 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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