La Guardia di Finanza ha recentemente portato a termine un’importante operazione che ha sconvolto il mercato dell’olio d’oliva in Calabria, rivelando una froda del valore di oltre 200mila euro. In un’azione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, gli agenti hanno sequestrato 18 quintali di olio spacciato come extravergine, ma che si è rivelato di qualità inferiore. Questo evento sottolinea l’impegno delle autorità nel combattere le frodi agroalimentari e nel tutelare la salute dei consumatori.
Un’operazione congiunta contro le frodi agroalimentari
L’indagine che ha portato al sequestro dell’olio è stata condotta da un team di esperti della Guardia di Finanza delle province di Catanzaro e Barletta-Andria-Trani, in collaborazione con l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste. Questo approccio integrato ha permesso di affrontare la questione della qualità degli oli d’oliva in modo sistematico e mirato.
L’attività di controllo ha visto un’attenta ispezione delle aziende di produzione nelle province coinvolte. Gli agenti hanno eseguito riscontri quantitativi e campionamenti, analizzando attentamente il prodotto detenuto e confrontandolo con i dati dichiarati nel registro telematico obbligatorio per le aziende del settore. Queste procedure sono fondamentali per garantire che i consumatori ricevano prodotti genuini e di qualità .
Caratteristiche del prodotto sequestrato
L’olio sequestrato era custodito in tre cisterne e destinato all’azienda pugliese, parte della quale era già stata consegnata. Catalogato come olio extravergine biologico, il prodotto ha destato l’attenzione degli esperti durante le ispezioni. Il controllo ha rivelato che, contrariamente alle affermazioni del produttore, l’olio non soddisfaceva gli standard chimici e organolettici richiesti per la classificazione di extravergine.
Le analisi hanno rivelato che si trattava, in realtà , di olio vergine e lampante, sostanze non commestibili con un elevato grado di acidità . L’olio non solo non era idoneo per il consumo, ma potenzialmente dannoso per la salute pubblica. Questa scoperta ha svelato una frode gravissima, mettendo a rischio la salute dei consumatori e minando la fiducia nel settore agroalimentare.
Conseguenze legali e futuro delle indagini
Il titolare della ditta in cui era custodito l’olio è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Le accuse includono frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine. La denuncia sottolinea l’importanza dell’integrità nel settore alimentare e l’impegno delle forze dell’ordine nel perseguire i responsabili di frodi di questo tipo.
Questa operazione rappresenta solo uno dei tanti sforzi per combattere le frodi agroalimentari, un problema che affligge il mercato non solo in Calabria ma su scala nazionale. La Guardia di Finanza, insieme ad altre istituzioni, continuerà a vigilare per garantire che le pratiche commerciali siano corrette e trasparenti, per il bene dei consumatori e dei produttori onesti.
La lotta alle frodi alimentari non si ferma qui, e ulteriori controlli e indagini sono previsti per scoprire eventuali altri casi di questo genere, rivelando l’importanza di una continua vigilanza nella tutela della qualità dei prodotti alimentari.
Ultimo aggiornamento il 27 Dicembre 2024 da Sara Gatti