Sequestro autovelox in diversi comuni italiani: mismatch tra prototipo e versione modificata

Sequestro autovelox in diversi comuni italiani: mismatch tra prototipo e versione modificata

Sequestro autovelox in diversi
Sequestro autovelox in diversi comuni italiani: mismatch tra prototipo e versione modificata - Gaeta.it

L’ANSA ha reso noto un importante aggiornamento riguardante il sequestro di autovelox attivi in vari comuni italiani, a seguito di un’incompatibilità tra il prototipo depositato e una successiva versione modificata fornita ai comuni. Questo provvedimento suscita interrogativi sulla conformità dei dispositivi di misurazione della velocità, coinvolgendo numerose località da nord a sud.

Il sequestro degli autovelox: un provvedimento necessario

L’operazione che ha portato al sequestro degli autovelox T-exspeed v.2.0 è stata condotta dalla Polizia di Stato, con Giancarlo Baiano, dirigente della Polstrada di Cosenza, che ha fornito dettagli chiave sull’accaduto. I dispositivi sono stati collegati a un riscontro di non conformità: il prototipo inizialmente depositato presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti differisce dalla versione successivamente modificata e fornita alle amministrazioni locali.

Questo mismatch tecnico ha avuto conseguenze immediate. È infatti emerso che i misuratori di velocità non soltanto erano stati utilizzati per il monitoraggio della velocità, ma potevano potenzialmente influenzare le sanzioni elevate agli automobilisti. Per garantire la trasparenza e la legalità nella gestione di tali dispositivi, si è reso necessario il provvedimento di sequestro. Gli autovelox, attualmente scollegati, interessano i comuni di VENEZIA, VICENZA, MODENA, REGGIO EMILIA, POMARICO, CERIGNOLA, PIANEZZA, PIADENA, FORMIGINE, ARCOLA, CARLENTINI e SAN MARTINO IN PENSILIS.

Comunicazioni con i comuni e la fornitura dei servizi

Baiano ha sottolineato che la notifica del provvedimento è stata inviata non solo alla società fornitrice di questi servizi, ma anche agli enti locali che avevano stipulato contratti d’uso con l’azienda in questione. Questo passaggio rivela l’importanza di una comunicazione chiara tra i vari attori coinvolti nella gestione della sicurezza stradale.

Le amministrazioni locali, ora informate della situazione, dovranno esaminare attentamente l’impatto di questo provvedimento. La disattivazione degli autovelox potrebbe generare opportunità per riflessioni sul sistema di monitoraggio della velocità e sulle eventuali misure alternative per garantire la sicurezza stradale, mantenendo un focus sulle normative vigenti.

Inoltre, l’azienda fornitrice dovrà affrontare conseguenze significative. La questione della validità dei dispositivi di misurazione della velocità non solo compromette la loro reputazione, ma potrebbe anche portare a sanzioni o a una revisione dei contratti stipulati con i comuni. La conformità alle normative richieste dall’Autorità e il rispetto dei protocolli di sicurezza e funzionalità rappresentano un aspetto cruciale per aziende operanti in questo settore.

Implicazioni future sulla sicurezza stradale e sull’uso degli autovelox

Il sequestro degli autovelox T-exspeed v.2.0 pone interrogativi non solo sulla loro funzionalità, ma anche sull’uso futuro di dispositivi di misurazione della velocità in Italia. La fiducia pubblica nei dispositivi elettronici e nelle misure adottate per mantenere la sicurezza sulle strade è fondamentale. Questo episodio, pertanto, potrebbe innescare una revisione dei processi di approvazione e collaudo dei nuovi apparecchi, per evitare simili incongruenze.

Sebbene la disattivazione dei dispositivi possa apparire come una misura temporanea, si prospetta l’esigenza di una valutazione più approfondita riguardo ai metodi utilizzati per la rilevazione della velocità. Gli enti locali e la Polizia di Stato potrebbero considerare l’adozione di tecnologie alternative o la ristrutturazione dei protocolli attuali. Ciò garantirà non solo la legalità, ma anche una migliore efficacia nel monitoraggio della velocità e nella sicurezza stradale.

In questo contesto, è essenziale che tutti gli attori coinvolti, dalle autorità locali ai fornitori di tecnologia, collaborino per risolvere le questioni di conformità e per ripristinare la fiducia del pubblico verso i sistemi di rilevazione della velocità. Eventuali sviluppi e chiarimenti faranno luce sugli approcci futuri per il potenziamento della sicurezza stradale nel nostro paese.

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