Sei minorenni allontanati: aggressione a un clochard a San Costantino Calabro con aggravante razziale

Sei minorenni allontanati: aggressione a un clochard a San Costantino Calabro con aggravante razziale

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Sei minorenni allontanati: aggressione a un clochard a San Costantino Calabro con aggravante razziale - Gaeta.it

Una brutale aggressione ai danni di un clochard romeno ha scatenato l’intervento del sistema giudiziario minorile a San Costantino Calabro. Il Gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro ha disposto il collocamento in comunità per sei ragazzi accusati di aver attaccato il senzatetto, alla luce di episodi che richiamano l’aggravante della discriminazione razziale. Questa misura si è resa necessaria per proteggere la società e favorire un recupero degli accusati, distaccandoli dall’ambiente in cui è avvenuto il reato.

I fatti dell’aggressione

La dinamica dell’evento

La violenta aggressione è avvenuta il 25 maggio scorso all’interno di un edificio abbandonato a San Costantino Calabro, dove il clochard romeno si era rifugiato per trascorrere la notte. Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura dei Minori di Catanzaro, i sei minorenni, già identificati e denunciati, hanno affrontato la vittima senza alcun motivo apparente. Il loro comportamento ha incluso percosse, in parte inflitte con l’uso di un bastone, insieme a insulti e offese razziali. Non contenti della brutalità dell’aggressione, i ragazzi hanno anche dato fuoco agli abiti e alle scarpe del senzatetto, in un atto di scherno.

Le conseguenze legali

Le autorità hanno preso molto sul serio la violenza e l’intimidazione manifestata dai ragazzi, che hanno agito in gruppo, seguendo una logica di branco. L’aggravante della discriminazione razziale, secondo il Gip, evidenzia la gravità della condotta e il forte allarme sociale sollevato dall’incidente. Per questo motivo, è stato giudicato necessario non solo il distacco fisico dei ragazzi dal loro ambiente, ma anche un intervento educativo che possa rimuovere le attitudini violente e rispettare la dignità umana.

Il provvedimento del Gip

Motivazioni della misura cautelare

Nel provvedimento emesso, il Gip ha sottolineato come la situazione familiare dei sei giovani non fosse adeguata a supportarli e a ridurre la loro inclinazione alla violenza, rendendo necessario un rigoroso distacco dal territorio e dagli ambienti che avevano alimentato tale comportamento. Le parole del giudice esplicitano una profonda preoccupazione per il possibile ripetersi di tali atti, evidenziando una chiara inclinazione all’aggressività e alla mancanza di empatia nei confronti delle vittime vulnerabili.

Aspetti educativi e sociali

Il giudice ha oltrepassato l’aspetto penale dell’incidente, esprimendo la forte necessità di un percorso educativo mirato per i ragazzi coinvolti. Secondo il Gip, il loro atteggiamento indica una preoccupante assenza di consapevolezza e capacità di autocritica riguardo le proprie azioni. La relazione di questo caso porta in evidenza non solo il bisogno di giustizia per la vittima, ma anche l’appello a una presa in carico professionale dei minori, per trasformare le loro attitudini e guidarli verso un percorso di crescita, lontano dalla vita delinquenziale.

In sintesi, questa vicenda ha manifestato non solo la brutalità di un gesto violento, ma ha anche acceso un riflettore sulle necessità educative e sociali che gravano su una generazione di giovani a rischio, richieste urgenti e imprescindibili affinché tali eventi non si ripetano.

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