Il caso che ha scosso Mapello continua a far discutere. Ivan Perico, un ex agente di commercio di 62 anni, è stato condannato a 15 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio di Stefania Rota, sua cugina e vicina di casa. La sentenza, emessa dalla Corte d’assise di Bergamo dopo un’ora e mezza di camera di consiglio, segna un capitolo doloroso nella cronaca della provincia bergamasca, dove si è svolta una vicenda intricata di omicidio, ossessioni e vendette.
I dettagli del delitto
La tragica storia di Stefania Rota
Stefania Rota, 49 anni, è stata uccisa l’11 febbraio 2023. Il suo corpo, rinvenuto solo il 21 aprile dello stesso anno, ha rivelato un omicidio che ha scosso non solo la comunità locale ma anche l’opinione pubblica. La vittima, descritta dai familiari come una persona amata e rispettata, è diventata tristemente nota per la sua fine violenta. La dinamica del delitto ha evidenziato una serie di conflitti che avevano segnato i rapporti tra lei e Perico, i quali erano legati non solo da vincoli familiari ma anche da una complessa rete di relazioni sociali.
Le circostanze del crimine
Le motivazioni che hanno portato a questo tragico epilogo si riconducono a un profondo stato di ossessione da parte di Perico verso la cugina. Le indagini hanno rivelato come la tensione accumulata si sia trasformata in un gesto estremo. La pietà che circondava la vicenda ha trovato ascolto nei familiari di Stefania, presenti in aula durante la lettura della sentenza, i quali hanno manifestato il loro dolore e la loro frustrazione per una situazione così drammatica.
La sentenza e le motivazioni giuridiche
Una condanna mitigata
La Corte ha escluso l’aggravante dei motivi abietti per l’omicidio e ha riqualificato l’accusa di incendio, disposta da Perico a seguito di una crisi, in tentato. Tale scelta giuridica ha consentito al giudice di riconoscere alcune attenuanti generiche, portando, così, a una riduzione della pena con una serie di affermazioni che hanno avuto un sostegno nella decisione del rito abbreviato. Questa modalità giuridica, inizialmente non accettata, ha tuttavia reso possibile una risposta più rapida al dramma.
Il parere della psichiatra
Un elemento cruciale della sentenza è stato il parere della psichiatra Giuseppina Paulillo, della quale la Corte ha richiesto una consulenza. Secondo la dottoressa, Perico era capace di intendere e volere, ma mostrava segni di “disturbo della personalità di tipo narcisistico con tratti istrionici”. Questo aspetto ha introdotto elementi di comprensione sulle sue azioni, delineando un profilo psicologico complesso, che potrebbe aver influito sulla dinamica del delitto stesso.
La reazione della comunità e le conseguenze legali
Un crimine che scuote Mapello
La comunità di Mapello ha reagito con sgomento e incredulità alla notizia della condanna. Gli eventi che hanno preceduto e seguito l’omicidio hanno generato una sensazione di insicurezza e preoccupazione tra i cittadini, che vedono in questo crimine un segnale preoccupante di come le relazioni familiari possano degenerare in violenza. La presenza di familiari di Stefania in aula è stata un momento toccante, simbolo di una comunità che non dimentica e che ricerca giustizia.
La richiesta di dissequestro
Durante l’udienza, è stato disposto il dissequestro dell’abitazione di Perico, una richiesta presentata dalla difesa. Questo atto giuridico segna un passo verso la normalizzazione di situazioni che lo scorso febbraio sembravano impossibili, mentre per la motivazione della sentenza i giudici hanno stabilito un termine di 60 giorni.
La vicenda di Ivan Perico e Stefania Rota rimane una ferita aperta nel racconto di una storia di conflitti personali sfociata in tragedia, a testimonianza di cambiamenti drammatici che possono avvenire nelle relazioni umane.