Sequestrati beni per 1,3 milioni di euro a esponenti del clan scalisi ad adrano

Sequestrati beni per 1,3 milioni di euro a esponenti del clan scalisi ad adrano

La guardia di finanza di Catania sequestra beni per 1,3 milioni di euro a Giuseppe Scarvaglieri e Salvatore Calcagno del clan Scalisi ad Adrano, confermando condanne e rafforzando la lotta alla mafia in Sicilia.
Sequestrati Beni Per 12C3 Milio Sequestrati Beni Per 12C3 Milio
La Guardia di Finanza di Catania ha sequestrato beni per 1,3 milioni di euro a due esponenti del clan Scalisi di Adrano, confermando condanne per associazione mafiosa e rafforzando il contrasto alla criminalità organizzata in Sicilia. - Gaeta.it

La guardia di finanza di catania ha sequestrato beni per un valore complessivo di 1,3 milioni di euro a due figure chiave del clan scalisi, un gruppo criminale attivo ad adrano e collegato alla cosca dei laudani. Il provvedimento, emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale su richiesta della procura distrettuale, riguarda immobili, veicoli e attività economiche riconducibili a Giuseppe Scarvaglieri e Salvatore Calcagno. L’operazione segue approfondite indagini patrimoniali per contrastare le attività mafiose in sicilia.

I dettagli del sequestro patrimoniale a catania e adrano

L’intervento della guardia di finanza ha portato al sequestro di sei fabbricati, un terreno, tre automobili, un motociclo e una ditta individuale dedicata al trasporto merci su strada con sede ad adrano. Sono stati bloccati anche diversi rapporti finanziari riconducibili agli indagati. L’operazione si è basata su un lavoro investigativo accurato svolto dal gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata del nucleo polizia economico-finanziaria di catania.

Il valore economico complessivo dei beni confiscati raggiunge circa un milione e trecentomila euro, una cifra che testimonia la capacità del clan di accumulare risorse attraverso attività illecite. Le proprietà immobiliari e i mezzi di trasporto rientrano in un patrimonio che, secondo gli inquirenti, veniva gestito per sostenere le attività criminali e mantenere il controllo sul territorio.

Qualche numero e i beni coinvolti

  • 6 fabbricati
  • 1 terreno
  • 3 automobili
  • 1 motociclo
  • 1 ditta individuale di trasporto merci su strada con sede ad adrano
  • rapporti finanziari bloccati

L’operazione “follow the money” e il contrasto al clan scalisi

L’operazione attuale completa un filone investigativo iniziato nel 2021 con la stessa denominazione “Follow the money”. All’epoca, fu eseguita una prima importante confisca di beni per un valore complessivo di circa 75 milioni di euro, destinata a colpire i maggiori esponenti del clan scalisi. Tra questi, figura anche Giuseppe Scarvaglieri, ritenuto il capo storico del gruppo, insieme al nipote Salvatore Calcagno.

Quell’intervento iniziale fece emergere il sistema di trasferimento fraudolento di valori messo in atto dai membri della cosca, al fine di nascondere i guadagni illegali e proteggere gli interessi criminali. Le indagini hanno portato anche all’arresto in carcere di Scarvaglieri e Calcagno con accuse di associazione mafiosa, sottolineando l’organizzazione gerarchica e la pericolosità del clan nel territorio di adrano e dei dintorni.

Dettagli dell’arresto e delle accuse

  • arresti di Giuseppe Scarvaglieri e Salvatore Calcagno
  • accuse di associazione mafiosa
  • sistema di trasferimento fraudolento di valori

Conferme giudiziarie e sviluppi recenti del processo

Il processo di secondo grado relativo ai reati contestati si è concluso recentemente confermando le sentenze di primo grado. Giuseppe Scarvaglieri è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione, mentre Salvatore Calcagno ha ricevuto un cumulo pena di undici anni e quattro mesi. Le decisioni della corte hanno rafforzato la posizione degli inquirenti, confermando la gravità delle accuse e la fondatezza delle prove raccolte.

Questi sviluppi giudiziari rappresentano un passaggio importante nella lotta contro la criminalità organizzata in sicilia. Le misure di prevenzione patrimoniali si dimostrano uno strumento efficace per colpire la solidità economica delle cosche e ridurre il loro potere sul territorio. Gli esiti del processo evidenziano come le istituzioni giudiziarie mantengano un controllo serrato sulle attività mafiose, premiando il lavoro investigativo e operativo delle forze dell’ordine presenti a catania e nelle province vicine.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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