Un’operazione condotta dai carabinieri forestali ha portato alla luce una situazione allarmante nelle campagne di Sant’Arpino, in provincia di Caserta. Gli agenti hanno scoperto un’appropriazione abusiva di animali tenuti in condizioni critiche. Gli animali rinvenuti, che spaziano da pitoni a varietà di pappagalli, sono stati sequestrati e il proprietario denunciato, sollevando interrogativi sulla gestione della fauna selvatica e del benessere animale nella regione.
L’operazione e il contesto del sequestro
Un’indagine coordinata
L’operazione ha visto il coinvolgimento dei carabinieri forestali di Marcianise e delle squadre specializzate del Nucleo Operativo e Radiomobile e del Nipaaf di Caserta. Insieme ai veterinari dell’ASL di Aversa, sono stati realizzati controlli mirati per garantire la salvaguardia degli animali, oltre a verificare il rispetto delle normative di protezione della fauna.
Scoperta del box interrato
Durante l’ispezione, i carabinieri hanno effettuato un accesso a un box auto interrato che appariva, sin dal primo sguardo, privo di adeguate misure di sicurezza e sanitarie. Le segnalazioni in merito a possibili abusi nella detenzione di animali hanno spinto le autorità a muoversi rapidamente, rivelando una situazione di grave degrado. L’assenza di un idoneo sistema di areazione e le condizioni di sovraffollamento hanno aggravato il quadro, rendendo la vita degli animali insostenibile.
La condizione degli animali rinvenuti
Un’ampia varietà di specie
All’interno del box auto sono stati rinvenuti due pitoni, regolarmente detenuti, ma decisamente in condizioni non ottimali. Il vero colpo di scena è stato il ritrovamento di 35 pappagalli della specie parrocchetti monaci, classificati come a rischio di estinzione e protetti dalla convenzione CITES. Il proprietario non ha fornito alcuna documentazione che potesse giustificare la legittima provenienza di questi esemplari, costringendo gli agenti ad intervenire.
Cuccioli e altre varietà di uccelli
Non solo pappagalli: nel box si trovavano, infatti, anche quattro cuccioli di cane, tra cui due chihuahua e due barboncini. Secondo i carabinieri, i cuccioli erano “ristretti da ostacoli di fortuna” e privi di acqua e cibo. Inoltre, erano presenti anche altre specie di uccelli, con alcune incarcerazioni documentate e altre prive di certificazione. Questa mancanza di rispetto delle normative ha portato a una situazione di evidente sofferenza animale, tanto da rendere necessaria l’azione immediata da parte delle autorità competenti.
Consequenze legali e azioni future
Denuncia e sequestro
L’esito dell’operazione ha visto il sequestro degli animali da parte delle autorità , che non hanno potuto ignorare le evidenti violazioni in atto. Il proprietario è stato denunciato a piede libero per le condizioni in cui gli animali erano costretti a vivere. La denuncia rappresenta un segnale importante contro le pratiche non autorizzate di detenzione di animali selvatici e domestici.
Riferimenti e misure di protezione
Dopo il sequestro, è previsto un processo di recupero e cura per gli animali, in modo che possano ricevere le attenzioni necessarie per il loro benessere. Le autorità sanitarie e veterinarie ora dovranno stabilire il piano d’azione per garantire una guida adeguata e una gestione responsabile degli animali sequestrati, ponendo l’accento sulla necessità di rispettare le norme di protezione degli esseri viventi.
Gli eventi di Sant’Arpino rappresentano un monito per la comunità e le istituzioni: è fondamentale garantire una sorveglianza attenta nel settore della detenzione degli animali e promuovere la consapevolezza riguardo al benessere animale.