Un’indagine condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ha portato alla scoperta di un insediamento abusivo a Castel Volturno, nei pressi del mare. Qui, un gruppo legato al clan Belforte di Marcianise aveva creato un vero e proprio villaggio estivo, composto da 43 villette realizzate su suolo demaniale. Questi immobili, sette dei quali occupati da familiari dei capi mafiosi, sono stati posti sotto sequestro preventivo, segnando un importante intervento delle autorità contro l’abusivismo e il malaffare.
Il contesto dell’operazione
Le radici del clan Belforte
Il clan Belforte è un’organizzazione criminale attiva da decenni, con radici in Campania e specializzazioni in traffico di droghe e estorsioni. I due capi, Salvatore e Domenico Belforte, sono attualmente detenuti, ma la loro influenza continua a manifestarsi attraverso familiari e alleati. La presenza della famiglia nella località di Bagnara di Castel Volturno è rappresentativa di una componente di insediamento che ha cercato di perpetuare il dominio di un clan sul territorio.
L’indagine della Procura
Il sequestro delle villette è il risultato di un’indagine approfondita, condotta dai Carabinieri di Mondragone e dalla Guardia Costiera, sotto la direzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere. I procuratori Pierpaolo Bruni e Nicola Camerlingo hanno avviato il procedimento dopo aver raccolto prove sufficienti riguardanti l’illecito edificatorio in un’area soggetta a vincoli. L’operazione ha non solo messo a nudo l’abusivismo edilizio ma ha anche innescato un allerta sociale, mirata a sensibilizzare la popolazione sui pericoli della criminalità organizzata.
Le villette abusive
Costruzione e utilizzo delle strutture
Le villette sequestrate sono state realizzate a partire dagli anni ’80 e testimoniano un processo di evoluzione della costruzione abusiva nella zona. Inizialmente erette con container, l’area ha visto nel tempo la trasformazione di questi abitacoli in strutture in muratura. Ciò ha portato a una vera e propria enclave illegale, frequentata da circa 65 persone, la maggior parte delle quali legate in qualche modo alla famiglia Belforte.
L’assenza di controlli ufficiali
Nonostante i vincoli normativi vigenti, l’assenza di segnalazioni adeguate da parte delle autorità locali è sorprendente. È emerso che le villette erano state costruite senza alcun controllo, con il silenzio di enti locali che, per anni, hanno ignorato la costruzione di questi immobili su suolo demaniale. Questa circostanza mette in evidenza un grave problema di monitoraggio e di enforcement delle normative urbanistiche e ambientali nella zona.
L’operazione delle forze dell’ordine
Il sequestro delle villette
La validazione del decreto di sequestro da parte del giudice per le indagini preliminari rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’abusivismo. Il provvedimento giudiziario eseguito dai Carabinieri e dalla Guardia Costiera è risultato efficiente e tempestivo, ottenendo l’effetto di impedire la continuazione delle attività illegali nella località .
Impatti sull’area e sulla comunitÃ
L’intervento delle forze dell’ordine non solo ha rimosso la presenza abusiva ma ha anche mandato un messaggio forte e chiaro alla comunità locale: l’abusivismo edilizio e la connivenza con le organizzazioni mafiose non sono tollerati. Inoltre, l’operazione rappresenta un incentivo per i residenti a collaborare con le autorità , creando un clima di maggiore fiducia e sicurezza.
Il sequestro delle villette abusive a Castel Volturno è un’importante operazione di così detta “normalizzazione” del territorio, promettendo un futuro migliore, più controllato e legale per i residenti e per la comunità locale, oltre a rappresentare un passo significativo nella lotta alle organizzazioni mafiose.