Sequestrate 300 nasse illegali dalla Guardia Costiera di Terracina: rischio per la navigazione

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Sequestrate 300 nasse illegali dalla Guardia Costiera di Terracina: rischio per la navigazione - Gaeta.it

Le acque del litorale di Terracina sono state scosse da un'operazione della Guardia Costiera che ha portato al sequestro di un ingente numero di attrezzature da pesca non autorizzate. In totale, 300 nasse sono state rinvenute e sequestrate dagli agenti marittimi, in un'iniziativa volta a garantire la sicurezza e la regolarità delle attività di pesca nella zona. Questo intervento ricorda l'importanza di rispettare regolamenti e normative atte a proteggere le risorse marine e a garantire la sicurezza negli spazi marini.

Operazione della Guardia Costiera

Controlli in mare

Nella mattinata di ieri, le motovedette GC B117 e CP834 della Guardia Costiera di Terracina hanno avviato un'operazione di controllo lungo circa due chilometri di costa. Questo intervento fa parte di una più ampia strategia di vigilanza delle acque italiane, mirata a contrastare prassi illecite e a preservare le risorse ittiche. Durante i controlli, il personale della Guardia Costiera ha individuato un totale di 300 nasse illegalmente posizionate, le quali sono state subito poste sotto sequestro.

Normative violate

Le nasse trovate non solo erano illecite, ma erano anche in violazione delle normative nazionali e comunitarie che regolano le attività di pesca. Le normative prevedono specifiche modalità di segnalazione e marcatura delle attrezzature da pesca, come l'uso di boe, aste e bandierine. Questi requisiti sono cruciali per garantire la sicurezza della navigazione e la regolare identificazione dei pescatori autorizzati. Le attrezzature rinvenute erano collegate a rudimentali galleggianti, tra cui bottiglie di plastica trasparenti, una scelta deliberata per nascondere la loro presenza e rendere difficile l'identificazione del trasgressore.

Intervento e conseguenze

Salvataggio del pescato

Il numero considerevole di nasse sequestrate ha sollevato preoccupazioni non solo per la legge, ma anche per la fauna marina. Nel corso dell'operazione, il personale ha trovato del pescato ancora vivo, tra cui la specie "Scyllarus arctus", nota comunemente come "cicala di mare". Gli agenti hanno definito la restituzione di tali esemplari al mare come una priorità, in linea con le pratiche di sostenibilità e protezione delle risorse marine.

Destinazione del materiale sequestrato

Una volta completata l'operazione e ultimati gli atti necessari, il materiale sequestrato sarà considerato rifiuto speciale e distrutto. Questa misura non solo evidenzia il severo approccio delle autorità marittime nei confronti della pesca illegale, ma anche l'impegno nell'assicurare che tali pratiche non compromettano ulteriormente l'equilibrio del nostro ecosistema marino.

L'operazione della Guardia Costiera si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro la pesca abusiva e per la salvaguardia delle risorse ittiche. La presenza di nasse non autorizzate rappresenta non solo un problema di ordine legale, ma anche una minaccia per la biodiversità e la sicurezza della navigazione nelle acque italiane.

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