Negli ultimi giorni la guardia costiera di Sabaudia, insieme agli uffici della Capitaneria di Gaeta e Terracina, ha posto sotto sequestro un terreno di circa 12.000 metri quadrati destinato alla demolizione e rottamazione di veicoli. L’operazione, coordinata dalla Direzione marittima di Civitavecchia, si inserisce in un controllo volto a verificare il rispetto delle norme ambientali nel territorio laziale.
controllo congiunto e rilievi tecnici nell’area sequestrata
L’intervento ha visto la collaborazione diretta, oltre che della guardia costiera, anche del personale dell’Arpa Lazio e del Dipartimento Sicurezza Luoghi di Lavoro dell’Asl di Latina. Durante il sopralluogo, il gruppo ha rilevato che il terreno, di proprietà dell’azienda sottoposta a controllo, ricade in una zona urbanistica definita “agricolo seminativo classe 4” e contiene un fabbricato rurale.
All’interno dell’area è stato trovato uno scarico industriale realizzato senza la necessaria autorizzazione. Inoltre, il sito ospitava numerosi veicoli e autocarri fuori uso, ammassati senza alcun controllo su un terreno non impermeabilizzato, esposto al dilavamento della pioggia. Questo tipo di deposito rappresenta una minaccia concreta per l’ambiente, perché le sostanze e i liquidi rilasciati da veicoli in decomposizione possono infiltrarsi nel suolo e raggiungere le falde acquifere, mettendo a rischio anche un vicino canale fluviale. Quel corso d’acqua, il fiume Sisto, dista circa 200 metri dalla zona interessata, il che fa aumentare il potenziale pericolo di contaminazione.
il rischio ambientale legato alla posizione e all’attività
“La vicinanza al fiume e la mancanza di impermeabilizzazione del terreno sono elementi che aggravano la situazione, aumentando il rischio che sostanze tossiche raggiungano le falde acquifere” ha evidenziato un responsabile dell’Arpa Lazio.
motivazioni e portata del sequestro preventivo disposto dalla guardia costiera
La guardia costiera ha spiegato che il sequestro preventivo è stato disposto per evitare che la disponibilità libera del terreno potesse aggravare la situazione o causare ulteriori danni ambientali. L’obiettivo dichiarato è fermare l’ulteriore aggravamento dell’inquinamento e contrastare il deposito incontrollato di rifiuti pericolosi.
Questa misura cautelare serve anche a impedire che si commettano nuovi illeciti nella stessa area. Garantire la custodia giudiziale del sito permette di programmare delle azioni di bonifica per ripristinare le condizioni di sicurezza del terreno. Tra le procedure previste ci sono lo smaltimento o la distruzione controllata dei materiali inquinanti, per ridurre al minimo il rischio di contaminazioni durature.
L’attenzione degli enti coinvolti si è concentrata sulla salvaguardia delle falde acquifere e sull’evitare l’allargamento dell’area contaminata, fondamentale per la protezione della salute pubblica e dell’ambiente circostante.
misure per limitare l’impatto ambientale
L’intervento prevede anche il monitoraggio costante dell’area e la collaborazione con i proprietari per garantire il rispetto delle norme ambientali futere.
carenze autorizzative e responsabili denunciati alla procura
La società che gestiva l’area si trovava in una condizione irregolare riguardo alle autorizzazioni ambientali. Non disponeva dell’Autorizzazione Unica Ambientale prevista dal Decreto Legislativo 152/2006, né di permessi rilasciati dal Comune di Sabaudia, dalla Provincia o dalla Regione Lazio. Questa mancanza significa che l’attività si svolgeva senza nessun controllo ufficiale riguardo all’impatto ambientale.
Dall’indagine è emerso che almeno due persone, ritenute responsabili della gestione irregolare del trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali, sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Latina con l’accusa di gestione illecita di rifiuti e realizzazione di uno scarico industriale non autorizzato. Al momento, la loro posizione è al vaglio degli inquirenti che valuteranno le ipotesi di reato e le eventuali conseguenze penali.
Queste azioni rientrano nella più ampia strategia delle autorità per contrastare i danni ambientali causati da attività abusive di smaltimento e deposito di rifiuti speciali, spesso molto pericolosi per il territorio e per la comunità.
le responsabilità legali e le indagini in corso
“La denuncia all’autorità giudiziaria rappresenta un passo fondamentale per bloccare situazioni di abusivismo e punire i responsabili”, ha dichiarato un ufficiale della guardia costiera.
l’operazione oro blu e le iniziative contro i reati ambientali nel territorio laziale
La verifica e il sequestro di Sabaudia fanno parte dell’operazione ‘Oro blu’, coordinata a livello nazionale dal Comando generale delle Capitanerie di porto. Questa campagna mira a reprimere gli illeciti ambientali legati al trattamento dei rifiuti e alle forme di inquinamento di acqua, suolo e aria.
All’interno del Lazio, l’azione riesce a mettere in luce situazioni di illegalità nascoste e a fermare tante attività non autorizzate prima che possano causare danni più gravi o diffondersi oltre i confini locali. La collaborazione tra diversi enti – guardia costiera, Arpa, Asl e forze dell’ordine – conferma la volontà di mantenere il controllo sul territorio, soprattutto in zone delicate come Sabaudia, famosa per il suo ecosistema e le sue coste.
un presidio attivo per la tutela ambientale
Operazioni simili costituiscono un presidio continuo sul rispetto delle norme ambientali e portano a intervenire tempestivamente in presenza di comportamenti scorretti, per tutelare la salute pubblica e mitigare l’impatto sull’ambiente. L’attenzione resta alta sulle attività di demolizione e stoccaggio di veicoli, spesso fonte di contaminazioni e rischi per la sicurezza.