Sequestro di beni per 2,4 milioni a Napoli: indagine su società in liquidazione per frode

Sequestro di beni per 2,4 milioni a Napoli: indagine su società in liquidazione per frode

Sequestro di beni per 2,4 milioni di euro a Napoli: indagini su una società in liquidazione accusata di frode e irregolarità nella gestione finanziaria da parte del liquidatore.
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Sequestro di beni per 2,4 milioni a Napoli: indagine su società in liquidazione per frode - Gaeta.it

Un’ampia operazione si è svolta a Napoli, dove i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro emesso dal gip su richiesta della Procura della Repubblica. L’operazione ha colpito una società attiva nel settore della produzione di energie rinnovabili, la quale, sebbene fosse in liquidazione dal 2016, avrebbe continuato a operare a danno della massa creditoriale. Le indagini hanno rivelato una serie di irregolarità e atti illeciti, portando al sequestro di beni per un valore di quasi 2,4 milioni di euro.

Operatività sospetta della società in liquidazione

La società oggetto dell’indagine ha mantenuto la sua attività sul mercato per sei anni, ma, secondo gli investigatori, il suo scopo era quasi esclusivamente quello di scaricare i debiti e svuotare le casse sociali. La Procura ha avviato l’inchiesta all’indomani di alcune segnalazioni e indizi di frode. Di particolare interesse sono emerse le modalità con cui il liquidatore ha gestito le finanze societarie.

L’investigazione ha svelato che il liquidatore ha assunto membri della sua famiglia, tra cui la moglie e la figlia. Alla moglie veniva corrisposto uno stipendio mensile di 12.300 euro, mentre alla figlia 5.700 euro, insieme a bonus d’ingresso di 50.000 e 30.000 euro rispettivamente. Tali compensi risultano sproporzionati rispetto ai normali standard di mercato e hanno destato l’attenzione degli inquirenti, che hanno avviato approfonditi accertamenti.

I beni sequestrati e la natura delle operazioni illecite

Il decreto di sequestro ha riguardato non solo beni immobili di pregio situati a Napoli e in località turistica come Massa Lubrense e Crotone, ma anche le quote di dieci diverse società. Questi beni saranno congelati fino al termine dell’indagine per garantire possibili recuperi in caso di condanna.

Le indagini hanno rivelato che il liquidatore ha stipulato contratti di manutenzione con una società di cui era socio assieme alla moglie. Tuttavia, gli oneri sostenuti erano in gran parte non giustificati, dal momento che i lavori commissionati sono stati in seguito affidati a terzi senza la dovuta trasparenza. Un altro elemento che ha insospettito gli investigatori è relativo a presunti furti e interventi di ripristino, che la società avrebbe pagarato ma che non sono stati mai denunciati ufficialmente.

Misure preventive e precedenti

Non è la prima volta che la posizione del liquidatore è sotto la lente d’ingrandimento. Nel mese di ottobre 2023, era già stato emesso un decreto di sequestro per un ammontare di circa 4,2 milioni di euro legati a reati di bancarotta fraudolenta. Questo scenario di irregolarità ha condotto gli inquirenti a prendere misure drastiche per prevenire ulteriori dissipationi di beni e risorse.

L’operazione di oggi rappresenta un passo significativo nel contrasto alle frodi nel settore economico e testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nel garantire che le leggi vengano rispettate, soprattutto in contesti delicati come quello delle aziende in liquidazione. Gli sviluppi futuri aspettano di rivelare ulteriori dettagli su come si evolverà la situazione e sulle responsabilità dei soggetti coinvolti.

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