Sequestro di 65 milioni di euro a Milano: truffa sui crediti d'imposta per bonus edilizi

Sequestro di 65 milioni di euro a Milano: truffa sui crediti d’imposta per bonus edilizi

La GdF di Milano ha sequestrato oltre 65 milioni di euro in crediti d’imposta falsi, rivelando un sistema di frode legato a truffe su agevolazioni fiscali per ristrutturazioni.
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Sequestro di 65 milioni di euro a Milano: truffa sui crediti d'imposta per bonus edilizi - Gaeta.it

L’attenzione delle forze dell’ordine della GdF di Milano si è concentrata su un caso di frode che ha portato al sequestro di oltre 65 milioni di euro in crediti d’imposta inesistenti. L’inchiesta è scaturita da presunti illeciti legati a truffe nel campo delle agevolazioni fiscali per lavori di ristrutturazione, in particolare per il “bonus facciate” e il “superbonus 110%”. L’operazione ha messo in luce un sistema complesso di frode e autoriciclaggio che coinvolge una società milanese.

Il meccanismo della frode

L’indagine ha rivelato che la frode sarebbe stata orchestrata da una società attiva nel settore delle ristrutturazioni e costruzioni. Gli investigatori hanno spiegato che al centro dell’illecito ci sarebbe stata la “creazione e monetizzazione di crediti d’imposta” maturati grazie a misure di sostegno pubblico per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il sistema messo in atto avrebbe consentito alla società di ottenere crediti d’imposta per lavori mai veramente realizzati.

La strategia includeva l’emissione di fatture per lavori asseritamente eseguiti, che in realtà non erano mai stati effettuati. Questi crediti poi venivano trasferiti a vari intermediari finanziari, generando così enormi profitti illeciti. Gli agenti della guardia di finanza hanno precisato che questo tipo di truffa è particolarmente insidiosa perché sfrutta la credulità dei clienti e la complessità delle normative fiscali.

Le operazioni di sequestro

A seguito delle indagini, il Nucleo di polizia economico finanziaria ha eseguito tre operazioni di sequestro. Il primo intervento ha riguardato i titoli acquisiti dalla società, che si basavano su circa 15 milioni di euro ricavati dalla monetizzazione di crediti inesistenti. Successivamente, a essere congelati sono stati crediti fiscali fittizi per un totale di circa 57 milioni di euro, ceduti a differenti intermediari.

Infine, sono stati identificati altri 8 milioni di euro di crediti che, pur essendo falsi, erano ancora registrati nel cassetto fiscale della società. Questi crediti rimanevano così “dormienti” nel sistema fiscale, evitando che potessero essere monetizzati e causando ulteriori danni all’erario.

Implicazioni e sviluppo dell’inchiesta

L’operazione porta alla luce non solo una truffa di grandi dimensioni ma anche la vulnerabilità della normativa fiscale nel settore delle ristrutturazioni. Gli investigatori stanno ora esaminando il coinvolgimento di ulteriori aziende e intermediari attivi in questo campo, che potrebbero aver partecipato o beneficiato di pratiche illecite simili. Le autorità sono preoccupate per la diffusione di tale fenomeno, che non solo rappresenta un danno diretto ai conti pubblici, ma mina anche la fiducia del pubblico nel sistema delle agevolazioni fiscali destinate ai lavori di ristrutturazione.

La situazione rimane in costante evoluzione, con l’auspicio che le indagini portino a una maggiore trasparenza e controllo nel settore delle costruzioni. Le azioni intraprese dalla guardia di finanza hanno dimostrato l’impegno nel contrastare le frodi e garantire l’integrità del sistema fiscale, affinché le misure di sostegno economico giungano a chi realmente ne ha bisogno.

Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Armando Proietti

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